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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Intervista all’esponente della Cgil che ha aderito al movimento “Liberi e Uguali”.
Tavella: “Ripartiamo dalla qualità del lavoro”
“Negli ultimi anni sembra di assistere a giochi di prestigio: si estraggono numeri dal cilindro delle statistiche con l’unico obiettivo di dimostrare che il lavoro cresce, aumenta. Ma si sorvola sugli aspetti più importanti: quanto dura veramente, com’è retribuito, in quale contesto di crescita sociale si colloca?”.

“Il problema vero è che occorre recuperare la centralità del concetto della qualità del lavoro. Il progressivo processo di precarizzazione – deflagrato ulteriormente non a caso dopo il jobs act – viene del tutto accantonato dal Pd di Renzi, mentre è la principale causa del blocco delle dinamiche sociali positive con particolare riferimento alle fasce giovanili”. Franco Tavella, già segretario regionale della Cgil in Campania ed attualmente impegnato in Basilicata, ha deciso di aderire alla nuova formazione guidata da Pietro Grasso (“Liberi e Uguali”) e anticipa in questa conversazione con SalernoEconomy alcune linee/guida che proporrà di inserire nei documenti programmatici in vista delle prossime elezioni politiche.

“Quando si parla di lavoro – evidenzia Tavella – negli ultimi due o tre anni sembra di assistere a giochi di prestigio: si estraggono numeri dal cilindro delle statistiche con l’unico obiettivo di dimostrare che cresce, aumenta, si muove con il segno più davanti. E, invece, si sorvola sugli aspetti più importanti: quanto dura questo lavoro, com’è retribuito, in quale contesto di crescita sociale si colloca, che cosa garantisce in termini di miglioramento delle proprie competenze, quale condizione sociale veramente determina? E’ da questo versante che occorre ripartire per recuperare i confini della sinistra che guarda alle nuove battaglie di civiltà e non ai facili populismi”.

Resta, in ogni caso, il punto interrogativo sugli scenari politici che emergeranno dalle prossime elezioni. Scenari che molto probabilmente non consentiranno una governabilità adeguata alla complessità dei problemi da affrontare. “Anche in questo caso – dice Tavella a SalernoEconomy – assistiamo alla mediaticizzazione di questioni che andrebbero affrontate senza strumentalità. Il voto utile, la personalizzazione delle posizioni, la radicalizzazione di un gruppo dirigente, quello del Pd, che sembra quasi riconoscersi in un’identità regionale toscana non inclusiva, ma, anzi, respingente. Mi chiedo: è davvero questo il modo di governare un grande partito progressista come afferma di essere il Pd?”.

Evidente, quindi, la necessità – spiega sempre Tavella – “di ritrovare prima di tutto uno spazio politico di confronto nel quale recuperare una dialettica sana. Nel quale, anche partendo da posizioni diverse, si riesca costruttivamente a trovare un punto di sintesi, senza lasciare prevalere calcoli di corrente o di sotto-corrente”. E ancora: “Il primo traguardo già raggiunto è quello di avere messo in piedi un contenitore/laboratorio che non rinnega i valori fondanti del movimento dei lavoratori, il percorso, cioè, che trovò un approdo naturale nell’articolo 18, nelle garanzie che sottraevano il lavoratore alla precarietà del rapporto con il suo datore di lavoro, ponendolo in una condizione di pari dignità. Non posso credere che una sinistra moderna e fortemente radicata nei processi evolutivi della storia non avverta il bisogno di rifocalizzarsi su questi principi sostanziali”.

Soprattutto al Sud ed anche in Campania “va affrontata – rimarca Tavella – la questione della ridefinizione di modelli di sviluppo coerenti con le identità territoriali, dando risposte all’esigenza di generare nuova occupazione senza ricorrere a politiche incentivanti di carattere non strutturale”.

“Si parla tantissimo – sottolinea Tavella – di politica industriale, spesso a sproposito. I territori del Sud, questa è la verità, possono esprimere tante potenzialità che avrebbero bisogno soltanto di essere assecondate. La parola/chiave è integrazione dei comparti in una dimensione di eco-compatibilità: manifatturiero green ed export oriented, ma anche agricoltura ed agro/industria intrecciate con i nuovi e tanti turismi. La partita si vince mettendo al centro di ogni percorso i territori e non calando dall’alto visioni ed incentivi che ne snaturano le identità”.

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

@PappalardoE

Immagine F. Tavella def
Franco Tavella
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