GLOCAL di Ernesto Pappalardo »
E’ un momento difficile, si susseguono colpi di scena – il caso dei dazi segue soltanto in ordine di tempo l’incredibile e dolorosa vicenda di due guerre che vanno avanti, barcamenandosi in un contesto che, ormai, non risponde più a nessuna logica comprensibile – e diventa, a questo punto, più che plausibile sperare in un ritorno rapido alla razionalità, evitando di inseguire insostenibili logiche di di schieramento (anche prettamente politico) del tutto non auspicabili. Insomma, l’Europa si trova stretta in mezzo a un trumpismo che pare già avere perso una logica “dominante” e un sistema di Paesi già ben razionalizzati intorno a logiche che paiono perdere consistenza di fronte all’evolversi di dinamiche assolutamente non sostenibili, anzi esecrabili. Permane la speranza che possa prendere peso e consistenza la necessità di portare avanti con fermezza il progetto di ritrovare i sentieri di pace consistenti e duraturi, in grado di fare fronte al dramma che si sta sviluppando e che lacera l’idea di un mondo agganciato alla civica convivenza. Né possono, ormai, bastare richiami a chissà che cosa, serve solo un consistente ritorno, lontano, effettivamente, da conflitti nemmeno evocabili. Ma occorre ritornare al recupero di valori fortemente condivisi: pace e rispetto delle persone. Non è solo una questione di fermare il mondo intero che corre verso la distruzione. Ma di recuperare tutto quello che siamo e ripartire dal mondo che deve ricominciare.

Il desiderio di superare i conflitti per riconnettersi.