In attesa delle elezioni amministrative il clima resta immutato, mentre si accentuano problemi di non semplice soluzione.
Scenari politici? Sempre uguali, non è cambiato niente
Quanti si aspettavano almeno un miglioramento della condizione generale dei partiti in questo momento non lo vedono per niente. La partita sembra in pieno svolgimento, ma, al di là delle “belle” parole, si coglie poco altro.

Tempo di crisi
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La sua missione non può dirsi compiuta malgrado alcuni partiti si affannino ad affermare il contrario.
La scelta di Draghi, il civil servant che rispose “obbedisco”
“Poco importa se la carriera ascensionale del salvatore dell’euro non dovesse far tappa al Quirinale. Occorre garantire, anche alla politica, il recupero della propria normalità, a cominciare dal rispetto del calendario istituzionale”.

Mario Draghi
Li chiamano civil servants o anche “riserve della Repubblica”. Non solo, non semplicemente dei fuoriclasse. Piuttosto figure di alto profilo, comprovata competenza, un destino di responsabilità che fa tutt’uno con i doveri delle Istituzioni.
Mario Draghi è un civil servant. Per questa configurazione rispose “obbedisco” alla chiamata del Capo dello Stato Sergio Mattarella, per assumere l’incarico di presidente del Consiglio dei ministri. Barra dritta sugli interessi prevalenti dello Stato e della comunità nazionale. Distanza di cautela, ma non indifferenza, dalla dialettica tra i partiti pur vitale sebbene imbrigliata dallo schema draghiano del Governo del Paese.
Mario Draghi è ancora il civil servant del primo passo in politica? O meglio: serve ancora al Paese questo profilo istituzionale nel ruolo che occupa e per i fini ai quali era stato chiamato? Sì, serve.
La sua missione non può dirsi compiuta malgrado alcune forze politiche (in testa la Lega) si affannino ad affermare il contrario. Se quella mission fosse stata identificabile nella sola lotta sanitaria alla pandemia e all’attuazione di un serio – come si sta rivelando – piano di vaccinazione, sarebbe bastato un commissario migliore di quello che aveva pasticciato su mascherine e respiratori per le terapie intensive.
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La posizione dell’ex ministro dell’Università riaccenderà il dibattito sui temi preliminari per riparlare di sviluppo?
Città metropolitane, candidati sindaci e il grido di Manfredi
La produttività della cosiddetta “geografia funzionale”, a cui appartiene il tema delle infrastrutture complesse (logistica, sistema sanitario, formazione, sicurezza etc), deve essere ancora rivisitata.

Pasquale Persico
Lo slogan elaborato per l’Italia attraversata dall’Alta velocità è ancora “la metropolitana d’Italia”. Questa comunicazione voleva ribadire che l’infrastruttura-Alta velocità portava valore aggiunto sia alle infrastrutture di mobilità che a quelle di altri settori di servizi per contribuire alla “risalita” della produttività totale delle aree vaste. Le città metropolitane al centro di una nuova governance interistituzionale delle macroregioni di nuova generazione? L’occasione storica di rivedere, a cinquanta anni dalla nascita, l’assetto urbanistico del sistema Italia/regionale poggiava sull’idea che le nuove città potessero essere considerate infrastrutture complesse inclusive, capaci di contribuire allo sviluppo sostenibile delle macroregioni di appartenenza. Le città metropolitane riposizionate avrebbero dovuto imboccare la strada dell’elezione diretta del sindaco metropolitano, per dare alla governance strategica delle aree vaste un assetto diverso, più policentrico ed orientato a cucire le aree urbanizzate con le altre aree a valenza ambientale, fino a rendere esplicita la funzionalità complementare della città e delle altre città (aree a meno densità urbana).
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Ruolo centrale per i “24mila agriturismi nazionali, spesso situati in zone isolate, in strutture familiari con un numero contenuto di posti letto e a tavola”.
Vacanze, in campagna per un italiano su cinque
Coldiretti/Notosondaggi: “E’diventata la seconda meta subito dietro al mare per effetto dell’emergenza sanitaria che ha fatto cambiare i programmi di una fetta consistente della popolazione”.

Tranquillità e sicurezza
(Fonte: coldiretti.it/ 18.05.2021)
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Le mille proprietà conosciute dai popoli più antichi in tutte le regioni del Mediterraneo.
Olio di oliva, antiage ricco e naturale
I fenici lo battezzarono oro liquido, gli egizi lo usavano per ammorbidire la pelle e restituire lucentezza ai capelli secchi e nella Grecia antica gli atleti lo adoperavano per i massaggi prima delle gare.

Flusso magico
Massaggi, frizioni, maschere, saponi. E chi ne ha più ne metta. Le proprietà di bellezza dell’olio di oliva come trattamento estetico davvero non si contano. E sono conosciute dai popoli più antichi in tutti le regioni del Mediterraneo, Arabi compresi. Tanto che i Fenici lo battezzano oro liquido, gli Egizi lo usano per ammorbidire la pelle e restituire lucentezza ai capelli secchi e nella Grecia antica gli atleti lo adoperano per massaggiare i corpi prima delle gare. La composizione in grassi di quello d’oliva (i trigliceridi) è molto simile al sebo della pelle umana e che, tra i tipi vegetali, risulta l’elemento con la maggiore affinità al nostro strato lipidico. E questo ne fa un antiaging naturale per la ricostruzione del derma. Ma è poi anche straricco di sostanze benefiche quali la vitamina E capace di contrastare i radicali liberi e la A che impedisce la secchezza delle mucose; di squalene, un idrocarburo in grado di penetrare negli strati più profondi della pelle e rinnovarla; di acidi grassi insaturi (il linoleico ed il linolenico) che prevengono eczema, acne, psoriasi e pelle secca; il beta-carotene che le ridona elasticità e gli acidi ed alcoli triterpenici altamente cicatrizzanti.
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