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Salerno Economy XII.11 – 31.03.2023

Mentre nei discorsi ha preso forma la retorica delle occasioni perdute che non ritorneranno indietro.

Micro e macro, la politica “perdente” che appare “vincente”

Si è già delineata la mappa del “nuovo” Pnrr che si avvia a manifestare un profondo cambiamento, mentre in Europa si discute delle grandi riforme da realizzare per arrivare in tempo al futuro che è già cambiato.
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Le occasioni già perse
Esiste sempre - a ben vedere - un semplice metodo, per così dire, consolatorio, che, però, può assumere tanti aspetti diversi (soprattutto pubblicamente, nella relazione, cioè, che prende forma con il pubblico di riferimento), utile, prioritariamente, alla politica per mortificare o esaltare un progetto, un’ambizione, un obiettivo che non si può più raggiungere o che, invece, improvvisamente, appare semplice semplice cogliere, prendere totalmente in mano. Per dire, insomma, come si vanno collocando - o meglio, si sono collocate - le forze politiche (e non solo politiche) intorno al Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza), programma con cui il governo deve gestire i fondi del Next Generation Eu. Il principale strumento di ripresa e rilancio economico introdotto dall’Unione Europea per risanare le perdite causate dal fenomeno pandemico, è da tempo diventato la vera prova di forza da superare per rimanere, più o meno indenni a questo punto, in posizione di comando o di indirizzo delle strategie da realizzare (anche al di là degli schieramenti politici ufficialmente già posizionati). E’, quindi, la bussola miliardaria che, in effetti, ha assunto nel tempo il valore di pesare, in base alle assegnazioni dei fondi, la vera nuova geografia dei poteri che si è sedimentata nello scenario italiano (come in tanti altri che si sono improvvisamente, più o meno, rinnovati nei Paesi Ue). Adesso, però, solo adesso, ci si rende conto che, a vedere bene, non è solo l’assegnazione dei fondi a determinare l’assetto prioritario del “politicamente corretto”, ma la vera e propria gestione che deve manifestarsi, nel più breve tempo possibile, nella realizzazione delle cose da fare, dei progetti da mettere in campo, degli obiettivi da cogliere e non solo “disegnare”.
(continua)
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“Si può valutare che si accumulerà alla fine dell’anno corrente un ritardo pari a 19 miliardi”.

Pnrr, bruciati 7,6 miliardi di minore crescita nel 2022

Il campanello di allarme è azionato da Confesercenti: “Prioritario recuperare ritardi di attuazione”. Altri 5,6 miliardi a rischio nel 2023.
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Lotta contro il tempo
“L’impatto positivo del Pnrr su Pil e consumi rischia di essere fortemente indebolito dai ritardi di attuazione accumulati fino ad oggi. Stimiamo che le difficoltà incontrate nell’implementare il Piano abbiano già determinato una perdita di Pil dello 0,4% nel 2022, pari a 7,6 miliardi di euro di minore crescita. E nel 2023 potrebbero costarci ulteriori 5,6 miliardi di euro di aumento del Pil”.
Il campanello di allarme è azionato da Confesercenti “sulla base di una simulazione condotta attraverso il modello econometrico Cer”. In particolare “si può valutare che il Pnrr accumulerà alla fine dell’anno corrente un ritardo di attuazione pari a 19 miliardi. La mancata spesa avrebbe già determinato una perdita di Pil dello 0,4% nel 2022 e rallenterà la crescita del Pil di un ulteriore 0,3% nel 2023 rispetto alle previsioni. Per i consumi delle famiglie, si stima che le difficoltà incontrate nell’implementare il Piano abbiano comportato lo scorso anno un minore incremento di 1,9 miliardi, mentre per il 2023 la dinamica della spesa delle famiglie verrebbe rallentata di 3,2 miliardi di euro”.
Diventa - a questo punto - centrale, non accumulare altro tempo perduto e attivare il più possibile meccanismi in grado di contrastare i ritardi accumulati. “Il Pnrr - specifica la presidente nazionale di Confesercenti Patrizia De Luise - è un’occasione storica per la crescita e la modernizzazione della nostra economia: è quindi assolutamente prioritario recuperare i ritardi di attuazione. Con le risorse del Pnrr la nostra Italia può diventare un Paese migliore. Più coesione sociale, più lavoro, più giustizia, più attenzione all’ambiente ed agli sprechi, più risorse per chi ha bisogno. Ci sono, però, diverse criticità dalla gestione dei progetti da parte delle amministrazioni locali alle difficoltà nel rendere note alle imprese le opportunità disponibili”.
(Fonte: confesercenti.it/25.03.2023)
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“Nelle costruzioni e nel commercio e nella manifattura si registrano gli incrementi più marcati”.

Fiducia di consumatori e imprese in aumento (marzo 2023)

Secondo l’Istat la crescita dell’indice è trainato dall’industria e, in misura minore, dai servizi.
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Incrementi
“Il clima di fiducia delle imprese torna ad aumentare dopo la stabilità registrata lo scorso mese. L’aumento dell’indice è trainato dall’industria e, in misura minore, dai servizi. Il clima di fiducia dei consumatori cresce per il secondo mese consecutivo. La dinamica positiva dell’indice di fiducia è la sintesi di valutazioni in deciso miglioramento sulla situazione economica generale e su quella corrente e di opinioni improntate alla cautela sul quadro personale e futuro”. E’ questo il contesto generale delineato dall’Istat in una nota di martedì 28 marzo che sarà aggiornata il prossimo 27 aprile.
“A marzo 2023 - spiega Istat - si stima un aumento sia dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 104,0 a 105,1), sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese che passa da 109,2 a 110,2”. Va aggiunto che “tutte le serie componenti l’indice di fiducia dei consumatori sono in deciso miglioramento tranne le opinioni sul risparmio. Tra i quattro indicatori calcolati mensilmente a partire dalle stesse componenti, il clima economico e quello corrente registrano gli incrementi più consistenti aumentando, rispettivamente, da 114,5 a 117,4 e da 97,6 a 99,5; il clima personale sale da 100,5 a 101,0 mentre il clima futuro cresce in misura marginale (da 113,4 a 113,5)”.
Se si fa riferimento specifico alle imprese, “il clima di fiducia migliora in tutti i comparti indagati seppur con intensità diverse. Nelle costruzioni e, a seguire, nel commercio e nella manifattura si registrano gli incrementi più marcati (da 157,2 a 159,1, da 114,7 a 116,0 e da 103,0 a 104,2 rispettivamente). Nei servizi l’aumento dell’indice di fiducia è più contenuto (da 103,3 a 103,8)”.
(Fonte: istat.it/28.03.2023)
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Si realizza “un fatturato totale di 2,7 miliardi grazie alla presenza di 39mila gelaterie nazionali che danno lavoro a 75 mila persone”.

Gelato Day, con il caldo volano i consumi (+20% i prezzi)

Coldiretti: “A pesare sui listini il balzo dei costi per l’energia e le materie prime usate nelle preparazioni, dal latte (+34%) alle uova (+22%) fino allo zucchero (+54%) anche a causa delle tensioni internazionali legate alla guerra in Ucraina”.

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Sempre più genuino e naturale
“Il caldo fa volare i consumi di gelato con il ritorno di coni e coppette nonostante il balzo dei prezzi che fanno registrare un aumento del 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”. E’ questo il quadro descritto dalla Coldiretti “in occasione della giornata europea del gelato artigianale - Gelato Day - che ricorre il 24 marzo, sulla base dei dati Istat. A pesare sui listini il balzo dei costi per l’energia e le materie prime usate nelle preparazioni, dal latte (+34%) alle uova (+22%) fino allo zucchero (+54%) anche a causa delle tensioni internazionali legate alla guerra in Ucraina”. Ma questa tipologia di mercato “non sembra spaventare gli italiani che con l’arrivo della primavera e il meteo favorevole non rinunciano al gelato per la pausa pranzo o lo snack”. Va detto che “per la domanda sostenuta dal cambiamento climatico, di italiani e turisti stranieri, il gelato realizza un fatturato totale di 2,7 miliardi grazie alla presenza - specifica la Coldiretti - di 39mila gelaterie nazionali che danno lavoro a 75 mila persone. Nelle gelaterie italiane vengono utilizzati ben 220 milioni di litri di latte, 64 milioni di chili di zuccheri, 21 milioni di chili di frutta fresca e 29 milioni di chili di altri prodotti durante l’anno con un evidente impatto sulle imprese fornitrici impegnate a garantire ingredienti di qualità”. Risulta tra i preferiti “il gelato artigianale nei gusti storici anche se cresce la tendenza nelle diverse gelaterie ad offrire specialità della casa che incontrano le attese dei diversi target di consumatori: tradizionale, esterofilo, naturalista, dietetico o vegano”.
(Fonte: coldiretti.it/24.03.2023)
(continua)
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