contatore visite free skip to Main Content
info@salernoeconomy.it

Salerno Economy X.32 – 27.08.2021

Il risultato pratico di questa lunga decadenza politico/parlamentare che non accenna a finire.

Programmi e programmini di scarso contenuto

Mentre si delinea la complessità di realizzazione del piano di interventi basato sui fondi Ue, i partiti e la politica inseguono, soprattutto in campagna elettorale, il risultato minimo a cui, nella ipotesi peggiore, non si crede possibile rinunciare.
Glocal-Politica
Scadimento
Un tempo si provava a parlare non solo di schieramenti - filiere di partiti, associazioni e profili di leader - ma anche (soprattutto) di programmi. Insomma di cose da fare, almeno nelle intenzioni. Non che oggi non si abbia questa tendenza, ma il solo ricorrere a tale tipologia di “racconto” politico, lascia ben comprendere la difficoltà di trovare punti di aggregazione con la realtà effettiva delle cose. In altre parole, siamo di fronte a comportamenti che tendono primariamente alla raccolta del consenso, senza arroccarsi troppo su trincee che, a guardare bene, sono state spesso spostate o addirittura proprio tolte di mezzo. Eppure il programma, il percorso concreto che si vuole intraprendere, resta ancora la chiave di lettura sostanziale per immaginare il percorso che vogliamo affrontare, con estrema precisione e con ampio riferimento alle iniziative che intendiamo adottare. Basta riflettere sul significato di questa parola per rendersi conto di come abbiamo sminuito, nel tempo, il senso più profondo dell’azione politica.
“Programma s. m. [dal lat. tardo programma-mătis, gr. πρόγραμμα-ματος, der. di προγράϕω, propr. «scrivere prima»] - Enunciazione particolareggiata, verbale o scritta, di ciò che si vuole fare, d’una linea di condotta da seguire, degli obiettivi a cui si mira e dei mezzi con cui s’intende raggiungerli; discorso, scritto, manifesto in cui si espongono le intenzioni, i fini, o si illustrano i principî, le ragioni, i limiti di un’opera o di un complesso di opere”, (https://www.treccani.it/vocabolario/programma/).
(continua)
Leggi Tutto

“33,5 milioni hanno speso 582 euro a testa per ferie dalla durata media di nove giorni”.

La spesa degli italiani in vacanza? 19,5 miliardi

Si tirano le somme dopo il primo controesodo di agosto. Coldiretti/Ixe’: “Nell’estate 2021 tra viaggio, alloggio alimentazione e svaghi, sostanziale stabilità rispetto allo scorso anno (-2%)”.
summer
Primi bilanci
“Ammonta complessivamente a 19,5 miliardi la spesa degli italiani in vacanza nell’estate 2021 tra viaggio, alloggio alimentazione e svaghi, con una sostanziale stabilità rispetto allo scorso anno (-2%)”. E’ questo il quadro descritto da Coldiretti/Ixe’ in occasione del primo grande controesodo di agosto, “che sancisce la fine delle ferie per più di due italiani su tre (67%)”. Bilancio più contenuto in considerazione dell’emergenza sanitaria, “con appena 1,5 milioni di italiani che si sono recati all’estero e il boom delle vacanze a chilometri zero - spiega Coldiretti - con quasi 1 italiano su 3 (32%) che ha scelto una meta vicino casa, all’interno della propria regione di residenza”. A tirare le somme, “i 33,5 milioni di italiani che sono andati in vacanza nell’estate 2021 hanno speso 582 euro a testa per ferie dalla durata media di nove giorni”, rileva sempre l’indagine Coldiretti/Ixe’. Va , poi, evidenziato che “per quasi la metà dei viaggiatori (44%), la spesa per persona è al di sotto dei 500 euro, mentre la stessa percentuale (44%) ha speso tra i 500 ed i 1000 euro, mentre percentuali più ridotte supereranno questo limite”.
(Fonte: coldiretti.it/ 22.08.2021)
(continua)
Leggi Tutto

Il G40, una provocazione culturale che vuole inquadrare la problematica-Afghanistan in una visione finalmente nuova.

La finta decolonizzazione, l’Europa e la svolta del coraggio

Draghi ha intrapreso la strada dell’iniziativa. Ora, per dare valore alle riflessioni, occorrono azioni strategiche capaci di fare emergere una visione credibile. Non basta più il tifo dei sostenitori del giorno dopo.
P. Persico-casa-morra-cs-Pasquale-Persico
Pasquale Persico
di Pasquale Persico

L’ambasciatore Guido Lenzi ha già parlato di finta decolonizzazione: “Da astratto, invocato attraverso i secoli da visionari di diversa estrazione quali l’Abate di Saint-Pierre, Kant, Victor Hugo, Coudenhove-Kalergi fino al Patto Briand-Kellogg, il perseguimento di una pace perpetua di stampo illuminista occidentale sembrò potersi finalmente realizzare sulle macerie di una guerra civile europea di portata globale, nella convinzione di poterne estrarre un nuovo sistema di rapporti internazionali. La fase successiva, derivata anch’essa dalla Carta dell’Onu (che con appositi protettorati ne controllò direttamente l’avvio), fu il processo di decolonizzazione sospinto dagli Stati Uniti (non si dimentichi la crisi di Suez nel 1956) e sobillato dall’Unione Sovietica (che ne approfittò per procedere in direzione opposta, da Budapest, in quello stesso anno, fino all’impresa per lei terminale in Afghanistan). Si trattò di un processo precipitoso, che lasciò (non provocò, come afferma chi ha sempre da ridire) delle zone di anarchia, dei regimi personali o apertamente dittatoriali, risoltisi col tempo negli Stati falliti ai quali siamo oggi confrontati”.
Questa breve premessa per fare luce sul tema della umiltà che dovrà mostrare Draghi non solo al G20 straordinario ma anche ad un ipotetico G40 allargato ad altri Stati minori per far riconoscere le nazioni del G7 come interlocutrici di una svolta diversa da quella che la storia racconta. Il G40 di cui parlo è una provocazione culturale che vuole inquadrare la problematica Afghanistan in una visione nuova rispetto alla consumata reputazione di Onu e Nato.
(continua)
Leggi Tutto

Lo scenario è stato delineato attraverso un’analisi realizzata dal Centro Studi Tagliacarne.

L’effetto filiera fa bene al sistema produttivo

Unioncamere: “Un universo che conta oltre 3,8 milioni di imprese attive, il 75% del sistema imprenditoriale italiano, occupa più di 12 milioni addetti (71,4% del totale dell’economia extra-agricola) e genera 2.500 miliardi di euro di fatturato (78,9% del totale industria e servizi)”.
Industria-industry-2692444_960_720
Innovazione
“Le imprese che operano all’interno di filiere sono più innovative, più aperte ai mercati stranieri e più ottimiste sul futuro di quelle che lavorano in maniera isolata. Il 41% di queste imprese prevede di recuperare i livelli produttivi pre-Covid già entro quest'anno, contro il 36% delle altre aziende. Una quota che sale al 45% per le imprese in filiera che hanno investito nelle tecnologie 4.0 contro il 35% delle altre digitalizzate. Innovazione e export sono tra le leve strategiche su cui puntano per stare sul mercato. Il 62% delle imprese che lavorano insieme ha fatto investimenti per innovare (contro il 38% delle altre) e il 22% esporta, con punte che arrivano al 30% nelle filiere 4.0 (contro il 24% delle altre digitalizzate)”. Diventa, quindi, evidente che “la collaborazione tra imprese che hanno attività interconnesse lungo tutta la catena del valore - dalla creazione sino alla distribuzione - di un bene o servizio si rileva, quindi, un importante fattore di competitività per gli imprenditori, soprattutto se abbracciano il digitale avanzato”. E’ questo il quadro che si delinea in un’analisi realizzata dal Centro Studi Tagliacarne - dati Unioncamere/InfoCamere - sulle 17 filiere individuate dal Ministero dello sviluppo economico. “Un universo che conta oltre 3,8 milioni di imprese attive - il 75% del sistema imprenditoriale italiano -, occupa più di 12 milioni addetti (71,4% del totale dell’economia extra-agricola) e genera 2.500 miliardi di euro di fatturato (78,9% del totale industria e servizi)”.
(Fonte: unioncamere.gov.it/17.08.2021)
(continua)
Leggi Tutto

Ricca di zuccheri direttamente assimilabili, contiene acidi organici, sali minerali, vitamine.

Curiamoci con l’uva, un forziere di benefici

Indicata in caso di anemia e affaticamento, artrite, vene varicose, iperazotemia, malattie della pelle, vanta proprietà antiossidanti e anticancro dovute soprattutto al contenuto di polifenoli e di resveratrolo, presente nella buccia di quella nera.
Uva bianca e nera-grapes-2730643_960_720
Beni preziosi
di Maristella Di Martino

L’uva è tra i frutti più minuscoli che esistono ma, ciononostante, è soprattutto un forziere di benefici che ci fa affrontare la ripresa lavorativa o scolastica con rinnovata energia. Simbolo del passaggio dall’estate all’autunno, questa bontà racchiude nel suo contenuto zuccherino tutto il sole della stagione calda. Alleato di salute e bellezza sia se rotonda o allungata, a grappoli o chicchi, bianca, nera o rosata, da tavola, da vino o da essiccare, l’uva è un’autentica meraviglia della natura. Il nome deriva dal greco perché àmpelos significa vite ed indica quindi la cura con l’uva. Vi è mai capitato di consumarne, anche se di varietà diverse, come unico alimento giornaliero? Certo, per ottenere i migliori risultati dovreste andare dove si coltiva e mangiarla senza le manipolazioni a cui viene normalmente sottoposta prima di essere messa in bella posta sugli scaffali dei supermercati o sui banchi dei fruttivendoli.
L’uva è ricca di zuccheri direttamente assimilabili (glucosio, levulosio e mannosio) e contiene acidi organici, sali minerali (potassio, ferro, fosforo, calcio, manganese, magnesio, iodio, silicio, cloro ed arsenico), vitamine A, del gruppo B e C, tannini (nella buccia) e polifenoli. Ma composizione e gusto variano molto rispetto a zona di produzione, condizioni climatiche e varietà.
(continua)
Leggi Tutto

Back To Top
Cerca