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I dati dell’Osservatorio per l’Imprenditorialità Femminile di Unioncamere e InfoCamere.
Welfare e istruzione: 1 impresa su 3 guidata da donne
Nel campo sanitario e dell’assistenza sociale rappresentano quasi il 38% del totale, con un incremento di oltre 2.400 aziende rispetto a cinque anni fa e “una forte specializzazione nella cura e nell’assistenza all’infanzia”.

“Un milione e 340mila imprese, 3 milioni di occupati e un forte apporto al sistema dell’istruzione e del welfare di natura privata, così importante per agevolare la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro delle famiglie”. E’ la “fotografia” delle imprese femminili proposta dall’Osservatorio per l’Imprenditorialità Femminile di Unioncamere e InfoCamere. “Nella scelta di aprire una attività autonoma – si legge in una nota diffusa alla stampa – sono molte le donne che preferiscono orientarsi verso i settori che offrono servizi alle famiglie, come quelli che si occupano di istruzione, o che operano nella sanità e nell’assistenza sociale. In questi ambiti, infatti, più di una impresa su tre è gestita da donne, con tassi di femminilizzazione, quindi, ben superiori a quello medio (22%)”.

La mappa delle imprese femminili.

I dati al 30 settembre scorso evidenziano che “nell’Istruzione le 9.600 imprese femminili sono oltre il 30% del totale, con un aumento di circa 1.500 unità rispetto a settembre 2014”. Nel campo sanitario e dell’assistenza sociale “le 17mila imprese femminili oggi esistenti rappresentano quasi il 38% del totale, con un incremento di oltre 2.400 imprese rispetto a cinque anni fa e una forte specializzazione nella cura e nell’assistenza all’infanzia. A dimostrarlo sono le 3.400 attività femminili che gestiscono servizi di asili nido, baby-sitting e assistenza diurna per minori disabili, che sono quasi l’82% di quelle registrate (4.170) e risultano in aumento di circa 200 unità rispetto a 5 anni fa. Questa rete di imprese dedita alla cura dei bambini si configura, insomma, come una sorta di soccorso rosa per i papà e le mamme lavoratrici, e risulta particolarmente numerosa e fitta in alcune regioni (Lombardia e Lazio innanzitutto), meno diffusa, invece, nelle regioni più piccole, come Valle d’Aosta, Molise  e la Basilicata”.

“La predilezione femminile per questi settori – ha dichiarato Tiziana Pompei, vice segretario generale di Unioncamere – è confermata anche nel lavoro dipendente. Secondo le ultime previsioni Excelsior di Unioncamere e Anpal, relative alla domanda di lavoro delle imprese nel mese di gennaio, le donne continuano a essere maggiormente richieste soprattutto nei servizi alle persone (30% richieste di personale femminile). A seguire le imprese ricercano dipendenti donne soprattutto nei servizi di alloggio, ristorazione e turistici (28% richieste di personale femminile) e nel commercio (26%)”.

(Fonte: unioncamere.gov.it/ 20.01.2020)

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