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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Come ogni anno si ripropongono ingorghi e cattiva gestione dei flussi di viaggiatori.
Traffico, trasporti, mobilità? “Mali di stagione”
Al primo posto tra le criticità “estive” resta il problema degli spostamenti per raggiungere le località di mare e le altre aree della provincia di Salerno inserite nei tour turistici.

Come sempre accade, appena la stagione turistica entra nel vivo, vanno in archivio buoni propositi, disegni, progetti di miglioramento della qualità della vacanza nella nostra provincia. Tutto viene travolto dalla gestione del quotidiano flusso di visitatori. Insomma, prende il sopravvento il più classico dei “pensiamo a lavorare” e “non balocchiamoci con le chiacchiere”. Probabilmente è un rito consolatorio di massa rispetto al ripetersi di situazioni ormai talmente radicate nell’immaginario collettivo da non sembrare più emergenziali o ottimizzabili. L’ultima ricognizione della Banca d’Italia sulla percezione che i turisti stranieri hanno della qualità dell’offerta in provincia di Salerno, naturalmente, pone il problema dei trasporti al primo posto tra le criticità. Non è che fosse necessaria la valutazione dello stato dei fatti da parte dei turisti stranieri per capire che proprio la complicata vicenda della mobilità di cose e persone rende un cattivo servizio non solo al turismo, ma anche a tanta altra parte dell’economia della nostra provincia. Ovvio che dal punto di vista del turista (straniero o italiano non fa alcuna differenza) le difficoltà per raggiungere le località prescelte o per andare a visitare altri posti ritenuti interessanti, si configurano come criticità prioritarie in grado di orientare la decisione più importante (e cioè la scelta del nostro territorio rispetto agli altri agguerriti competitor nazionali ed esteri).

E’ del tutto evidente che la costruzione di una “rete” di infrastrutture – non soltanto delle singole e strategiche infrastrutture – resta la priorità capace di attivare o meno il salto di qualità in termini di attrattività. Perché giova tra l’altro ricordare che, sebbene ci si confronti con target variegatamente differenziati, uno degli obiettivi principali è certamente individuabile in una maggiore e più efficiente fluidificazione dei flussi di visitatori tra le varie sub-aree a vocazione turistica della provincia. In altre parole, studi ed analisi fin qui condotte ci dicono che il turista non è sufficientemente incentivato (ed accompagnato) a recarsi in aree diverse (nel giro di poche decine di chilometri) da quelle dove ha scelto di risiedere per la durata della sua vacanza. I vetero-campanilismi, bisogna evidenziarlo, fanno la loro parte, ma molto altro deriva dalle oggettive difficoltà negli spostamenti che inducono a non allontanarsi dal micro-habitat individuato.

Insomma, la mobilità si traduce da decenni in un fattore alla base della decelerazione del tasso di permanenza che, com’è noto, è indice di riferimento per fare lievitare il gettito di spesa.

Intorno alla mobilità – e anche questa è storia vecchia – insistono problematiche ancora più antiche che, però, negli ultimi due o tre anni sono state finalmente affrontate. Per esempio: non è soltanto con i grandi attrattori che si può pensare di innovare e dinamicizzare ulteriormente l’economia turistica provinciale. Anzi, proprio supportando l’interrelazione virtuosa tra grandi e piccoli attrattori – tra aree di costa e zone interne – si può tentare di aggregare nuovo fatturato alla filiera dell’ospitalità e dell’accoglienza.

Come è altrettanto arcinoto che senza sinergie pubblico/privato – alla pari e senza meccanismi influenzati dalla pervasività della politica – anche la qualità dei trasporti non può migliorare.

Ma, intanto, l’estate avanza e non c’è tempo – così dicono – per “filosofeggiare”. Se ne riparlerà in vista della prossima stagione turistica. Tanto, l’unità di misura temporale per risolvere i problemi (non solo nel turismo) è incentrata, come è noto, sui decenni.

Buona estate a tutti!

direttore@salernoeconomy.it

Twitter @PappalardoE

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Il nodo della mobilità
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