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L'altra notizia »

Arabesque di Daniela Delvecchio/ Tristezza nel mondo dell’arte. L’Italia ha un asso nella manica?

… “Venghino signori venghino al grande circo della vita, dove l’irreale è reale, l’impossibile è fattibile, il bello è inguardabile, l’orrido una meraviglia” (Già Junior). Riecheggiano memorie di suoni, luci, odori di zucchero filato e noccioline e  di autentiche favole che da  sempre hanno fatto sognare grandi e piccini. Un’arte antica quella del circo, magica e ricca di valori, fonte di gioia, allegria e spensieratezza. Un grande contenitore di arti e discipline diverse, dove clown, acrobati, domatori, si mescolano a creare uno spettacolo affascinante per immediatezza e fisicità. Un vero e proprio  mondo parallelo fatto di artisti cosmopoliti e multiculturali, lontano da minacce razziste, classiste e individualiste, che ha cercato nella storia  di rimanere sempre al passo con i tempi  attraverso continue e sensibili metamorfosi che, invece, oggi rischia un inevitabile impoverimento. E’ il racconto di una favola cominciata nel 1984, dove non c’erano buoni o cattivi ma solo personaggi fantastici in grado di volare e non solo. E’ una storia che tristemente non avrà un lieto fine, la storia del magico Cirque du Soleil,  grande azienda dello spettacolo con un unico obiettivo: sbalordire il suo pubblico per teatralità, forza ed eleganza. Oggi, purtroppo,  chiude i battenti. Quel mondo del circo tanto amatoda Chaplin, da Fellini come lente attraverso la quale  guardare la vita, diventa – ad opera di un mangiafuoco canadese  Guy Lalibertè  e un gruppo di artisti  suoi compagni di avventura – un’associazione no profit pronta ad  introdurre idee  innovative nell’arte circense, tanto da affermarsi nell’arco di pochi anni  come il circo più famoso del mondo. Con il suo cognome, a dir poco evocativo, Lalibertè realizza il sogno “Cirque du Soleil” – dal 1987 azienda privata – un evento itinerante senza più animali ma soltanto clown, trapezisti, funamboli, musicisti, coreografi e atleti che per poter esistere ha richiesto un sempre più oneroso impegno economico. Mentre il New York Times spiega come “acrobazie, danze, costumi sfarzosi, musica dal vivo, nuove tecnologie, grandi scenografia e trovate narrative crearono una nuova idea di quello che un circo poteva essere “, il 30 giugno scorso apprendiamo la notizia dell’apertura del procedimento per bancarotta in Canada dell’internazionale Cirque du Soleil, decretata definitivamente  da questa devastante  pandemia. Mentre il circo canadese tenta di sviluppare un piano per riavviare la propria attività, le preoccupazioni per le sorti del mondo circense si spostano in Italia dove attendiamo, con irrinunciabile ottimismo, la conferma del calendario 2020/21 del  Le Cirque World’s Top Performers. Ambizioso il progetto artistico di Giampiero Garelli, che da qualche anno ha dato vita a questa prestigiosa compagnia, riunendo per la prima volta i migliori artisti, scenografi, compositori, light designer e tecnici  di circo contemporaneo di tutto il mondo. Garelli ha in cantiere anche la realizzazione in Italia di un grande Teatro e di un’Accademia internazionale di arti circensi, futura sede del circo contemporaneo più importante d’Europa. E allora “ venghino signori venghino… lo spettacolo sta per continuare!

Quando il surreale diventa musica …  https://www.youtube.com/watch?v=uf24HMfNxuA


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