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Il Punto di Arpocrate di Pasquale Persico/Indovinello: “Devo morire per fare nascere mia Madre”

L’indovinello riguarda molti oggetti del ciclo del riuso, ma  può anche essere adatto per  introdurre il tema della “nascita operativa” del primo piano della città Metropolitana di Napoli. Con l’adozione del piano  da parte di Napoli e dei comuni della città metropolitana inizia un processo di nuova governance trasparente ed a reciprocità moltiplicata che dovrà manifestarsi come opportunità irrinunciabile. Siamo in un fase importante rispetto alla metamorfosi necessaria alla città metropolitana. Essa dovrà diventare infrastruttura complessa di nuova urbanità, capace di inserirsi nel gioco della globalizzazione dove l’appartenenza alle catene globali di valori in metamorfosi è vitale. Naturalmente è necessario un concorso complementare del Governo e della Regione a partire dal coordinamento con il piano paesaggistico.

L’indovinello immagina che il sindaco della Città di Napoli, Gaetano Manfredi, comunichi a se stesso,  sindaco della città metropolitana ed a tutti i sindaci appartenenti alla vecchia provincia, che è tempo di rinunciare al campanilismo miope per dare una nuova identità alla città di Napoli ed alle aree omogenee dell’area metropolitana. Le nuove regole del piano metropolitano lasciano ampio spazio al tema della transizione ecologica, della transizione ambientale ed della transizione digitale, proponendo un’immagine ragionevole su come  dotare la città metropolitana, infrastruttura complessa ed inclusiva di reti a standard materiali ed immateriali di nuova urbanità.

Basterebbe approfondire il capitolo di Carlo Argan su Napoli – “Storia dell’arte come storia della città”, Editori Riuniti, 1983 –  e ripercorrere la storia di Napoli città europea del Seicento e Settecento, fino a dopo l’ultima guerra. Si percepirà che è  il tempo della metamorfosi necessaria per essere protagonisti nelle macroaree degli ecosistemi competitivi ipotizzati dal PNRR per un’Europa competitiva.

Il capitolo di Argan ben descrive le occasioni mancate dell’urbanistica potenziale e la storia delle classi dirigenti emerge come storia delle governance debole in termini di reciprocità adeguata  tra governanti e cittadini. Immaginare  una città ideale per Argan è sempre necessario, serve a cogliere le mancanze da cui fare ripartire l’idea di una urbanistica fattibile ed adeguata alla storia che attraversiamo. Un pensiero ed un comportamento verso il futuro dovrà emergere.

La filosofia del piano in adozione può essere riassunta con lo slogan: “La sottrazione addizionante è necessaria”. Facciamo apparire nella nostra mente una mappa del piano molto semplificata, divisa nelle aree urbanizzate e nelle area agricole di pianura e montane. Le norme di salvaguardia costringono l’urbanistica a non consumare suolo ma si consente che  nelle  aree urbanizzate il riuso dello spazio possa dare allo spazio urbano ed all’ambiente urbano nuovi standard ben connessi al tema della risalita dal terzo paesaggio (nuova visione del verde urbano e degli standard di competitività). Modelli di governance a reciprocità nuova devono nascere, ipotizzati anche dal segno del doppio infinito di Pistoletto. Nell’urbano la sapienza del sottrarre all’edificato incoerente per addizionare valore di nuova urbanità diventa un patto d’ambito rigenerativo.

Nel territorio dell’agricoltura, invece, il salto qualitativo è l’agricoltura biologica e il recupero del paesaggio degli ingredienti della dieta mediterranea a cui va connesso tutto l’ambito della nuova medicina di prossimità, con una riflessione profonda sugli integratori ottenuti senza il supporto della naturalità che ci circonda. Infine, i temi della tutela necessaria alle montagne, alle acque e ai sistemi di biodiversità devono  trovare nuove direzioni. I parchi e la loro storia in termini di governance non raccontano abbastanza su che cosa fare; in altri Paesi già si parla di terza ecologia con una nuova soggettività dell’Essere Terra di questi luoghi. Ecco, anche in questo caso una sottrazione mirata delle normative esistenti, per addizionare nuova efficacia, sarà necessaria.

Spero che il mio indovinello diventi virale e capace di fare riflettere i decisori su come migliorare la governance del nuovo piano metropolitano, fino a bene utilizzare anche gli accordi di reciprocità previsti dalla statuto della città metropolitana per potere dare voce al potenziale delle eco-regioni e non solo del territorio chiuso nel vecchio confine provinciale. Una mia lezione sui paesaggi sublimi, Marecoccola di Sorrento, https://vimeo.com/153159518, spiega con un caso che parlo di qualcosa che si può fare.


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