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Salerno Economy XIII.29 – 02.08.2024

I lettori fissi, quelli che con costanza si ripetono, ogni sette giorni, sono molti di più rispetto a un anno fa.

Salerno Economy, cresce ancora: un segno del destino

Dopo tredici anni, il tempo di concludere questa che per me è una sostanziale esperienza, è sul punto di concretizzarsi. Ma ancora per poco continuerà. E’ una decisione che ho già preso, anche se siamo sul viale che la metafora invita a definire del tramonto, resta un punto di arrivo che termina un mio personale percorso.
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Il tempo è volato
E’ il momento di fermarsi per un po’, Salerno Economy deve farlo, come ogni anno, per consentirsi di prendere fiato, ricaricare le batterie e prepararsi, con un minimo di resistenza in più, ai prossimi mesi. Il periodo trascorso con i nostri lettori, in questa prima parte del 2024, è stato ben denso di fatti, notizie, valutazioni, pensieri, approfondimenti, anche personali riflessioni. Se guardiamo ai numeri, è con una certa, piacevole, sorpresa, che possiamo constatare che siamo cresciuti: abbiamo più lettori che si collegano il giovedì notte e il venerdì mattina per guardare quello che c’è in pagina, quello che abbiamo selezionato, quello che abbiamo provato a scrivere. Bisogna dire che i nostri lettori hanno scelto di seguirci, forse anche per criticarci (come è giusto che sia), ma, in ogni caso, rimane uno zoccolo duro, che è diventato più ampio. I lettori fissi, quelli che con costanza si ripetono, ogni sette giorni, sono molti di più rispetto a un anno fa. Sì, il numero è cambiato, sono di più, ci sono e non è poco. Va considerato che anche il programma radiofonico - ogni venerdì, alle 11, sulle frequenze di Radio Bussola 24 - contribuisce (e non poco) a farci conoscere: Mimmo Sorgente, Teodoro e Fabrizio Maffia, Antonio Longobardi, sono i compagni di un viaggio, e sono sempre attenti. Desidero ringraziarli perché vicini all’impegno che profondo, ormai, da tredici anni, in questo appuntamento che ha la forza e la resistenza di ripetersi ogni settimana. E, poi, tra i lettori fissi ci sono tanti amici: giornalisti, imprenditori, operatori culturali, avvocati, politici e molti altri ai quali desidero fare pervenire un semplice ma sentito ringraziamento. Grazie, soprattutto per la pazienza e per la costanza che emerge da una continuità di lettura che mi consente di andare avanti, di scrivere e di tentare di essere presente.
Mi permetto di dire, però, che, dopo tredici anni, il tempo di concludere questa per me sostanziale esperienza è sul punto di concretizzarsi. Ma ancora per poco continuerà. E’ una decisione che ho già preso, anche se siamo sul viale che la metafora invita a definire del tramonto, è un punto di arrivo che termina un mio personale percorso.
Per il momento, però, c’è ancora tanto da scrivere, raccontare, credere (e non credere).
(continua)
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“Consapevolezza e preoccupazione dei cittadini sull’avanzamento della desertificazione commerciale”.

“Più negozi di vicinato, più negozi nelle città”

Indagine Confcommercio-SWG nell’ambito del progetto Cities: sempre meno strutture per la vendita di abbigliamento, elettronica e alimentari. Farmaci e tabacchi si acquistano sotto casa.
Foto negozio chiuso
Cittadini contro la desertificazione
“Gli italiani vogliono vivere nei quartieri dove ci sono più esercizi di prossimità, perché questi rafforzano le comunità (per il 64% degli intervistati), fanno sentire più sicure le persone (57%) e fanno crescere il valore delle abitazioni (fino al 26% in più). La chiusura dei negozi, poi, preoccupa e intristisce i cittadini, soprattutto al Nord e nelle città di medie dimensioni, che percepiscono chiaramente quali tipologie merceologiche siano a maggiore rischio”. È questo il risultato che viene fuori nell’ambito del progetto Cities, “che si occupa di contrasto alla desertificazione commerciale nelle città italiane e di sviluppo del valore sociale delle economie di prossimità”.
Sangalli: “Negozi di vicinato insostituibili”.
“Anche nell’era digitale i negozi di vicinato sono insostituibili. Rendono le città più vivibili, più attrattive e più sicure. È necessario, però, contrastare la desertificazione che sta facendo scomparire molte attività commerciali. Occorre incentivare l’innovazione e sostenere la riqualificazione urbana attraverso un miglior utilizzo dei fondi europei”. E’ questa l’analisi del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.
Testa: “I cittadini sono preoccupati”.
“Dall’indagine emergono chiaramente la consapevolezza e la preoccupazione dei cittadini sull’avanzamento della desertificazione commerciale. Uno stato d’animo tanto più evidente vista la contemporanea soddisfazione sui negozi attivi nei rispettivi Comuni di residenza, soprattutto sul loro ruolo sociale”. Paolo Testa, responsabile del Settore Urbanistica e Rigenerazione Urbana di Confcommercio, evidenzia “come le attività economiche di prossimità ‘per quasi i due terzi degli intervistati rappresentino soprattutto un’occasione di incontro che rafforza l’appartenenza alla comunità, ma anche un servizio attento alle persone fragili, un presidio di sicurezza, una garanzia di cura dello spazio pubblico e un facilitatore dell’integrazione, come da sempre testimoniato da Confcommercio. Si tratta di un legame talmente forte che addirittura nove persone su dieci scelgono il quartiere in cui vivere proprio in base alla presenza di esercizi di prossimità’”.
La presenza di negozi guida le preferenze insediative e aumenta il valore degli immobili.
Per i cittadini italiani, “la presenza di esercizi commerciali nel luogo in cui si vive, è l’elemento che vede la maggiore soddisfazione in assoluto e l’unico che riceve una valutazione positiva in tutte le aree del Paese e in tutte le tipologie di Comuni, sia piccoli che grandi, in misura maggiore persino rispetto alla presenza di spazi verdi e di servizi pubblici, come scuole, ospedali, centri sportivi. La presenza dei negozi guida anche le preferenze insediative dei cittadini: per l’88%, infatti, è determinante nella scelta del quartiere nel quale vivere, mentre solo una persona su 10 preferisce vivere in una zona esclusivamente residenziale, senza servizi di prossimità; molto significativi anche gli effetti della presenza dei negozi sui valori immobiliari: secondo gli intervistati, uno stesso immobile potrebbe vedere crescere il proprio valore almeno del 20% quando collocato in una zona residenziale con molti negozi di prossimità, mentre in un quartiere dove sono in corso fenomeni di desertificazione commerciale potrebbe perderne il 15%, con un differenziale complessivo, quindi, di oltre un terzo”.
Il valore sociale dei negozi di prossimità.
Alle attività economiche di prossimità “viene anche riconosciuto un alto valore sociale: per quasi i due terzi degli intervistati (64%) rappresentano soprattutto un’occasione di incontro che rafforza l’appartenenza alla comunità, ma anche un servizio attento alle persone fragili (59%), un presidio di sicurezza (57%), una garanzia di cura dello spazio pubblico (54%) e un facilitatore dell’integrazione (49%); quando si tratta di consumi, gli acquisti quotidiani di farmaci (64%) e tabacchi (59%) vengono effettuati prevalentemente negli esercizi vicini all’abitazione; per abbigliamento (64%), alimentari a lunga conservazione (60%), accessori per la casa (60%) e prodotti di elettronica (53%) i centri commerciali e le grandi strutture distributive (megastore, outlet, ecc.) diventano i luoghi di acquisto prevalenti rispetto agli esercizi commerciali in centro città dove quelle tipologie di beni registrano percentuali di acquisto tra il 2% e il 5%”.
La desertificazione commerciale.
“E uno dei motivi delle scelte di acquisto al di fuori del proprio quartiere deriva dall’avanzamento della desertificazione commerciale, ovvero dal calo o addirittura dalla totale assenza di negozi tradizionali vicino alla propria abitazione: rispetto alla propria zona di residenza, infatti, per i negozi specializzati si avverte prevalentemente una diminuzione, come nel caso dei negozi di abbigliamento ed elettronica (46%) e dei servizi essenziali, tra cui gli alimentari (42%), solo i servizi per il tempo libero (tra cui bar e ristoranti) sono percepiti in aumento dal 43% degli intervistati”.
(Fonte: confcommercio.it/23.07.2024)
(continua)
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“Per quanto riguarda le macroaree geografiche, in assoluto il tasso di saturazione più elevato è stato rilevato per il Nord Est (83%)”.

Ultimo weekend di luglio, prenotate 8 camere su 10

Assoturismo Confesercenti/Confermate le aspettative delle imprese, anche se a ‘tirare’ è stata soprattutto la domanda straniera, che ha fatto registrare il picco delle presenze di tutto il trimestre estivo.
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Trend positivo per le prenotazioni al mare
“Per l’ultimo weekend di luglio - il primo dell’esodo estivo - le previsioni sono positive: nelle strutture ricettive ufficiali sono state prenotate 8 camere disponibili su 10, per un totale di oltre 6,4 milioni di pernottamenti attesi tra oggi e domenica 28 luglio”. Questa è la valutazione per Assoturismo Confesercenti da parte del Centro Studi Turistici di Firenze, “che ha rilevato la saturazione dell’offerta ricettiva nazionale disponibile online sui principali portali delle Online Travel Agency”. La tendenza, acquisita nelle settimane precedenti, “ha confermato le aspettative delle imprese, anche se a ‘tirare’ è stata soprattutto la domanda straniera, che ha fatto registrare il picco delle presenze turistiche di tutto il trimestre estivo”. Permane la situazione delle alte temperature, che “dovrebbero dare una spinta pure alla domanda dei turisti italiani, pur se con andamenti differenziati: l’afa, infatti, tende a scoraggiare le presenze in città e metropoli e a premiare le località ‘più fresche’”. Non sorprende che “i tassi di saturazione delle strutture ricettive delle località dei laghi e della montagna registrino un netto aumento, attestandosi per questo fine settimana rispettivamente “al 92 e all’82% delle camere disponibili”. Le città d’arte “si fermano al 75%: un calo delle prenotazioni legato in parte all’andamento fisiologico della stagionalità e in parte proprio ai riflessi che i cambiamenti climatici e le ondate di calore generano sui comportamenti della domanda. Un fenomeno evidenziato dal 24% degli imprenditori intervistati”. Valori di stabilità sono previsti “per le imprese delle aree rurali e di collina (79% delle camere prenotate), del termale (74%), e soprattutto delle località marine, che vedono prenotate 9 camere su 10, in linea con la scorsa stagione”.
“Per quanto riguarda le macroaree geografiche, in assoluto il tasso di saturazione più elevato è stato rilevato per il Nord Est (83%), grazie al buon andamento delle imprese del Trentino-Alto Adige. Risultato positivo atteso anche per il Nord Est (82%), soprattutto per le strutture di Liguria e Valle d’Aosta. Leggermente al di sotto dei valori medi si collocano, invece, le regioni del Centro Italia (80% di saturazione), nonostante il picco di occupazione rilevato per le imprese ricettive delle Marche. Infine, un valore leggermente inferiore alla media nazionale è stato rilevato per le regioni del Sud e Isole (81%)”.
(Fonte: confesercenti.it/26.07.2024)
(continua)
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E’ stato campione del mondo, con grande merito, nel 1982. Nel 1993-1994 condusse l’Inter alla vittoria della Coppa UEFA.

Marini, il mediano intelligente che vestiva nerazzurro

Gianni Brera lo chiamava “Pinna d’oro”, fu in grado di scendere in campo sempre offrendo un alto livello di prestazioni: il tempo non riuscì a scalfire la sua sapienza calcistica.
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Gianpiero Marini
Gianpiero Marini (Lodi, 25 febbraio 1951) rappresenta uno dei più forti calciatori nerazzurri che hanno interpretato il ruolo di centrocampista, o, per meglio dire, di mediano vero e proprio: colonna del reparto, roccia sicura, capace di trascinare l’intera squadra. Un punto di riferimento chiaro e preciso, in grado di sostenere l’undici nerazzurro in ogni circostanza. E’ stato campione del mondo, con grande merito, con la nazionale italiana nel 1982. Giocava da mediano magari non proprio elegantissimo nella corsa, ma con notevole intelligenza tattica. Gianni Brera lo chiamava “Pinna d’oro”, fu in grado di scendere in campo sempre offrendo un alto livello di prestazioni: il tempo non riuscì a scalfire la sua sapienza calcistica.
Maturò classe e esperienza nella Nuova Lodi, e, poi, nella Wasken Boys. Fu acquistato dal Fanfulla nella stagione 1967-68. La prima squadra, dove esordì, lo migliorò ancora: scese in campo il 12 gennaio 1969, a Lodi, contro il Parma. A fine stagione furono 10 le presenze, con un gol segnato in trasferta sul campo del Leoncelli di Vescovato. In estate lo chiamò il Varese, poi indossò le maglie della Reggina, della Triestina e, quindi, dell’Inter, con cui ha portato a casa uno scudetto nel 1979-1980 e due Coppe Italia (1977-1978 e 1981-1982). Ha certificato 256 presenze in serie A, mettendo nella rete 10 reti con l’Inter. Particolarmente vivo nei ricordi dei tifosi il gol segnato con un tiro da lontano contro il Colonia, durante i quarti di finale della Coppa UEFA 1984-1985. La partita fu vinta dall’Inter per 3-1. Ha giocato nella nazionale italiana dal 1980 al 1983, totalizzando 20 presenze e ha vinto il Campionato del Mondo nel 1982.
Nel finale della stagione 1993-1994 subentrò ad Osvaldo Bagnoli sulla panchina dell’Inter e condusse la squadra nerazzurra alla vittoria della Coppa UEFA, rispetto a una stagione negativa, nella quale club rischiò di retrocedere e ottenne la permanenza in Serie A solo all’ultima giornata.
Marini divenne allenatore dell’Inter nel 1994. Il 31 dicembre del 1996, alla fine del girone d’andata di Serie C1, lo assunse il Como in sostituzione di Scanziani; a maggio del 1997 Marini lasciò il Como.
(continua)
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