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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Si assiste a una (ri)consolidata confusione che si trasforma di giorno in giorno in “percorso” vincente.
Tutti uniti e intruppati, ecco la campagna elettorale
A settembre si vota. E la politica non ha nessuna intenzione di cambiare. Ma non è il caso di riflettere su quali scenari ci ha aperto l’esperienza che abbiamo vissuto? La “convivenza” con il lavoro al computer non ha, forse, “scoperto” il futuro che sarà? Il turismo che si ritrova senza presenze deve solo aspettare il grande ritorno degli stranieri?

Ma che tipo di campagna elettorale ci aspetta? In piena estate – con scenari politici di breve e medio periodo che sembrano seguire la linea ondivaga di patti di maggioranza ancorati sostanzialmente al “primo non prenderle” – i contorni della narrazione sono ancora più offuscati dalla scarsa definizione del percorso che occorre seriamente affrontare per provare a fare qualcosa di buono. Si assiste, invece, ad una consolidata confusione che si trasforma di giorno in giorno in “percorso” vincente. Ma per chi? Perché proprio su questo punto le note stonate abbondano. In Campania – per esempio – lo scenario sembra (sembra) ancora più ingarbugliato per la posizione dei 5Stelle che hanno chiarito da tempo di non appoggiare il candidato del Pd alla presidenza della Regione. Insomma, mentre a Roma si prova ad allargare la maggioranza e anche il Cavaliere si ritrova in una nuova dimensione relazionale con gli antichi avversari di un tempo, da queste parti si articolano tre ambiti di riferimento che fanno la loro campagna elettorale. Il mondo cammina verso nuove rappresentazioni del teatro della politica – senza, per la verità, riuscire fino ad oggi a esprimere alcunché di significativo – ma noi rimaniamo fermi nel tempo, riproponendo vetuste formule di scontro. Naturalmente, bisogna interrogarsi anche su questo aspetto per comprendere a fondo che cosa non è cambiato nella nostra regione per arrivare ad avere di fronte il quadro corretto del già visto. Ci sarà certamente chi può risponderci che, invece, è proprio il frutto di un grande cambiamento assistere alla riformulazione esatta di quanto già si verificò tempo addietro. E anche su questo punto di riflessione va sviluppata una non superficiale analisi. Ma, appare evidente, che l’impatto dell’epidemia ha avuto senza dubbio il suo peso nell’evoluzione (?) del quadro politico regionale soprattutto dal punto di vista dell’individuazione e dell’affermazione delle candidature, determinando il “cambiamento” con il quale siamo chiamati a confrontarci.

E ora ci troviamo di fronte una campagna elettorale che sembra ancora fortemente immersa in uno spazio temporale così distante dalla memoria di altri contesti del genere, da generare, almeno in questi ambiti iniziali, una scarsa partecipazione di tutto quel pubblico che non può considerarsi di “addetti ai lavori”. In altre parole, non sembra, al momento, che la gente, i cittadini abbiano tratto le conclusioni che verso la fine del prossimo settembre si voti per la Regione.

Eppure non mancano appuntamenti – anche molto digitali – che si pongono l’obiettivo di richiamare la mente a questa scadenza che, ovviamente, è molto importante soprattutto per il nuovo contesto che ci troviamo ad affrontare.

In questi momenti prende forma l’idea di avere a che fare con una campagna elettorale nuova nella forma, ma, purtroppo, abbastanza identica nella sostanza. Mentre, invece, proprio per la storicità del momento, sarebbe estremamente interessante parlare e confrontarsi sui problemi reali che ci sono e che, indubbiamente, si prospettano.

E, invece, no. La partita è sul tavolo già ben delineata e non c’è nemmeno il tempo di affrontarla provando a ragionare – per entrare nel merito – di che cosa ci apprestiamo a diventare. Siamo proprio convinti che l’economia deve esclusivamente tendere a recuperare quanto ha perso? O è anche il caso di riflettere su quali scenari ci ha aperto l’esperienza che abbiamo vissuto? La “convivenza” con il lavoro al computer non ha forse “scoperto” il futuro che sarà? Il turismo che si ritrova senza presenze deve solo aspettare il grande ritorno degli stranieri? E così via con tanti altri interrogativi.

Ma non c’è tempo. A settembre si vota. E la politica non ha nessuna intenzione di cambiare.

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

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