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I numeri dell'economia »

Dati 2015. Nella nostra regione a rischio il 35,5% della popolazione.
Campania povera, più spesa al Nord
Il confronto tra il rapporto della Commissione Europea sull’Italia e la ricerca della Ragioneria Generale dello Stato. Trasferimenti nazionali pro-capite: 8.679 euro a un abitante di Bolzano, 3.500 a un campano.

di Alfonso Schiavino

Sapete quanti italiani hanno rischiato la povertà o l’esclusione sociale nel 2015? Il 28,7% delle persone. Il “solo” rischio di povertà ha avvolto il 19,9% della popolazione: il 9,7% in Emilia, il 10,9% in Veneto, l’11,1% in Lombardia, il 35,5% in Campania. Come si possono ridurre numeri tanto vergognosi per il Paese? Con il lavoro, ovvio. Lo sappiamo noi, lo sanno i governi, che infatti spendono. Nel 2015 lo Stato ha investito per l’occupazione 30,6 milioni in Campania, oltre 50 in Veneto, circa 68 in Emilia e 151 in Lombardia.
La situazione sociale italiana certificata da Bruxelles
Il rapporto semestrale della Commissione Europea sull’Italia è un documento (in inglese) di circa ottanta pagine, a loro modo illuminanti. Il testo lascia trasparire che alcune cose interessano molto ai decisori europei, capaci di imporre perfino le tappe forzate, mentre altri aspetti meritano quasi solo una registrazione. Le ineguaglianze sociali impegnano mezza colonna della pagina 9. Tuttavia i numeri ci sono e vale la pena di annotarli.
Un bambino italiano su 3 nella palude dell’esclusione sociale
Nel 2015 il rischio di povertà (redditi sotto il 60% della media nazionale) ha coinvolto il 19,9% della popolazione (18,7% nel 2010). Alla povertà può aggiungersi l’esclusione sociale (severe privazioni materiali e/o poco lavoro): il bacino di rischio ha invischiato il 28,7% degli italiani (25% nel 2010) e il 33,5% dei minorenni (29,5% nel 2010).
Dobbiamo continuare? L’11,3% degli italiani è stato costretto a privazioni severe (7,4% nel 2010). L’11,7% ha vissuto in famiglie con bassa intensità di lavoro (10,6% nel 2010).
“Il tasso di disoccupazione – annota il rapporto – rimane alto, in particolare nelle regioni meridionali. Dopo un picco superiore al 12,5% nel 2014, la quota si aggirava intorno all’11,7% nel 2016”. La disoccupazione cala e le ristrettezze aumentano. Curioso, no?
Rischio povertà, la Campania al 35,5%
Questa tavola di Eurostat dettaglia il rischio di povertà nel 2015. L’Italia (19,9%) è più vicina a Grecia (21,4%) e Spagna (22,1%) che a Germania (16,7%) e Francia (13,6%). Senza contare le sperequazioni interne.
Nel Nord-Est la fascia coinvolge il 9,9% della popolazione. La situazione è più delicata in Veneto (10.9%) che in Emilia (9,7%). Friuli e Trentino Alto Adige superano appena l’8%.
Nel Nord-Ovest il bacino si amplia all’11,8%: Liguria 15,9%, Piemonte 11,9%, Lombardia 11,1%.
Il Centro staziona sul 16,1% (Toscana 9,6%, Lazio 20,5%).
Il Sud è al 32%. Per non deprimere tutti, diciamo solo che nei territori limacciosi della povertà vive il 35,5% dei campani. Siamo gli ultimi in Italia, Sicilia a parte.
Di fronte a una situazione siffatta, una famiglia intelligente saprebbe cosa fare. Invece l’Italia sembra un condominio rissoso dove c’è insofferenza pure fra Rocca di Sopra e Rocca di Sotto. Chi più grida ha ragione. Solo così può spiegarsi un paradosso.
La spesa statale nel rapporto della Ragioneria
Ogni anno, la Ragioneria generale dello Stato presenta una ricerca sulla destinazione “regionalizzata” della spesa: stipendi, Irap, trasferimenti agli Enti e alle famiglie eccetera. L’ultima edizione riguarda il 2015: sono anticipazioni, in vista della versione definitiva prevista per l’autunno. Come quasi tutta la produzione statistica italiana, la pubblicazione non si presenta in modo chiaro. Fra l’altro, su un ammontare di pagamenti per 600.262 milioni, solo 259.696 sono ripartiti per regioni.
Un abitante di Bolzano “vale” 8.679 euro, un campano 3.520
Ad ogni modo, qualcosa emerge. Per esempio, la spesa pro-capite. A Bolzano lo Stato ha speso 8.679 euro per abitante, in Val d’Aosta 7.655, a Trento 6.818. Un residente del Trentino Alto Adige, dunque, vale 7.700 euro. Il Lazio ha una spesa pro-capite di 5.730 euro, che però comprende l’intero apparato centrale dello Stato. Seguono Sardegna (5.296) e Friuli (4.974). La Sicilia chiude la schiera delle Regioni a statuto speciale: 4.419 euro per abitante. Poi Abruzzo 4.336, Molise 4.237, Calabria 4.148, Basilicata 3.976, Liguria 3.701, La Campania (3.520) è già sotto la media nazionale. In coda si trovano Veneto (2.853), Emilia (2.704) e Lombardia (2.447).
Prima di inneggiare alla Lega, però, bisogna considerare il debito pubblico: lo Stato ha speso 14,2 miliardi in Lombardia e quasi 3,5 in Veneto e in Emilia Romagna (valori massimi) contro 1,8 miliardi della Campania. Inoltre, un quadro esatto dovrebbe considerare i fondi e la spesa non regionalizzata.
Nel rapporto disponibile, comunque, ogni voce riconducibile allo sviluppo (energia, competitività, logistica, istruzione eccetera) vede prevalere la Lombardia e spesso altre regioni del Nord. Per esempio, guardate la spesa per le politiche del lavoro:

Lombardia 151,2 milioni
Lazio 118,3
Sicilia 87,5
Calabria 75,5
Piemonte 70,9
Emilia Romagna 67,6
Veneto 50,5
Abruzzo 36,6
Puglia 33,7
Toscana 31,3
Campania 30,6.

Non è detto che gli amministratori campani meritassero di più o i veneti di meno, ma, certo, i colori del quadro non sono armonizzati ai toni della situazione sociale.

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In Campania resta alto il rischio povertà
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