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I numeri dell'economia »

Sviluppo? Troppo poca attenzione all’oro verde

Analisi. Come cambia l’identità produttiva della provincia di Salerno I numeri segnalano la terziarizzazione poco virtuosa dell’economia locale Manca una visione di sistema e si aggrava ancora la crisi occupazionale L’emergenza-lavoro si conferma, evidentemente, centrale nello scenario provinciale. Gli avvenimenti delle ultime settimane hanno portato alla ribalta vertenze con un forte impatto mediatico, ma si ha la sensazione che il contesto complessivo non sia stato ancora valutato nella sua effettiva gravità. “Salernoeconomy.it” ha provato a mettere in fila numeri e statistiche con l’obiettivo di delineare i contorni di una situazione a dir poco allarmante. E’ abbastanza chiaro che per individuare il percorso che porta al “disegno” di un nuovo modello di sviluppo sia ineludibile il confronto con i numeri. Balza agli occhi l’urgenza di un intervento di politica industriale in grado di mettere a sistema le potenzialità insiste nell’agroindustria con evidenti punti di contatto tra comparto agricolo e settore turistico, in stretta connessione con le esigenze di recupero e risanamento ambientale (oltre che messa in sicurezza idrogeologica) del territorio. Sono proprio i numeri a sottolineare che – al di là del manifatturiero “tradizionale” capace di competere in base alla qualità, all’innovazione di processo e di prodotto – le dinamiche in atto lasciano intravedere margini di crescita nell’attuazione di un modello che privilegi il settore primario (con grande attenzione alla sua valenza industriale) sostenendo la piattaforma economica provinciale con una rete logistica maggiormente attenta alle vie del ferro, dell’aria e del mare. Il mercato del lavoro. Tra il 2007 ed il 2011 il calo degli occupati registrato nella provincia di Salerno (Fonte: Cciaa-Tagliacarne) è stato di circa dodicimila unità (-3,4%), dato che mostra una contrazione meno intensa rispetto alla media regionale (-8,8%), ma, comunque, ben lontana da quanto registrato a livello nazionale (-1,1%). La flessione della forza lavoro provinciale (-1,3%) è stata, anch’essa, meno importante rispetto al calo medio regionale (-4,2%), mentre a livello nazionale ha registrato un incremento dell’1,4%. Sempre tra il 2007 ed il 2011 l’aumento dei disoccupati sul territorio salernitano, passati da 45.616 unità a 52.587 unità, ha raggiunto una percentuale pari al 15,3%, risultato sensibilmente meno pesante rispetto a quanto registrato sul territorio regionale e nazionale. Focalizzando l’attenzione sui dati 2011 relativi al mercato del lavoro in provincia di Salerno, il tasso di occupazione, pari al 45,6%, risulta il più alto della regione, anche se distante da quello medio nazionale (56,9%). In linea con quello di occupazione anche il tasso di attività (52,7%) e quello di disoccupazione (13,2%). Gli occupati per settore di attività. Riguardo alla distribuzione settoriale degli occupati l’economia provinciale, così come quella regionale, si caratterizza per una forte incidenza dei posti di lavoro nel settore terziario: il 70,6%, mentre minore è il peso dell’occupazione nell’industria, pari al 22,2%. Relativamente più elevata l’incidenza dell’occupazione nell’agricoltura il cui dato, pari al 7,2%, è notevolmente superiore alla media regionale (3,9%) e nazionale (3,7%). Il Pil provinciale e settoriale. La provincia salernitana nel 2011 ha evidenziato un calo del Pil del 4,2%, un dato notevolmente peggiore rispetto alla media della Campania (-2,2%), già in controtendenza rispetto al dato nazionale (+1,7%). Se entriamo nel merito delle dinamiche settoriali, si riesce a comprendere l’evoluzione in atto dal punto di vista produttivo. La recente analisi dell’Istituto Tagliacarne sottolinea che “in linea con le principali economie avanzate, il settore dei servizi rappresenta la principale attività economica della provincia di Salerno”. Il valore aggiunto del terziario costituisce il 78,6% del totale. “Continua – si legge ancora nel documento – ad attestarsi su valori contenuti il contributo dell’industria. In provincia di Salerno, infatti il valore aggiunto del settore industriale è pari al 17,5% del totale, dato che non si discosta in misura significativa da quello della Campania (17,1%)”. Il 6,1% del valore aggiunto provinciale proviene dall’edilizia, mentre il contributo proveniente dall’agricoltura è pari al 3,9%, un valore ampiamente superiore a quello medio regionale (2,6%), del Mezzogiorno (3,3%) e, soprattutto, dell’Italia (1,9%). (Er.Pa.)

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