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Salerno Economy XII.21 – 09.06.2023

Fu lui a segnare uno splendido gol nella partita dei mondiali (1970), in semifinale, contro la Germania (4-3).

La forza avvolta nel vestito della correttezza

Burgnich, lo stile di combattente perfetto, coerente e corretto, fino a rappresentare il simbolo del difensore che prende per mano la squadra e la accompagna fino in fondo.
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Tarcisio Burgnich, "La Roccia"
A volte è più semplice mettere da parte notizie, appunti, foglietti con su scritto qualcosa che riguarda la storia di un campione, di uno di quei nomi che non possono non stare tra le carte che conserviamo così, tra quegli appunti che serviranno, prima o poi, a descrivere un esempio, un punto di riferimento. Una storia che vive solitaria, da anni, aspettando silenziosa e tenace di essere raccontata. Non per intero - troppo difficile - ma solo per mettere un punto preciso nel corso di una riscoperta profonda di un mito così chiaro e presente che c’entra poco o niente con il resto del calcio - così appare a noi - che pure rappresenta alla perfezione. Tarcisio Burgnich, la “Roccia” nerazzurra, morto a 82 anni, contiene il racconto fedele, eroico, di dodici stagioni all’Inter: 4 scudetti, 2 Coppe dei Campioni, 2 Coppe Intercontinentali, 6 gol e 467 partite. Con un solo carattere descritto sulla faccia da combattente impassibile e tenace. “Umile e determinato, insuperabile per gli avversari e prezioso alleato per i suoi compagni: oggi il suo sguardo fiero e la sua forza sono ricordi preziosi, un’immagine che rimarrà sempre impressa nella nostra storia”, così lo ricorda l’Inter.
Quel suo volto impassibile lo collocò fin da subito tra i protagonisti dei campionati europei di calcio del 1968, per, poi, farlo approdare ai mondiali del 1970, quando gli azzurri divennero vice campioni perdendo la finale con il Brasile. Fu Burgnich a segnare nella partita contro la Germania (4-3) in semifinale. Mattoni vivi e vegeti di una storia che ancora adesso, ai giorni nostri, continua a raccontarci passaggi e reti presenti nei discorsi che si susseguono sempre. I mondiali messicani raccolgono probabilmente uno dei gol più importanti.
(continua)
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Presentato al Salone del Risparmio di Milano il 4° Rapporto Censis-Assogestioni: «I risparmiatori oltre la crisi».

Il contante delle famiglie si riduce di 20 miliardi

La “bolla” ha cominciato a sgonfiarsi nell’ultimo anno (-1,6%). L’educazione finanziaria continua ad essere scarsa. Il 40,9% “non comprende l’effetto dell’inflazione sul potere d’acquisto”.
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Come impiegare i risparmi?
“Nel 2022 il contante nel portafoglio delle attività finanziarie delle famiglie italiane si è ridotto di oltre 20 miliardi di euro rispetto all’anno precedente: -1,6% in termini reali. Nel mese di marzo 2023 il valore dei depositi sui conti correnti bancari era diminuito del 6,1% rispetto al marzo 2022. L’inflazione (all’8,7% nel 2022) ha ridotto l’attrattività del contante, che nei dieci anni precedenti era aumentato complessivamente di quasi 470 miliardi di euro (+61,8%). Oggi 4 risparmiatori su 10 dichiarano che nell’ultimo anno, a causa della fiammata inflattiva, hanno cambiato le proprie idee su come impiegare i risparmi. Il 33% dei consulenti finanziari ha registrato in corso d’anno una più alta propensione dei propri clienti a liberarsi della liquidità accumulata”. Si apre, quindi, una stagione che punta a “riallocare il cash in portafoglio, ma le competenze dei risparmiatori su risparmi, investimenti e processi economici sono molto deboli”. Sono stati, infatti, proposti quattro quesiti a un campione “per verificare la reale conoscenza dell’inflazione, dell’effetto di tassi attivi sui depositi, di tassi passivi sui prestiti, della differenza tra azioni e obbligazioni”. Ecco i risultati: “Il 40,9% dei risparmiatori italiani non conosce l’effetto dell’inflazione sul potere d’acquisto dei redditi, il 35% non sa come opera il tasso di interesse attivo su un conto corrente, il 47,8% non comprende gli effetti del tasso di interesse passivo su un prestito bancario, il 41,6% non sa distinguere tra azioni e obbligazioni. Sui quattro quesiti di verifica della reale educazione finanziaria, il 26,2% degli italiani ha risposto correttamente a due quesiti, il 16,2% ha risposto correttamente a un solo quesito, il 9,1% a nessun quesito”.
(Fonte: censis.it/18.05.2023)
(continua)
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La revisione al rialzo del Pil nel primo trimestre, “continua a porre il nostro Paese tra le economie più dinamiche della fase post pandemica”.

Confcommercio: “Permangono pericolose incertezze”

“Le possibilità di mantenere un profilo di crescita vivace anche nei prossimi mesi saranno determinate dalle dinamiche inflazionistiche, dagli impatti dei tassi d’interesse e dal tenore del commercio mondiale”.
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Sempre in bilico
“La revisione al rialzo del dato del Pil nel primo trimestre, oltre a consolidare le attese di una crescita per il 2023 superiore all’1%, e forse prossima al punto e mezzo, continua a porre il nostro Paese tra le economie più dinamiche della fase post pandemica. La moderata ripresa dei consumi delle famiglie, legata in parte al recupero della domanda di autoveicoli, e il permanere degli investimenti in territorio positivo, sostengono il recupero della nostra economia che, al di là della piccola battuta d’arresto dei mesi finali dello scorso anno, prosegue dall’inizio del 2021. Le possibilità di mantenere un profilo di crescita vivace anche nei prossimi mesi saranno determinate dalle dinamiche inflazionistiche, dagli impatti dei tassi d’interesse e dal tenore del commercio mondiale. Nel mese di maggio, secondo le prime stime, l’inflazione italiana è tornata a rallentare attestandosi al 7,6% su base annua. Al di là dei segnali positivi provenienti dalla minor dinamicità dell’inflazione di fondo, a conferma di come le tensioni accumulate all’interno del sistema si vadano lentamente attenuando, permangono pericolose incertezze sull’orizzonte temporale entro il quale la variazione dei prezzi al consumo risulterà coerente con gli obiettivi delle autorità di politica monetaria. Allo stato attuale, questo risultato dovrebbe essere raggiunto non prima del prossimo autunno”. E’ questa la valutazione espressa dall’Ufficio Studi di Confcommercio.
(Fonte: confcommercio.it/01.06.2023)
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“Le stime Istat nel mese di maggio, dopo l’aumento di aprile, non forniscono certezze”.

Inflazione in leggero calo, ma resta ancora pesante

Confesercenti: “Le famiglie recuperino potere d’acquisto e capacità di consumo”. Non “depotenziare, di fatto, gli eventuali benefici della riforma fiscale in arrivo”.
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Grave rischio
“Accogliamo appello Visco: interventi Bce non siano freno eccessivo per consumi e investimenti. Le stime Istat sull’inflazione nel mese di maggio, tornata sui livelli di marzo dopo l’aumento di aprile, non forniscono ancora certezze. Non si delinea infatti un percorso deciso di riduzione, anche se l’inflazione acquisita per ora è circa 3 punti al di sotto di quella record del 2022. Le nostre previsioni, peraltro, la collocano al 5,7% e fino al 2026 non si toccherà il livello di guardia del 2%”. E’ questa l’analisi che l’Ufficio Economico della Confesercenti esprime in una nota. “Su questo pesano anche le politiche monetarie della Bce per regolare l’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse che hanno avuto forti ripercussioni sulle imprese italiane. Facciamo nostro il monito del governatore di Bankitalia Ignazio Visco che nella sua relazione annuale ha precisato che occorre prestare attenzione a che l’intensità della sua trasmissione non dia luogo a una frenata eccessiva dei consumi e degli investimenti”. Per Confesercenti il governatore “ha presentato una visione dell’attuale condizione socio-economica tutta da condividere: dalla complessità del sistema fiscale con necessità di semplificazioni all’impegno sull’evasione per fare emergere il sommerso. Sul salario minimo la nostra proposta è quella di lavorare sul rispetto e l’applicazione dei contratti nazionali e favorire la detassazione dei rinnovi contrattuali”.
(Fonte: confesercenti.it/31.05.2023)
(continua)
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