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I dati contenuti nel Registro delle Imprese del Ministero dello Sviluppo Economico.
Una “Salerno Valley” con 158 start up innovative
Le presenze più diffuse di aziende ad alto tasso di tecnologia si rintracciano nelle aree del capoluogo e nei comprensori dell’Irno e dell’Agro Nocerino Sarnese.

Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (Edizione Salerno) mercoledì 20 dicembre 2017.

di Paolo Coccorese e Ernesto Pappalardo

I dati contenuti nel Registro delle Imprese del Ministero dello Sviluppo Economico – Sezione speciale dedicata alle start up innovative, consultata il 17 dicembre 2017 – ci dicono che sono state censite fino ad oggi nella nostra provincia 158 imprese di questo genere. Il primo indicatore che balza agli occhi riguarda la loro localizzazione sul territorio della Campania. Se prendiamo in considerazione il numero di tali imprese per ogni 10.000 abitanti, la provincia di Salerno (con 1,43) precede tutte le altre province tranne quella di Benevento (1,97). Si collocano dopo Salerno: Caserta (1,09), Avellino (1,02), Napoli (0,97). Ma va sottolineato che la media di Salerno è superiore a quella regionale (1,13) e si avvicina moltissimo a quella nazionale (1,48). Se restringiamo ancora il perimetro analitico – come peraltro evidenziato dal Sole 24 Ore nella recente indagine sulla qualità della vita – al rapporto start up innovative/ogni 1.000 società di capitale, il nostro territorio si piazza al 53° posto in Italia (con il valore di 1,1). In Campania anche in questo caso solo il Sannio evidenzia un indicatore migliore: 1,2 (39° posto). Le altre province seguono la nostra: Caserta (57° posto, 1,0), Napoli (63° posto, 0,9) e Avellino (79° posto, 0,7).

La localizzazione.

Molto interessante si rivela la localizzazione delle imprese innovative sul territorio provinciale. Naturalmente il numero più consistente è basato nel comune capoluogo (60), ma Valle dell’Irno (26) e Agro Nocerino Sarnese (26) a pari merito ospitano una congrua pattuglia di aziende. Entrando nel dettaglio: nel primo caso, 20 operano a Fisciano (ed in questo caso la presenza dell’Università è certamente un riferimento importante), 5 a Baronissi e 1 a Mercato San Severino; nel secondo caso, 7 ad Angri e 4 a Scafati “guidano” questa graduatoria relativamente al loro comprensorio. Ben posizionata la Piana del Sele con 21 imprese di cui 10 a Battipaglia e 5 ad Eboli. Sotto le dieci unità le altre sub-aree provinciali.

I comparti produttivi.

Se si analizzano i segmenti nei quali operano queste aziende innovative, spiccano gli ambiti dei servizi di informazione e comunicazione (60) e le attività professionali, scientifiche e tecniche (46), a conferma di una non secondaria presenza di percorsi di auto-imprenditorialità ad alto valore aggiunto legati alla specializzazione professionale. In ogni caso il manifatturiero è presente con 23 aziende e il commercio all’ingrosso e al dettaglio con 10.

Il valore della produzione.

In questo caso per ben 76 imprese (sulle 158 censite dal Mise) non è disponibile il dato del valore della produzione. Fatta questa premessa, tale indicatore si ferma al massimo a 100.000 euro per 46 aziende ed è compreso tra 100.000 e 500.000 euro per 25 di esse; 7 aziende riescono a generare un valore della produzione tra 500.000 e 1.000.0000 di euro. E solo 4 superano il milione di euro.

La dimensione occupazionale.

Quadro incompleto anche per questo indicatore, in quanto per 87 aziende il dato non risulta presente nelle tabelle del Mise. In ogni caso il trend è molto chiaro: 51 imprese inquadrano fino a 4 addetti, 15 da 5 a 9 addetti; 2 da 10 a 19 addetti; 1 da 20 a 49 addetti. E solo 2 aziende impiegano tra 50 e 249 addetti.

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