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“Chiediamo alla Merkel di venire in vacanza in Italia, o almeno di prenotare!” di Virgilio Gay – direttore generale Fondazione MIdA

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. C’e’ una vecchia storiella raccontatami da un amico: un tedesco prenota una camera di albergo in un paesino e lascia come acconto 100,00 euro. Il titolare incassa e si reca dal falegname che gli aveva riparato delle sedie a credito, saldando il proprio debito. A sua volta il falegname versa la banconota all’oste per il vino bevuto a fiducia; quest’ultimo paga finalmente il macellaio, suo fornitore; e così via. Fino a che la banconota, dopo alcune ore torna all’albergatore per la camera “sospesa” di una scappatella. In quel momento arriva anche il tedesco che, insoddisfatto del luogo e del suo panorama, decide di disdire la prenotazione e di ritirare così l’anticipo. Con l’efficacia educativa di una favola di Esopo (in tal caso la Grecia ha l’opportunità di riscattarsi con la propria cultura) oppure la verve morale didascalica di La Fontaine (con cui la Francia e’ chiamata alle proprie responsabilità dopo la debacle di Sarkozy) questa storiella racconta la nostra crisi di liquidità. Ancora meglio mostra i limiti della struttura attuale di produzione della moneta in un regime di policy a governo ansiogeno dell’inflazione, secondo il processo evolutivo di sganciamento della moneta dal proprio controvalore aurifero fino allo Statuto costitutivo della Banca Centrale Europea, con la sua vocazione di controllo dell’inflazione e la conseguente osservazione degli aggregati monetari per orientare ad essi gli interventi sui tassi. Procediamo per gradi. La storiella narra una realtà senza l’intermediazione bancaria. La sola circolazione del denaro non e’ di per sé sufficiente all’estinzione delle posizioni debitorie, tenendo conto della sua attitudine a produrre interessi. Nel racconto di prima non sarebbe bastata la banconota di 100 euro perché appunto avrebbe lasciato insoddisfatto il sistema creditizio d’intermediazione degli scambi e delle loro anticipazioni. Così l’emissione di nuova moneta “a debito” esponenzialmente incrementata dalla norma della riserva frazionaria (le banche creano a loro volta moneta erogando credito in percentuale dei propri depositi, trattenendo per gli stessi una piccola percentuale; questo e’ il motivo per cui se tutti noi andassimo contemporaneamente a ritirare i depositi, non vi sarebbe denaro disponibile per tutti) necessita di una valvola di sicurezza antiusura che e’ rappresentata appunto dall’inflazione. La Legge di Mose’ riportata nell’Antico Testamento (cosiddetto giubileo dei sette volte sette anni) e’ la prima forma di governo orientata alla sostenibilità, non solo contadina (non farete né semina né mietitura di quanto i campi produrranno da sé… Né farete la vendemmia delle vigne non potate…) ma anche creditizia (ciascuno tornerà in possesso del suo!), perchè compensa l’inarrestabilità del processo di capitalizzazione degli interessi, recepito dal diritto civile con il divieto dell’anatocismo, “anà”-di nuovo, tokòs-interessi”: appunto la capitalizzazione degli interessi). L’inflazione, a ben riflettere, rappresenta poi un consolidamento di valore dell’economia reale su quella finanziaria. La normale rivalutazione del bene posseduto sulla cristallizzazione del suo valore di scambio, rappresentato appunto dalla moneta, la quale dovrebbe restare strumento di conservazione del valore dei beni prodotti e non obiettivo finale della produzione stessa. Invece, con il suo sopravvento sull’economia reale produttiva, induce anche le industrie manifatturiere a perseguire utilità finanziarie ritenute facilmente realizzabili nel breve periodo. In effetti, passando dal baratto alla moneta la società moderna ha compiuto un passo evolutivo enorme. Superando così il limite del baratto: la contemporaneità dei beni scambiati (devo barattare la mia ricotta nel breve tempo di pochi giorni prima che vada a male e non posso certo scambiarla con il vitello che nascerà tra molti mesi). Così facendo, la moneta si e’ appropriata del tempo. Ne e’ diventata la fedele vestale, incarnandone la natura fruttifera. La differente velocità di conseguimento degli utili tra produzione e finanza ha poi indotto interi sistemi economici (pensiamo alla Gran Bretagna) a dedicarsi esclusivamente ad attività finanziarie, nella loro presunzione di “anticipare” la ricchezza. Ma il dio Kronos rivendica la propria sovranità con le proprie armi: le bolle speculative. Infine, se le tesi di Kondratieff sono esatte, oggi come negli anni immediatamente seguenti il crollo del 1929, ci si trova all’inizio della quarta fase del ciclo, ovvero sull’orlo di un precipizio di magnitudine considerevole. Se questo può sembrare preoccupante, lo dovrebbe diventare ancora di più, ricordando che alla depressione degli anni ’30, seguì la seconda guerra mondiale. Alla politica spetta il compito di evitare lo scadimento del conflitto finanziario per l’appropriazione della poca liquidità monetaria in circolazione nelle vecchie forme di conflitto bellico, o nelle recenti espressioni di terrorismo internazionale. Alla politica spetta il superamento degli interessi nazionali per il perseguimento di un governo complessivo dello sviluppo. La cessione delle singole sovranità per il perseguimento degli Stati Uniti d’Europa. Perché solo una Europa unita e forte, con proprio esercito ed univoca politica estera potrà assicurare il mantenimento della pace nel mondo. Alla politica, infine, spetta il compito di “governare” il sistema del credito, con regole certe e rispettate. Senza tale prospettiva politica, non basterà invitare la Merkel a trascorrere le sue vacanze in Grecia e poi in Spagna ed infine da noi, in Italia. Meno che mai basterà prenotarle. Virgilio Gay – project manager Esperto di direzione aziendale, marketing e fund raising


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