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Lo speciale 1 »

“Ma dove sono andate a finite le preoccupazioni per il Pnrr, per l’emergenza sanitaria e sociale?”.
Se in tanti corrono verso Barabba, è il momento di scegliere
“I nostri territori hanno bisogno di interventi urgenti e decisivi. Problemi complessi, che aspettano risposte altrettanto complesse. Diffidiamo sempre di chi promette, invece, risposte semplici”.

di Giuseppe Gallozzi*

Corsi e ricorsi storici. Nulla di nuovo che accade, ma solo una ripetizione di scelte che, purtroppo, si susseguono con impatto negativo crescente. La storia sembra non abbia insegnato nulla – forse non lo ha fatto ancora – ma continuare a nascondere la testa sotto la sabbia non ci aiuterà affatto ad uscire da questa complicata situazione.

E’ come avere visto il nostro Parlamento voltare le spalle al Paese. Senatori che hanno rinnegato tutto quanto dichiarato – era solo il febbraio del 2021 – con l’insediamento del Prof. Mario Draghi; concetti ribaditi, poi, un anno dopo quando si è chiesta a gran voce la ri-elezione del presidente Mattarella proprio perché il Prof. Draghi doveva necessariamente rimanere al suo posto, per le sue competenze e la credibilità che finalmente abbiamo potuto ri-affermare anche in Europa.

Dove sono andate a finire le promesse e le considerazioni svolte per sostenere il Prof. Draghi e aiutare l’Italia a venire fuori da un contesto drammatico? Dove sono andate a finite le preoccupazioni per il Pnrr, per l’emergenza sanitaria e sociale, che avevano spinto tutti ad unirsi nel nome del Professore, per il bene del Paese?

A questo punto vengono in mente due solide alternative per il futuro. La prima è quella più spontanea – ma meno valicabile, ovviamente, per tanti motivi legati all’impegno che ciascuno di noi porta sempre, a qualsiasi costo, verso il nostro Paese – che va, in ogni caso, espressa: fuggire lontano e ricominciare dove si possa sviluppare al meglio la propria persona. E’ una considerazione che sarà sicuramente passata per la testa di tanti italiani che assistevano senza parole a quanto è accaduto giorni fa nell’aula del Senato.

Il solo pensiero di questa alternativa fa rabbrividire: amiamo il mio Paese in maniera, per così dire, esagerata e non si potrebbe voltargli le spalle proprio nel momento del maggiore bisogno.

La seconda alternativa? La nascita e la crescita di aggregazioni di persone di buona volontà, che abbiano a cuore il bene comune, che abbiano credibilità personale e capacità di proposta. Persone che abbiano il coraggio di costruire comunità, allontanandosi da una politica auto-referenziale (e, purtroppo, auto-referenziata), che sappiano, davvero, mettere al centro del proprio programma il bene del Paese.

Questo percorso appena citato lo abbiamo intrapreso due anni fa con l’associazione Per le Persone e la Comunità. Si parte dalle persone, ascoltandone i bisogni, ma sviluppando, poi, tanti progetti basati su analisi e competenze per essere portati a compimento. Siamo nati nello scetticismo generale, ma abbiamo dimostrato che la credibilità delle persone – che offrirono il  proprio contributo per il bene delle proprie comunità – può dare generosi frutti.

Il Paese, così come i territori che lo compongono, ha bisogno di interventi urgenti e decisivi. Problemi complessi, che aspettano risposte altrettanto complesse. Diffidiamo sempre di chi promette, invece, risposte semplici. Nella migliore delle ipotesi, stanno ingannando l’elettorato. Nella peggiore – e purtroppo temo sia questo il caso – dimostrano di non avere proprio la capacità di comprendere la reale entità dei problemi.

Se le persone di buona volontà si tireranno fuori da questa competizione, non potremo mai assistere al prendere forma di un futuro luminoso per il nostro Paese. Se lasciamo il pallino del gioco alla “folla”, questa sceglierà sempre il Barabba di turno. E’ la storia che ce lo continua a insegnare.

Tocca – lo dicono i fatti – aspirare a un nuovo inizio.

E’ necessario prendere appunti. In molti, me compreso, siamo convinti che, con umiltà e buona volontà, occorra dare un mano.

* Imprenditore

 

 

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Politiche di smarrimento
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