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Salerno Economy XIV.05 – 14.02.2025

Negli ultimi sette mesi tagliati 125 punti base. Ora la Banca centrale europea sceglie il profilo basso.

Ripresa ancora fragile nell’Eurozona, arriverà l’euro digitale?

La Bce ha annunciato il calo dell’inflazione, ma nessuno si fida più di tanto e il freno a mano sulla spesa dei consumatori rimane sempre tirato.
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Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea
L’inflazione è, finalmente, in una fase calante, ma osservatori e addetti ai lavori confermano che la fase di rischio non è stata del tutto messa da parte. L’incertezza, insomma, è ancora ben presente a causa delle guerre commerciali e le numerose tensioni che, in ambito geopolitico, si delineano in maniera permanente. “La maggior parte degli indicatori indica che l’inflazione si sta avvicinando agli obiettivi che avevamo fissato”, ha detto Lagarde al Parlamento, in seduta plenaria, a Bruxelles. Se si va a quantificare la perdita di valore della zona euro, si deve prendere atto che diminuita del 2,5 per cento a gennaio, dopo essere arrivata al 5,5 per cento nel 2024. E, nonostante il nuovo quadro, la Banca centrale europea sceglie il profilo basso. Le guerre commerciali, potrebbero contrastare nettamente la discesa dell’inflazione. La Bce - bisogna ricordarlo - negli ultimi sette mesi ha tagliato i tassi di interesse di 125 punti base. Ma come si riflette questo scenario sul contesto economico più generale dell’eurozona? L’economia è lievemente in cresciuta nel 2024. L’ultimo trimestre non è stato proprio semplice, la produzione industriale ha perso non poco colpi e la spesa dei consumatori è dovuta rimanere contenuta, nonostante il cambio di passo dei redditi reali. “La manifattura - ha ribadito Lagarde è, in questo momento, un settore fragile, ma i servizi stanno tenendo. La buona notizia è che il mercato del lavoro è solido. Tuttavia, le famiglie esitano a spendere di più”. Con il risultato che gli investimenti delle imprese restano bassi. Per Lagarde la riduzione dei tassi dovrebbe indurre il credito a rendersi più accessibile per imprese e famiglie. La domanda extra-Ue dovrebbe favorire la ripresa, sullo sfondo, però, non mancano i rischi connessi alle guerre commerciali.Lagarde ha, poi, richiamato l’attenzione sull’euro digitale, sostenendo che un sistema di pagamento interno ridurrebbe la dipendenza dell’Europa dai fornitori esterni e potrebbe consolidare un sistema di resistenza Per pagamenti digitali, “il continente continua a dipendere eccessivamente da fornitori stranieri, rendendo la regione vulnerabile ai cambiamenti economici e geopolitici esterni”. “I pagamenti - ha detto - sono la spina dorsale della nostra economia e l’Europa non può permettersi di dipendere eccessivamente da fornitori esterni”. La Banca centrale sta portando avanti il progetto di un euro digitale, che “integrerebbe” il contante fisico e riuscirebbe a garantire un sistema di pagamenti autonomo. La presidente della Bce ha sostenuto che un sistema finanziario più aperto potrebbe sbloccare gli investimenti, alimentare il progresso tecnologico e sostenere la crescita economica. “Con le giuste misure - ha dichiarato - l’Europa può mettere a frutto il suo vasto bacino di fondi e capitali per finanziare innovazione e progresso tecnologico”.
(continua)
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L’allarme di Confcommercio. Diventa fondamentale “fronteggiare una carenza di figure professionali chiave”.

“Mancano 260mila lavoratori nel terziario”

Nel 2025 “il commercio, la ristorazione e l’industria alberghiera dovranno affrontare una grave carenza con un impatto diretto sulla crescita economica”.
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Emergenza occupazionale nel commercio
Nel 2025 “il commercio, la ristorazione e l’industria alberghiera dovranno fare i conti con una carenza di 258.000 lavoratori, un dato che segna un incremento del 4% rispetto all’anno precedente, configurando una vera e propria emergenza per il Paese”. Per la Confcommercio, “la mancanza di manodopera qualificata rischia di rallentare la crescita di questi settori e di compromettere l’andamento del Prodotto Interno Lordo (PIL) dell’intero sistema economico italiano”. Il settore del commercio “si trova a dovere fronteggiare una carenza di figure professionali chiave, come commessi specializzati (nel settore moda e abbigliamento) e lavoratori con competenze specifiche nell’ambito alimentare, come macellai, gastronomi e addetti alla vendita di pesce. Nel settore della ristorazione, mancano camerieri, barman, cuochi, pizzaioli e gelatai, mentre nelle strutture ricettive si registra una scarsità di cuochi, camerieri e addetti alla pulizia e al riassetto delle camere”.
La carenza di forza lavoro qualificata “è un problema che l’Italia non può permettersi, soprattutto considerando le incertezze e fragilità che caratterizzano lo scenario economico globale, tra cui la minaccia di dazi americani. Le cause di tale deficit sono molteplici. In primo luogo, vi sono fattori strutturali come il calo demografico, con una perdita di 4,8 milioni di individui nella fascia di età compresa tra i 15 e i 39 anni dal 1982 al 2024. A questo si aggiungono cambiamenti nelle preferenze occupazionali, la crescente difficoltà nel trovare lavoratori con il giusto mix di conoscenze, abilità e competenze, e una sempre minore disponibilità alla mobilità territoriale”. Diventa, quindi, necessario “intervenire con politiche attive del lavoro mirate a sviluppare le competenze e le capacità professionali”. Le imprese “devono essere sostenute nella formazione della propria forza lavoro, puntando non solo su competenze tecniche, ma anche su quelle trasversali, sempre più necessarie per affrontare il cambiamento”. In particolare diventa particolarmente importante “il rafforzamento del legame tra il sistema educativo e il tessuto produttivo, in modo da orientare i giovani verso professioni in linea con le esigenze del mercato, incentivare la motivazione e offrire opportunità di stage, tirocini e apprendistato”.
(Fonte: confcommercio.it/10.02.2025)
(continua)
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Il gatto selvatico. Il modello opulento dell’innovazione muscolare basato su Hi Tech ed Intelligenza Artificiale.

Come indossare i nuovi occhiali della mente di Shimamoto

Lo spazio del bastevole dipende dalla capacità di sottrazione delle incoerenze, per riaprire il progetto di vuoto disponibile all’ospitalità, che non sapevamo di possedere.
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Pasquale Persico
di Pasquale Persico

Il concetto di “bastevole” sui temi dello sviluppo degli ecosistemi di innovazione è ampiamente sviluppato nel libro scritto da Amedeo Trezza, Maria Cristina Treu e dal sottoscritto, Il sogno di una civiltà plurale. Noi tre, però, siamo debitori al maestro Francesco Grigolo, musicista milanese di chiara fama, che con la sua tromba volle accompagnarci sul Monte Cervati per donarci una performance musicale e poi scritta sul Bastevole in Musica. “La musica non dimentica mai se stessa, essa non deve mai cessare di essere musica” (Mozart ). La musica è l’arte di aggiungere e sottrarre gli elementi che la compongono: cadenza, armonia, suono, ritmo, tempo, melodia, silenzio, canto e controcanto, accompagnamento, pause, consonanze e dissonanze, rumore e imitazioni di suoni, innovazione e sviluppo, petali e fioriture. L’agire di questi equilibri compone la comunicazione emotiva e creativa, che si realizza nello spazio e nel tempo; essa è bastevole, nel senso di essere generatrice di nuove strutture fondative e fondamentali, fino ad essere conoscenza percettiva del reale.
Questa lunga premessa per presentare le recenti ipotesi dei ricercatori dell’Imperial College di Londra che, in base a ricerche cinesi sulla intelligenza artificiale, immaginano di poter contare su un pluralità di traiettorie tecnologiche, tipo DeepSeek ad innovazione frugale, cioè a più basso tasso di investimento finanziario. Nella definizione del bastevole si va ben oltre il tema della decrescita, perché la visione sull’intelligenza tiene conto della conoscenza di base a spettro molto largo. Credo di poter ricordare che Giovanni Dosi, già nel 1982 nei suoi libri ed io ed altri a seguire, 1985, dal dipartimento OCDE di Parigi, Scienze e Tecnologie, avanzammo l’ipotesi che l’approccio allo sviluppo (basato appunto sulle tecnologie) avesse più colori di quelli dell’arcobaleno disponibile. Per noi tutti, troppe correlazioni spurie influenzavano le deduzioni cinematiche dei big data di allora. Il fatto che oggi emerga l’idea che la dipendenza dalla finanza ingorda possa diminuire a vantaggio di un approccio sul bastevole sulle tecnologie, lascia aperta la porta a più traiettorie della transizione ecologica e digitale. Il modello idraulico di goverance, quello gerarchico e antidemocratico, può essere corretto da un campo da arare sul modello politico a risveglio democratico ipotizzato dalla Merkel. La letteratura economica lo chiama modello a governance poetica, cioè a densità partecipativa, con sussidiarietà e reciprocità al centro del modello organizzativo plurale (Stati , regioni, e territori da federare su obiettivi di beni comuni strategici). Le recenti manifestazioni a Berlino ci incoraggiano. Il protagonismo delle PMI, poi, tornerebbe in campo con un protagonismo frugale ed in connessione con le reti di creazione di nuove opportunità strategiche, ed in un ruolo non subordinato alle BIG Corporation finanziarie. Il tessuto sociale e produttivo dei territori nuovamente verrebbe rammentato e non lacerato ed escluso dal concerto possibile.
Tornando alla Musica e sostituendo la parola Musica con la parola Intelligenza il bastevole si illumina nuovamente ed appaiono i nuovi occhiali della mente. Cosa è la Musica (l’intelligenza)? Un movimento, e chi si muove? Il suono? No Si muove la coscienza di colui che ascolta ed apprende da colui che la musica (l’intelligenza) muove. (Sergiu Celibidache).
(continua)
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Le sconfitte delle dirette concorrenti testimoniano come siamo a pieno titolo sempre in lotta e con amplissime chance di centrare l’obiettivo.

Salernitana: equilibrio e coraggio per la salvezza

Un appello alla politica: si supporti i granata, se necessario, anche con interrogazioni parlamentari per difenderla negli organi preposti e si consegni il prima possibile il nuovo stadio.
Salernitana
Maturità e sguardo lungo
di Ubaldo Gatto

Il pareggio di Brescia ha consentito alla squadra granata di ridurre a tre punti il distacco dalla zona salvezza. Le sconfitte delle dirette concorrenti testimoniano come la Salernitana sia ancora a pieno titolo in lotta e con amplissime chance di centrare l’obiettivo. Lo testimonia anche la ritrovata solidità difensiva garantita da un atteggiamento tattico più accorto rispetto all’esperienza-Martusciello, ma anche più propositivo di quanto espresso con mister Colantuono. Con quattordici partite da giocare resta da compiere un definitivo salto di qualità. Un blitz esterno a Carrara farebbe svoltare definitivamente la stagione, galvanizzando l’ambiente. Ora è “imperativo” trovare un undici base su cui lavorare, fornendo idee tattiche ben definite per imporre il nostro gioco.
Tra le altre cose, va detto che si registra con favore il ritorno della proprietà allo stadio. E’ chiaro che si è chiamati a fare di tutto per salvare la categoria. Si faccia, per esempio, sentire il proprio peso in Lega, facendo capire a chi di dovere che non siamo disposti a subire torti arbitrali come quelli di Brescia dove manca, pure, un rigore clamoroso per fallo di mano che, sommato a quello non dato col Sassuolo, avrebbe portato i granata in zona salvezza.
Come è possibile non avere le telecamere per notare un fallo di mano come quello di Pisa? Sono già due anni che siamo costretti ad assistere ad arbitraggi che definiamo insufficienti. Per lottare contro questi fattori esterni è, perciò, imperativo abbassare sensibilmente i prezzi dei biglietti per garantire un Arechi “infuocato” contro il Frosinone in modo da portare i tre punti a casa.
Se dovesse essere necessario, si fissi un premio salvezza per dare ulteriore spinta ai calciatori come accaduto per il 7% con Sabatini, ma questa volta da erogare solo a salvezza ottenuta e senza aiuti esterni, in stile Venezia-Cagliari per intenderci.
Facciamo, poi, da questa testata una richiesta alla nostra straordinaria tifoseria: riempite l’Arechi, ricordando e sottolineando l’onore di Salerno e la nostra storia calcistica. Anche i calciatori devono sentirsi chiamati a dare di più, giocando non solo come una vera e propria squadra di calcio, ma come i tifosi che a un certo punto decidono di scendere in campo!
Chi ha ottenuto risultati a Salerno, lo ha fatto dando l’anima, ancor prima della tecnica e del saper giocare al calcio. Diventi sempre presente che Salerno non è una tappa di una carriera, ma un punto d’arrivo, un traguardo. Solo così si salvano Salerno e la Salernitana.
Un appello anche alla politica: si supporti la Salernitana, se necessario, con interrogazioni parlamentari per difenderla negli organi preposti e si consegni il prima possibile il nuovo stadio.

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