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(Er.Pa.) – Il decimo scudetto del Milan (1978-1979), con la magica stella conquistata dai rossoneri, resta il momento più bello della carriera di Aldo Bet, grande stopper del calcio italiano. Inter-Roma-Verona, questa la rotta di un notevole percorso in serie A. Sempre pronto e disponibile con il mister, Helenio Herrera, che lo inquadra nel ruolo giusto, quello di marcatore centrale, con grande spessore fisico e capacità di marcare l’avversario di turno senza lasciargli toccare palla, senza dare troppo spazio a divagazioni: prima di tutto molti anticipi e grande attenzione fino ai più piccoli dettagli. Lo scudetto del Milan con la stella, che entra nella storia della squadra con tante figure prestigiose – c’è anche Franco Baresi – delinea un campionato che riserva a Bet non poche soddisfazioni. E’ titolare, per esempio, proprio nella partita che determina la conquista dello scudetto (partita sul campo di casa contro il Bologna, 0-0). Segue il Milan fino a quando – 1981 – sceglie di andare a giocare in C1 con il Campania dove terminò la carriera. Pur avendo frequentato il campo da gioco per più o meno quindici anni, non segnò in partite del campionato, ma solo in Coppa Italia (tre volte).
Nato a Mareno di Piave, provincia di Treviso, rientrava, quindi, a pieno titolo nella “razza Piave” inventata da Gianni Brera e espresse una carriera ricca dello spirito giusto e combattivo che riusciva a mettere in campo. La svolta di Bet prese forma dopo l’esperienza maturata con il Verona: il passaggio in rossonero riaccese la sua carriera, anche se fin dall’inizio si ritrovò alle prese con campionati complicati, dove il Milan era costretto, per esempio, anche a lottare per non retrocedere (’76-’77). Bet ricopre il ruolo di titolare in quasi tutte le partite. E, poi, arriva lo scudetto nella stagione 1978-1979. Con Morini, con il quale condivide il ruolo di stopper, costituisce una coppia che conferisce fiducia alla squadra, e che, naturalmente, ha la fortuna di potersi appoggiare al grandissimo Franco Baresi.
Debutta in Nazionale il 20 febbraio del 1971, in una partita amichevole con la Spagna (persa per 2-1) sul campo del Cagliari. Pareggia, poi, sempre in maglia azzurra, a Roma (20 novembre del 1971) contro l’Austria (2-2, qualificazioni agli Europei di calcio del 1972).
Dopo l’ultima esperienza sul campo di gioco con il Pozzuoli, Bet iniziò a fare l’allenatore: Nola, Frattese, Campania, Savoia. Nel 1987 decide di ritirarsi dalle gare agonistiche.
Un giocatore con un profilo chiaro e preciso: stopper, marcatore sempre attento a non farsi sfuggire l’avversario, capace di mantenere sotto controllo attaccanti di altri tempi. Mai un gesto lontano dalla sua figura di difensore all’antica: capacità fisica e impegno costante gli consentirono di raggiungere traguardi importanti con la maglia rossonera addosso.
E per i tifosi e gli appassionati Aldo Bet resta un esempio. Un esempio da mantenere nei ricordi e da continuare ad ammirare, sempre.
Il grande Aldo Bet nella foto a destra di Nils Liedholm