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Salerno Economy VIII.39 – 18.10.2019

La scadenza elettorale e il grande fermento in atto a livello nazionale non consentono distrazioni.

Napoli, Salerno e la partita delle regionali

La sfida è aperta. I leader in campo punteranno a tenere dentro la loro proposta ogni provincia. Ma partiranno, in ogni caso, dalla loro origine istituzionale. Un’altra partita tutta da giocare.
Regione Campania
Regionali
Salerno vive il ritorno alla stagione dei problemi e delle cose da fare con lo sguardo rivolto ai prossimi mesi. La scadenza delle elezioni regionali e il grande fermento in atto a livello nazionale non consentono distrazioni. D’altro canto, la novità nazionale della “collaborazione” istituzionale Pd-5Stelle non “ammette” tentennamenti anche in Campania perché appare evidente che si tratta di un contesto particolare nel quadro di una situazione generale che procederà – così si dice – alla luce dei tentativi concreti che saranno messi in campo (vedi in Umbria per poi proseguire in Emilia Romagna). Perché il caso della Campania è, in qualche modo, diverso da tanti altri in Italia? Perché ci riguarda da vicino come salernitani? Perché ci riguarda da vicino come campani? Se si sente qualche napoletano – è del tutto evidente – come la partita interagisca con il livello nazionale. Se si parla con qualche salernitano (di sinistra o di centrosinistra), le risposte sono sempre orientate sullo spessore della leadership in campo e della storia (politica) di una provincia che a partire dalla riforma dei sindaci ha sempre vissuto momenti di profondo cambiamento (nella sinistra o nel centrosinistra). Fino a segnare passaggi importanti
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È quanto emerge dal “Barometro Censis-Commercialisti sull’andamento dell’economia italiana”.

Imprese tra crediti difficili e pagamenti in ritardo

Il 91% dei professionisti evidenzia le difficoltà delle aziende clienti nel riscuotere; l’88% conferisce in ritardo le spettanze ai fornitori e il 58% non riesce a versare con regolarità gli stipendi.
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Scenari
E’ una stagione di tempo cattivo per le imprese. “L’economia reale va male e andrà ancora peggio”, si legge in una nota del Censis, e, a vedere i numeri dell’indagine appare chiaro che l’evoluzione della situazione non è delle migliori. “Per il 62,1% dei commercialisti italiani l’attuale situazione economica del Paese è molto o abbastanza negativa. Ne sono convinti il 61,8% di quelli residenti nel Nord-Ovest, il 54,1% nel Nord-Est, il 68,2% nel Centro e il 65,9% al Sud”. E ancora: “per il 44,6% dei commercialisti nell’ultimo anno la situazione è peggiorata, per il 43,7% è rimasta uguale, solo per l’11,7% è migliorata”. Cosa accadrà nei prossimi dodici mesi? “Per il 48,8% dei commercialisti il quadro economico rimarrà negativo come oggi, per il 38,7% peggiorerà e solo per il 12,5% migliorerà”. È quanto emerge dal “Barometro Censis-Commercialisti sull’andamento dell’economia italiana”, realizzato in collaborazione con il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili attraverso la ricognizione delle valutazioni di un campione di 4.000 commercialisti italiani.
(Fonte: censis.it/ 08.10.2019)
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L’appuntamento di Spoleto conferma lo scenario di forte innovazione legato alle nuove opportunità di investimento.

Cultura d’impresa, la sfida da vincere

Marica Corvi: “La millenaria tradizione nazionale ci offre solide radici per cimentarci nel folle volo delle nostre aziende. Un duro e appassionante lavoro quotidiano che caratterizza il percorso delle nostre vite”.
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Marica Corvi (al centro della foto)
Il convegno che si è tenuto a Spoleto il 1° ottobre scorso sulle tematiche relative alla finanza straordinaria per le imprese a guida femminile consente di tenere ben presente il quadro d’insieme con il quale confrontarsi per affrontare questa delicata e sostanziale materia dal punto di vista dello sviluppo più in generale, ma anche (e soprattutto) sotto il profilo della progressiva crescita sociale ed economica. La riflessione di Marica Corvi - founder e managing partner di Impresa Eccezionale srl - coglie gli aspetti rilevanti di un contesto che in Italia, soprattutto in quella centro/meridionale, resta delicato, se non difficile e contrastato. “Credo sia importante – ha sottolineato Corvi – partire da una chiave di lettura non ordinaria delle tendenze dell’economia d’impresa oggi in Italia. Lo stesso titolo del convegno (De’ remi facemmo ALI al folle volo), che abbiamo tratto dal ventiseiesimo canto dell’Inferno in omaggio a Dante, ci ricorda come Ulisse incitò i propri compagni a compiere un’impresa davvero difficile. E’, dunque, vero, è proprio vero: la nostra millenaria tradizione di italiane ed italiani ci offre solide radici per cimentarci nel folle volo delle nostre imprese, del nostro lavoro quotidiano, duro ma sempre appassionante”.
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Il valore è pari al 75% degli interventi aggiuntivi effettuati, ma è necessario garantire il rispetto della normativa sugli aiuti di Stato.

Al via il credito d’imposta per investimenti pubblicitari

Per imprese e professionisti spetta in base alla parte incrementale sulla stampa, quotidiana, periodica e online, nonché sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali.
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Strategie
di Remo Roscigno*

E’ in partenza la fase di invio della domanda per l’accesso al credito d’imposta sugli investimenti pubblicitari. Come per gli anni scorsi continua ad essere incentivato l’investimento, da parte di imprese e professionisti, sullo strumento della pubblicità, settore che ha avuti i suoi alti e bassi negli ultimi anni. Il credito d’imposta spetta, ai sensi dell’articolo 57-bis del Dl 50/2017, per gli investimenti pubblicitari incrementali sulla stampa, quotidiana, periodica e online, nonché sulle emittenti televisive e radiofoniche locali, analogiche o digitali, qualora gli stessi investimenti superino complessivamente almeno dell’uno per cento l’ammontare degli analoghi investimenti pubblicitari effettuati sugli stessi mezzi di informazione nel periodo precedente. Quindi per poter usufruire di questo strumento agevolativo è indispensabile aver realizzato tale forma di investimento anche negli anni precedenti.

* Dottore Commercialista
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Confrontarsi sapientemente con questa tipologia di cibo si rivela sempre più fondamentale.

Verdura, cruda o cotta?

Diverse vitamine e varie tipologie di antiossidanti reagiscono in maniera differente. Per seguire una sana e corretta alimentazione occorre imparare a cucinare in maniera salutare.
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Evoluzione
di Maristella Di Martino

Come mangiare la verdura: cruda o cotta? È un dilemma antico ma che la verdura faccia bene e sia importante consumarla quotidianamente lo sappiamo, ma molti ignorano i segreti per ottenerne tutti i benefici. Che siano cibi ricchi di vitamine, minerali, fibre ed antiossidanti di cui l’organismo non può fare a meno è una frase che forse le nostre nonne ci avranno ripetuto fino alla noia. Ma capiamoci bene: innanzitutto ci sono alimenti più adatti a essere consumate crudi, altri invece cotti; e non basta: anche sapere come cuocere verdure ed ortaggi è fondamentale.

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