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Salerno Economy IX.22 – 05.06.2020

La tempistica che emerge non appare particolarmente rapida e risolutiva.

Crisi profonda, sul tappeto il problema Sud

Prende forma nella sua gravità la complessa condizione dell’area meridionale del nostro Paese che gravita in una situazione particolarmente difficile, in attesa – da anni e anni – della realizzazione di un preciso disegno (con relative e sufficienti risorse) da portare a termine senza altri tentennamenti.
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Si delinea sempre con maggiore chiarezza – proprio mentre si riattivano (più o meno) tutti i principali flussi economici e produttivi – il quadro della crisi che è inevitabilmente collegata a quanto accaduto nei mesi scorsi. Prendono forma, cioè, numeri, tendenze, proiezioni che sono alla base di ogni ragionamento valido per comprendere bene (senza alcuna finalità tesa a stimolare ritorni “positivi” a prescindere dalla realtà delle cose) verso quale scenario siamo incamminati. Non sono poche le voci che invitano a riflettere a fondo sulle ipotesi di rilancio e di ricollocazione economica di intere aree che, per la verità, erano già in netta difficoltà ben prima di tutto quanto si è verificato. Naturalmente, la questione investe prioritariamente l’area meridionale del nostro Paese che gravita in una situazione particolarmente difficile, in attesa – da anni e anni – di un preciso disegno (con relative e sufficienti risorse) da realizzare senza altri tentennamenti. La riflessione, in queste giornate, è stata ampia e densa di segnalazioni interessanti. Insomma, non mancano spunti e riferimenti di cui tenere conto con la dovuta attenzione. Ma - è evidente - la tempistica che si delinea, nonostante la politica richiami frequentemente (credendoci sul serio?) l’urgenza delle cose da mettere in campo, non appare particolarmente rapida e risolutiva.
(continua)
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Parole, in questo scritto, legate l’una all’altra secondo una logica arbitraria e senza disciplina di alfabeto.

Movida, dai centimetri al nuovo spazio urbano

In molti centri (anche medio-piccoli) del Paese, i sindaci si stanno dando da fare. In questa scia sembra muoversi il dibattito in seno all’amministrazione comunale di Salerno. Disponibilità all’esterno per tavoli e tavolini e sospensione temporanea del pagamento della relativa tassa (Tosap). Edificante proposito. Ma quanto realizzabile?
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Mutamenti in corso
di Mariano Ragusa

Il dopo-Coronavirus e la lenta ripartenza. I nodi sciolti e da sciogliere attraverso la lente di ingrandimento offerta dalle parole che abbiamo imparato a pronunciare e sugli oggetti che ora ci indicano in una rinnovata prospettiva. Parole, in questo scritto, legate l’una all’altra secondo una logica arbitraria e senza disciplina di alfabeto.
Tempo.
Prima del Coronavirus sembrava misurabile, quasi percepibile. Di tempo ce n’era poco o troppo poco. Si perdeva. Gli si correva persino contro. Il tempo come categoria di orientamento continua ad esistere ma sempre meno nel linguaggio, soprattutto quello pubblico ed istituzionale. Prima del Covid-19 lo si voleva accelerato e quindi si pretendevano “tempi stretti”. Si elevava a “fattore tempo” quando lo si indicava come il sovrano misuratore dell’efficacia di una qualunque azione pubblica o provvedimento assunto dal governo e destinato ai cittadini. Adesso la parola dominante (e sinonima) è: “urgente”. Che al tempo fa riferimento ma con una inflessione drammatica ed emozionale. Tutto è urgenza. I decreti Liquidità, Semplificazione, Rilancio, con buona pace delle loro intrinseche complicazioni, si vogliono “urgenti” perché sollecitati da altrettante “urgenze”. La parole è ambiziosa. Istantanea. Una scommessa sul presente breve. Sarà, il termine, adatto alla cosa che intende definire?
(continua)
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Ma l’Europa sarà capace di sostenere - oggi - le speranze dei suoi cittadini e dei popoli che a lei guardano per costruire il proprio futuro?

La lezione di Enea per uscire dalla crisi

“La politica e il denaro cercano di nascondere il nuovo sentire delle popolazioni, e, invece, moltiplicano commissari e commissioni a difesa del loro potere. Bisogna, invece, riconoscere e sostenere milioni di persone che - come l’eroe che giunse nel Lazio - diventeranno, come lui, fondatori di nuove città. Ma siamo certi che parliamo dell’Italia?”
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Pasquale Persico
di Pasquale Persico

Finalmente Il governo e le Regioni trovano l’accordo e decidono di poter accogliere i turisti dello sviluppo, con la speranza che siano sani e spendaccioni, essi salveranno la nostra economia e rilanceranno il Made in Italy nel Mondo. La prudenza della commissione tecnica ci salverà dal virus maledetto e gli scienziati insieme alle multinazionali del mondo ci vaccineranno contro tutte le malattie che verranno: lo dicono gli scienziati incaricati dalla politica. Ma c’è di più. E’arrivato il Covid19 e i tempi dell’eterna attesa di Bagnoli rischiano di allungarsi ancora? Giunge, puntuale,  la  buona notizia che riguarda l’«alleanza» tra commissari per le bonifiche, quello di Bagnoli, Francesco Floro Flores e la sua collega di Taranto, napoletana,  Vera Corbelli, entrambi impegnati nei siti inquinati dell’ex Italsider. Nonostante la mia stima per i due tecnici, ancora una volta lo sviluppo della comunità larga dei Campi Flegrei - città omogenea da rifondare a Nord di Napoli come componente vitale della nuova città metropolitana - viene rinchiuso nella stretta ipotesi del risanamento ambientale allontanando il buon senso del riposizionamento strategico e culturale della popolazione dell’area vasta. Il comunicato congiunto sottolinea che “per la prima volta in Italia due commissari straordinari per le bonifiche avviano una collaborazione istituzionale per ottimizzare i percorsi tecnico-amministrativi, operativi e gestionali in corso a Taranto ed a Bagnoli-Coroglio”, una prospettiva di “autoritarismo politico”  si avvia a prendere il largo? E la rigenerazione sociale a cui fa riferimento l’utilizzo dei nuovi fondi europei?  Quella verrà dopo, prima la soluzione tecnica necessaria a definire i diritti di accessibilità all’area: la partecipazione - insomma - ai processi ritarda, in qualche modo, le soluzioni tecniche (sembra di capire).
(continua)
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Mentre nel prossimo trimestre si prospetta una “caduta ancora più pronunciata”.

Consumi, previsioni delineano vera e propria emergenza

Confesercenti: “Il Covid ci consegna Paese più povero. Certezze su risorse o sarà ecatombe”. Dati Istat confermano “segnali drammatici per famiglie ed imprese”.
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Criticità
“Nuovi ed eccezionali segnali drammatici investono, purtroppo, famiglie ed imprese. Il dato sull’andamento dei conti economici del primo trimestre conferma, in senso peggiorativo – visto che le stime provvisorie indicavano il - 4,7% – la grandissima difficoltà del nostro tessuto economico: con un -5,3% rispetto al trimestre precedente, siamo in una situazione di crollo del Pil. E l’attesa per il secondo trimestre è di un calo ancora più accentuato. Non pervenute, invece, le forti tensioni sui prezzi lamentate dai media in questi giorni sui servizi alla persona, che nonostante l’esplosione della domanda dopo il lockdown registrano solo una breve accelerazione rispetto ad aprile”. E’ questa l’analisi della Confesercenti sui dati diffusi dall’Istat nei giorni scorsi. Ma la preoccupazione principale si accentra sui consumi che denotano una contrazione di non poco conto: -7,5%. “Anche in questo caso - si legge nella nota dell’associazione - nel prossimo trimestre dovremmo assistere ad una caduta ancora più pronunciata”. Per la Confesercenti le conseguenze del lockdown emergono con chiarezza dal punto di vista della domanda in quanto “le famiglie hanno azzerato una parte delle voci di spesa e limitato i consumi alle spese non procrastinabili”.
(continua)
(Fonte: confesercenti.it/ 29.05.2020)
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Rientra tra i sette cibi anticellulite ed è un toccasana per combattere la ritenzione idrica.

Melanzana? Nome curioso, gusto sicuro

Allungata o rotonda, con un colore che va dal viola scuro al più chiaro fino quasi al bianco, molto diffusa nel mondo come testimoniato dalla varietà di ricette in uso: caponata, ratatouille, parmigiana, moussaka.
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Toccasana
di Maristella Di Martino

Mia nonna metteva le melanzane sotto sale per eliminare un po’ del loro amaro e quando preparava la parmigiana la casa si impreziosiva di quel profumo riconoscibile anche da lontano. Salivo le scale e, scalino dopo scalino, il mio naso era bramoso di annusare tanto quanto il mio palato di assaggiare… Avrete capito che ho una grande passione per le melanzane che, tra l’altro, è cresciuta con gli anni. E non solo perché rientrano nei 7 cibi anticellulite visto che sono un toccasana per combattere la ritenzione idrica. Mi piacciono in tutte le salse, alla brace con peperoncino, olio aceto ed origano, al forno, nella succulenta parmigiana, semplicemente impanate e fritte ma anche sott’olio, nelle insalate, con la pasta o sulla pizza. Insomma, primo, secondo o contorno non importa, purché siano fresche e possibilmente a chilometro zero. Il nome resta, però, curioso: oltreoceano sono conosciute come eggplants perché nelle isole britanniche le varietà coltivate nel Settecento producevano frutti simili per dimensioni, forma e in colore alle uova d’oca; oggi, invece, nei Paesi anglosassoni sono chiamate aubergines che forse deriva dall’arabo, a sua volta forse da un adattamento del sanscrito.
(continua)
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