contatore visite free skip to Main Content
info@salernoeconomy.it

GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Crisi difficile da risolvere per venire fuori da un contesto socio/economico che non ha termini di paragone con situazioni antecedenti.
Tra ritardi e partite politiche, la ripresa che non parte
Davvero troppe le “narrazioni” alle quali si è preferito attingere, senza preoccuparsi più di tanto delle contraddizioni e delle difficili conseguenze da affrontare. Impelagati in uno dei momenti più complicati e, nello stesso tempo, importanti dell’ultimo periodo.

Può capitare, spesso e volentieri, che, quando giunge il momento di rialzarsi e di mettersi in cammino per recuperare quanto si è perso per strada, ci siano sempre attimi di tensione, indecisione e, in non pochi casi, di vera e propria incapacità di valutare con attenzione la strada da percorrere. Si preferisce, in queste circostanze, avviare, invece di stringere i tempi, consultazioni, riflessioni, dibattiti, analisi che – sebbene siano sempre un indicatore importante per arrivare ad una più o meno precisa descrizione di quanto sta accadendo – in buona sostanza non riescono a promuovere una vera e propria visione comune, un’intesa, cioè, basata su quelle priorità che mettono d’accordo tutte (o quasi tutte) quelle forze (politiche, economiche, sociali eccetera eccetera) che rappresentano una comunità. Non sempre è così, ma, intanto, quando si verifica uno stallo sostanziale, ne derivano sempre contesti che alimentano tensioni e contrapposizioni inevitabilmente protese verso scenari imprevedibili, difficilmente catalogabili. Nel nostro caso  specifico – localizzato in un’area meridionale che già si mostrava colpita e gravata da non poche emergenze – è abbastanza evidente che mentre stentano a riprendere la loro traiettoria regioni molto ben contestualizzate in rapporti e relazioni economiche (ma non solo) con il resto d’Europa (e del mondo), il livello di rischiosità aumenta di giorno in giorno, come pure diminuiscono le occasioni di pronta ripresa. E’ del tutto evidente, per essere chiari, come la mancanza effettiva – al di là di tatticismi di ristrettissimo periodo – di una ragionata ed organica maggioranza politica rappresenti il punto debole che determina tutto il resto.

E’ molto difficile, sulla base di quanto emerge dal susseguirsi di eventi e decisioni per molti versi difficili da comprendere, ritenere che nel breve e medio periodo possa configurarsi un quadro politico in grado di mettere in piedi un programma articolato in provvedimenti essenziali, ma, fondamentalmente, capaci di illustrare un percorso, una traiettoria pronta a reggere l’urto della situazione. L’attuale contesto politico non lascia troppo spazio all’immaginazione: abbiamo di fronte sia sul versante della “maggioranza” che delle “opposizioni” due agglomerati che inseguono il consolidamento del proprio consenso, ponendo, purtroppo, in secondo piano la necessità di dotare il Paese di strumenti solidi, pronti a offrire risposte rapide e perfettamente collegate al quadro complessivo di uno spazio europeo che nei prossimi mesi sarà determinante per delineare rapporti e relazioni di medio e lungo periodo. Rapporti e relazioni in grado di stabilire con esattezza (e solidità) i percorsi di ripresa – o, in ogni caso, i baluardi contro le conseguenze di una crisi molto difficile da contrastare – da affrontare con il solo obiettivo di venire fuori da un contesto socio/economico che non ha termini di paragone con situazioni antecedenti.

Siamo, quindi, nel più classico momento della verità, ma mancano all’appello attori che abbiano piena e fondamentale consapevolezza di tutti gli elementi contenuti nella partita che stanno giocando. Come pure si evince che nella stragrande maggioranza dei casi non sia stata raccontata con chiarezza e precisione il determinarsi del contesto alle basi sociali e produttive. O meglio: sono davvero troppe le “narrazioni” alle quali si è preferito attingere, senza preoccuparsi più di tanto delle contraddizioni e delle conseguenze in ogni caso generate. Siamo, quindi, in uno dei momenti più complicati e, nello stesso tempo, importanti dell’ultimo periodo. Occorre uno sforzo – molto difficile, purtroppo, da rintracciare –  per evitare confusione e iniziare, invece, la non facile e complicata rincorsa ad una ripresa stabile e duratura, provando a cancellare tanti (troppi) errori commessi negli ultimi anni.

A volte non mancano le sorprese. Siamo certi che è possibile provare – almeno provare – ad intraprendere la strada meno rischiosa, senza troppi sprechi e troppi ritardi. E’ un auspicio che, a ben vedere, sta nel cuore di tutti noi.

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

E’ crisi
Soluzioni difficili
Back To Top
Cerca