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Salerno Economy IX.45 – 27.11.2020

Si continua a giocare a “fare politica”, mentre i problemi restano drammaticamente irrisolti.

Troppe emergenze, prende forma la crisi della crisi

Si procede tra una manovra e l’altra, sempre con la sensazione di non comprendere fino in fondo dove culminerà il susseguirsi, incessante, di impegni finanziari. E chissà quando l’Ue concretizzerà il piano di aiuti (tra mille euro-contraddizioni).
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Non solo soldi
A valutare bene quanto sta succedendo in vista del periodo natalizio e delle feste di fine anno, si corre il rischio di imbarcarsi in una serie di riflessioni francamente ben lontane dal fattore predominante che continua a restare la lotta alla malattia pandemica. Pare quasi che l’attenzione sia troppo costantemente rivolta al mondo che verrà - da parte della politica prima di tutto, ma anche dell’economia eccetera eccetera - mentre il mondo della realtà persevera a rilasciare i segni di una crisi che è troppo scontato definire senza precedenti, perché ha superato non pochi confini difficili da riconquistare. Insomma, siamo nel pieno di quella che potrebbe essere definita la “crisi della crisi”. E’ andato in tilt, per essere chiari, il “sistema” identificativo delle coordinate non superabili. Siamo, cioè, entrati all’interno di quel cordolo che racchiude le ultime istanze concrete per rispondere con un minimo di realismo - senza stare troppo a televantarsene, come accade insistentemente sempre alla politica - alle emergenze che continuano a essere affrontate con ossigeno (utile anche’esso, sia ben chiaro) non idoneo, però, a reggere l’intero percorso che si prospetta lungo (e tempestoso).
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Il 3° Rapporto Aipb-Censis, «Investire nel futuro dell’Italia oltre il Covid-19».

Classe agiata, risorsa per la rinascita post-epidemia

Patrimonio finanziario pari a 1.150 miliardi. Il 75% “è disposto a sostenere la ripartenza dirottando i propri capitali nell’economia reale, solo il 18% teme una patrimoniale”.

Foto Numeri Economia-Investimenti- Soldi
Liquidità
“Sono 1,5 milioni di persone e detengono un patrimonio finanziario complessivo di 1.150 miliardi di euro, aumentato del 5,2% negli ultimi due anni: una cifra pari a tre quarti del Pil del Paese atteso nel 2020. Sono i benestanti, gli italiani con un patrimonio finanziario superiore a 500.000 euro (valore medio: 760.000 euro). Il 75% di loro si dice pronto a finanziare con i propri capitali privati investimenti di lungo periodo per la rinascita economica dell’Italia dopo il Covid-19. Il 71% consiglierebbe a parenti e amici di investire in aziende italiane. E solo il 18% teme l’introduzione di una tassa patrimoniale”. È questa la fotografia che emerge dal 3° Rapporto Aipb-Censis-«Investire nel futuro dell’Italia oltre il Covid-19» - realizzato “per capire come il Private Banking possa contribuire alla ripresa post-epidemia e al benessere collettivo”.
A fare bene i conti, se si persuade “la classe agiata a tenere in forma liquida solo una quota fisiologica del proprio portafoglio pari al 7% (oggi invece è superiore al 15%), sarebbero immediatamente disponibili 100 miliardi di euro da investire nell’economia reale”.
(Fonte: censis.it/ 23.11.2020)
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A proposito di tecnostrutture e vera efficacia della governance strategica.

Visioni a-specifiche sul cosa e quanto (quando) produrre

Immaginiamo di creare “beni” più idonei per affrontare temi come sanità-diritto universale, istruzione-bene di merito, ricerca-bene irrinunciabile per aumentare l’efficacia del lavoro. Inevitabile, quindi, coniugare i nuovi paradigmi: città bastevole e sviluppo fertile/creativo.
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Pasquale Persico
di Pasquale Persico

Una premessa. Come è largamente riconosciuto, l’accordo raggiunto nel Consiglio europeo di luglio 2020 può rappresentare una pietra miliare del processo di integrazione. I capi di Stato e di governo hanno mantenuto sostanzialmente invariato l’impianto, proposto dalla Commissione alla fine di maggio 2020, per dare una risposta alla crisi pandemica: Next Generation Eu (NG-EU) e, in particolare, il Recovery and Resilience Facility (RRF). L’ambizioso sostegno ai Paesi per una robusta ripresa, dopo l’emergenza, apre uno scenario per i nuovi beni a-specifici da produrre (per esempio: creazione e distribuzione del vaccino e altri beni pubblici ancora non nettamente definibili). Questo sostegno rimane una straordinaria opportunità, ma la sua effettiva realizzazione, in termini di efficacia ed efficienza, dipenderà dalla misura e dal modo in cui gli Stati membri sapranno utilizzare le risorse, messe a disposizione dalla Ue, per riformare in profondità le loro economie nazionali e l’economia europea. Avendo potenziale accesso a 209 miliardi di euro tra trasferimenti e prestiti, l’Italia è uno dei maggiori beneficiari di tali nuovi fondi europei. Essa ha, perciò, un ruolo cruciale da svolgere.
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Il timore è così “tanto radicato da influenzare, ed è questa la criticità maggiore, i mesi a venire fino all’estate 2021”.

Il turismo? “Fermo anche a Natale e Capodanno”

L'indice di fiducia del viaggiatore di Confturismo/Confcommercio “segna il peggior risultato di sempre”. Dati previsionali negativi. “Sei italiani su dieci non prendono nemmeno in considerazione l’ipotesi di fare una vacanza da qui a fine anno”.
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Neve in "difficoltà" in questo periodo
Il turismo resta ancora in grave difficoltà, né si intravedono, al momento, prospettive realisticamente in grado di rimettere in moto un comparto di rilevante valore per l’economia del Paese. “Continua ad essere il settore simbolo della crisi da coronavirus: fin dall'inizio della pandemia, infatti, il turismo italiano ha subito un tracollo dal quale al momento sembra impossibile risorgere. Dopo 5 mesi, che hanno bruciato 49,5 milioni di arrivi in Italia e 153,5 milioni di presenze, oltre a 10,5 milioni in meno di italiani all’estero, agosto e settembre non sono andati meglio, se non per una lievissima ripresa dei flussi interni, caratterizzati, però, da soggiorni brevi e capacità di spesa decisamente ridotta”. L’indice di fiducia del viaggiatore italiano - calcolato mensilmente da Swg per conto di Confturismo/Confcommercio - “fornisce, però, indicazioni ancora peggiori per l’immediato futuro: la propensione a viaggiare scende a 49 punti, su scala 0-100, il peggior risultato di 6 anni di rilevazione dopo i 44 punti di aprile, quando eravamo in pieno lockdown: 17 punti sotto a ottobre 2019”. E va detto che “sei italiani su dieci non prendono nemmeno in considerazione l’ipotesi di fare una vacanza da qui a fine anno e l’elemento alla base di tutto questo è la paura della pandemia, come dice il 64%”.
(Fonte: confcommercio.it/ 09.11.2020)
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Consumiamola con equilibrio e con tecniche di cottura sane e non avremo problemi.

Carne di maiale, leggera e saporita

Resta un alimento di cui non dobbiamo mai abusare, non solo per il contenuto di grassi che contiene, ma, soprattutto, per le sostanze nocive che derivano dalle modalità di allevamento degli animali.
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Bontà assortite
di Maristella Di Martino

Un tempo simbolo di ricchezza, la carne di maiale oggi è spesso sotto accusa per i metodi di allevamento e per il rischio di cancerogenicità. Declinata in costolette, prosciutto, salsicce e, soprattutto, accompagnata da mille contorni di verdura, in realtà vanta tante caratteristiche nutrizionali benefiche. Insaccati, affettati e bistecche. La carne di maiale è bianca o, meglio ancora, rosata. E non è detto che sia necessariamente grassa. Dipende dal taglio e dal tipo di animale. Se la mangiamo fresca, vengono macellati i suini “leggeri”, cioè che non raggiungono i 100 chilogrammi di peso, mentre, nel caso degli insaccati, quelli “pesanti” possono arrivare ai 200.
Perché la carne di maiale fa bene? La risposta è che dipende da come la consumiamo. Certo, la carne di qualsiasi animale resta, comunque, un alimento di cui non dobbiamo mai abusare, non solo per il contenuto di grassi che contiene, ma soprattutto per le sostanze nocive che sono legate al modo in cui sono stati allevati gli animali.
(continua)
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