contatore visite free skip to Main Content
info@salernoeconomy.it

Green Style »

Riesce a contrastare l’insonnia, favorisce il rilassamento psico-fisico e blocca l’effetto nocivo dei radicali liberi.
Biancospino, il benessere in una bacca (con ricetta)
Contro ipertensione e colesterolo, miocardia e tachicardia, aritmia e aterosclerosi, è diuretico ed astringente. Ha spiccate proprietà digestive ed è utile contro crampi e ritenzione idrica.

di Maristella Di Martino

Tipico dell’autunno, il biancospino non è solo bello, ma anche pieno di virtù. E le bacche, poi, si abbracciano in un intreccio di rami spinosi grigi con foglioline verdi, luminose e a tratti capricciose. Fin dall’antichità, sono noti rimedi naturali capaci di curare tantissime malattie. Consigliato contro ipertensione e colesterolo, miocardia e tachicardia, aritmia e aterosclerosi, il biancospino è diuretico ed astringente, oltre a combattere diarrea e ritenzione urinarie. Ha spiccate proprietà digestive ed è utile contro crampi e ritenzione idrica. Inoltre, è un leggero ansiolitico e sedativo, oltre che spasmolitico. E, come se non bastasse, riesce a contrastare l’insonnia, favorisce il rilassamento psico-fisico e blocca l’effetto nocivo dei radicali liberi. Tanto impiegate nell’allestimento delle tavole natalizie, le bacche sono un toccasana per la salute cardiovascolare. Se ci stiamo chiedendo come utilizzare il biancospino in cucina, le bacche sono ottime nella gustosissima marmellata. Semplicissima da preparare, la possiamo assaggiare sulle fette di pane imburrato o biscotti di frolla oppure accompagnandola alle carni bianche.

Gli ingredienti della marmellata.

100 grammi di bacche di biancospino, 200 ml di acqua, 30 g di zucchero di canna, ½ cucchiaino di cannella in polvere.

Come prepararla.

La prima cosa da fare è lavare le bacche, poi vanno messe in un pentolino con l’acqua calda. Facciamo bollire per una decina di minuti in modo che ammorbidiscano. Scoliamole e conserviamo l’acqua di cottura. Poi pressiamole per far colare la polpa attraverso il colino, avendo l’attenzione di inumidire con un po’ di acqua di cottura. Alla fine di questa operazione avremo ottenuto una purea e nel colino saranno rimasti semi e bucce. Mescoliamo con cura e aggiungiamo infine zucchero e cannella. Se la consistenza è troppo fluida, cuociamo per qualche minuto per addensare. Lasciamo quindi raffreddare e usiamola poi sul pane imburrato, su crostini croccanti o anche per accompagnare la carne di maiale.

La tisana.

E per non sprecare nulla, come ci hanno insegnato le nostre nonne, usiamo i semi e le bucce per preparare la tisana al biancospino. Mettiamo in un pentolino insieme ad una tazza d’acqua e facciamo bollire per pochi minuti. Filtriamo e addolciamo con un po’ di miele.

Pemmican, l’energia del cibo per gli Indios.

Non siamo di sicuro i primi ad usare in cucina le bacche di biancospino. E dovremmo imparare dai popoli indigeni dell’America latina che le impiegano nella preparazione di una pietanza iperenergetica: la pemmican. Molto nutriente, è un concentrato di grassi e proteine. Un tempo venivano usati carne di bisonti, bufali, alci o cervi insieme a mirtilli, ciliegie e ribes e mirtilli. Gli Indios osservavano un rituale speciale. La carne veniva tagliata a fette sottili ed essiccata col fuoco o al sole. Più volte al giorno le donne la rompevano mentre si stava asciugando per permettere che l’esterno delle strisce si essiccasse. Dopo averla ridotta in piccoli pezzi e messa in un sacco di farina, la riducevano in polvere e poi la mescolavano con bacche essiccate e sciolte nel grasso di bufala. Conservata in contenitori di pelle chiamati parfleches, era facilmente trasportabile e la si poteva anche mantenere fresca per anni.

 

Green Style-Biancospino-bacche-crataegus-3843011_960_720
Ricco di proprietà
Back To Top
Cerca