Ma che tipo di “offerta” viene fuori da questo innovativo sistema di contatto con l’elettorato?
I “racconti” della rete e il consenso reale
Internet è un “pezzo” importante e strategico per l’acquisizione di consenso politico, ma spalanca altri mondi rilevanti. Ma c’è tutto un “mondo” che capta male o “non bene” quanto proviene dal digitale. Un “mondo” che determina e riversa consensi fondamentali per vincere.

Prospettive
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Quale "miopia" politica è in grado di favorire una governance interistituzionale, internazionale, collaborativa e lungimirante?
Amartya Sen, la Treccani e gli investimenti strategici
Differenziarsi da scelte generiche e improduttive implica un salto di scala nel costruire una grande sinistra che possa condividere valori essenziali nell’ambito della giusta distribuzione dei diritti e dei doveri.

Pasquale Persico
Il “bivio” politico si presenta ogni volta che si deve scegliere tra un mondo di possibilità e un mondo di fallimenti. Come si fa allora a fare questa scelta nel tumultuoso presente? Un saggio di Amartya Sen ispira nuovi ragionamenti. La riflessione - oggi assente nel bla bla della politica economica - riguarda come definire un investimento o un’infrastruttura strategica e con quale finanza si realizza. Nel ricordare Alfredo Reichlin non posso non tenere conto che, nel tentativo di portare il Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Salerno ad essere inserito nella graduatoria di quelli nazionali, la bravissima economista Lucrezia Reichlin, oggi con ampio e meritato riconoscimento internazionale, figlia di Pietro, vinse la cattedra di professore associato in Econometria presso quel Dipartimento che si apriva alla competizione internazionale. Ma tale esito fu ostacolato da colleghi che non tolleravano la possibilità che un docente potesse lavorare in due Università europee e tale "miopia" strategica servì solo a conservare la loro presenza-assenza. Ecco il tema dell’investimento strategico condiviso da Amartya Sen: differenziarsi dall’investimento generico implica un salto di scala nel fare una grande sinistra che possa condividere valori essenziali della distribuzione dei diritti e dei doveri.
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L’intervento del presidente di Agricola Vallepiana inviato a www.salernoeconomy.it.
A volte mi convinco che smetterò di allevare
“Così rientro tra gli ottantamila colleghi che negli ultimi trent’anni hanno smesso di produrre latte in Italia: siamo purtroppo la maggioranza e possiamo fare solo gli auguri a chi resta”.

Gioacchino Majone
Da medico, napoletano, nonché allevatore da cinquant’anni, sono veramente mortificato di ascoltare ogni giorno gente che non beve più latte, oppure, se lo beve, utilizza latte “sbagliato”, che nulla più possiede del vero latte. Sono per fortuna in vigore in Italia le leggi più severe sulla produzione - una qualità unica di latte fresco - di Alta Qualità che da quarant’anni ha già definito la vera tracciabilità e soprattutto individuato parametri sulle proteine (almeno 32 gr per litro), unici nel panorama mondiale, oltre ad avere previsto precisi e severi riferimenti sulla carica batterica e sulle cellule somatiche. Aveva, inoltre, definito tempi e ulteriori criteri (sieroproteine) che veramente tutelavano il consumatore ed offrivano un prodotto eccezionale; un prodotto che salvaguardava anche il produttore allevatore: consumatore e produttore, i due anelli deboli della catena da sempre mortificati da sistemi tecnologici che hanno alla base della propria filosofia il profitto e non sempre la tutela della salute. Tutto questo aveva funzionato per anni ma, poi, a certa industria il sistema di tracciabilità così rigido dava fastidio (obbligatoria la registrazione anche dell’ora di mungitura e della targa della cisterna, eravamo nel 1985).
* Presidente Agricola Vallepiana Srl
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Le opportunità rischiano spesso di non essere colte per i ritardi nell’espansione della banda larga nelle zone interne e montane.
Agricoltura 4.0, mercato da 400 milioni
Coldiretti: “Ottimizzazione produttiva e qualitativa, riduzione dei costi aziendali, minimizzazione degli impatti ambientali con sementi, fertilizzanti, agrofarmaci fino al taglio dell’uso di acqua e del consumo di carburanti”.

Innovazione
(Fonte: coldiretti.it/ 30.01.2020)
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Nutrirsi secondo il calendario di madre natura non può che farci bene.
La detox? Post Carnevale
Ecco qualche dritta per seguire per un po’ di tempo una dieta disintossicante. Bere due litri di acqua al giorno, consumare frutta e verdura rigorosamente di stagione, mangiare in maniera bilanciata tutti i nutrienti necessari al nostro organismo, tra carboidrati, proteine, vitamine, sali minerali.

Depurazione
Dieta detox? In tanti mi chiedono come si può stare in forma soprattutto in questo periodo con gli eccessi legati ai dolci di Carnevale… Beh, la mia risposta è sempre la stessa: la detox non fa miracoli e io non sono per nessuna dieta specifica perché l’alimentazione deve diventare un modus vivendi quotidiano in modo, poi, da poterci concedere qualche eccesso ogni tanto. E poi qualche sana abitudine non guasta di certo. Mi riferisco al diktat di bere due litri di acqua al giorno che aiuta a perdere peso perché ci fa sgonfiare eliminando tossine e liquidi, così come al consumo settimanale di frutta e verdura, rigorosamente di stagione, insieme al mangiare in maniera bilanciata tutti i nutrienti necessari al nostro organismo, tra carboidrati, proteine, vitamine, sali minerali etc.
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