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I numeri dell'economia »

Consumi in calo del 4 per cento Picco negativo in cinquant’anni

Confcommercio. I dati evidenziano il forte calo della spesa familiare Per il 2013 è stata prevista un’ulteriore riduzione degli acquisti dell’1% Diminuiscono drasticamente beni e servizi primari, tavola più spartana I dati del Rapporto Consumi 2012, realizzato dall’Ufficio Studi Confcommercio, nel confermare un quadro di generale e prolungata stagnazione della domanda interna, raffigurano un Paese che consuma sempre meno beni e servizi primari, ma non rinuncia alle spese per il tempo libero e la tecnologia. Ed infatti, allargando il quadro dell’analisi all’ultimo ventennio, l’incremento medio in quantità della spesa per abitante è dello 0,5% annuo ma, considerando le singole voci di consumo, i beni “tecnologici” risultano addirittura quadruplicati. Secondo le ultime stime di Confcommercio, il Pil italiano è diminuito del 2,1%, mentre per il 2013 si prospetta una flessione del prodotto interno lordo in quantità più contenuta (-0,8%). Tale nuova ondata recessiva ha azzerato il parziale recupero di poco più di due punti percentuali realizzatosi nel corso del biennio 2010-11, riportando indietro l’Italia di oltre dieci anni, sui livelli produttivi del 2001. La caduta della domanda interna è stata particolarmente pesante ed ha implicato, a sua volta, una flessione altrettanto consistente delle importazioni (-8,0%). La contrazione della spesa delle famiglie ha toccato, nel 2012, il 4%, un dato che, in termini negativi, non trova pari negli ultimi cinquanta anni, con una flessione della spesa reale che, in termini pro capite, è stata di circa il 4,4%. Tale peggioramento dei consumi, andato addirittura oltre le stime iniziali, ha prodotto una revisione al ribasso anche delle previsioni per il 2013, in cui si attende una riduzione dei consumi delle famiglie intorno all’1%. Molto pesanti anche i riflessi negativi sull’occupazione che, al milione di posti di lavoro persi nel periodo 2008-11, vedrà sommarsi oltre 430mila unità lavorative in meno nel biennio 2012-13. Ritornando alla spesa reale per abitante, rispetto ad un incremento medio della quantità di spesa dello 0,5% registrato negli ultimi vent’anni, l’incremento di poco più del 9% in termini cumulati mette in evidenza, al suo interno, una crescita della spesa di quasi il 300% per elettrodomestici bruni e prodotti IT e di circa il 350% per i servizi ricreativi e culturali, le vacanze e in particolare i beni e i servizi per le tlc. Meno consistenti gli incrementi per spese per la salute (+67%), nei pubblici esercizi (+27%) ed addirittura in flessione del 5% la spesa relativa all’alimentazione domestica che risulta in calo per una cifra pari a 120 euro pro capite rispetto, invece, ad una crescita pro capite di 255 euro della spesa per l’alimentazione presso bar, trattorie e ristoranti. Altro dato da considerare è costituito dal netto ridimensionamento della quota dei consumi in quantità relativi alla mobilità e alle comunicazioni, scesi dal 18,9% del 2007 al 17,3% del 2011. Tale trend è destinato a proseguire anche nei prossimi anni, così come confermato dalle dinamiche attese a livello delle 56 voci di spesa previste dalla classificazione Istat. Preferiti, invece, quei consumi che permettono una migliore fruizione del tempo libero, sia in termini di gestione che di aumento della disponibilità, legati anche all’ICT domestico e a parte dei consumi alimentari. (Fonte: confcommercio.it del 08.02.13)

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