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Salerno Economy XII.40 – 17.11.2023

Dopo la a manifestazione di sabato 11 novembre a Roma con cinquantamila partecipanti - ma anche 40 o 30 mila - si disegna meglio il quadro politico.

Ma il Pd esiste, il popolo di sinistra è ancora in piedi

La segretaria Schlein non può e non deve fermarsi. Sembra pronta a continuare, fino in fondo. L’occasione giusta, anche tra mille difficoltà, è perfettamente delineata. Le elezioni europee sono la scadenza: la sfida determinante per capire bene il futuro.
Elly Schlein, on the left, and Elisa Ferreira
Elly Schlein
A vedere bene, a volte, le immagini esprimono significati molto più “consistenti” di tante analisi, interpretazioni, modi di inseguire ragioni che, in realtà, sono ben chiare davanti ai nostri occhi. Anzi, sono fin troppo evidenti: vanno solo interpretate a fondo, senza sperimentazioni o altro che hanno sempre il “pregio” di confondere le idee, fino a rallentare quella che è la micro-storia della nostra politica, la nostra piccola politica, che corre costantemente il rischio di sciogliersi nel resto del mondo. Se ci guardiamo intorno, abbiamo sempre difficoltà nel percepire la nostra situazione “esistenziale” di piccoli - veramente molto piccoli - (in termini di numeri, per capirci) rispetto a molti altri protagonisti che si agitano (non poco) nel globo terrestre e nelle nostre vicinanze.
Eppure, in questo complicato contesto, esiste un’entità di popolazione che resiste nel tempo - una quantità di giorni trascorsi abbastanza consistente - e ci crede davvero nel percorso politico che, in questo periodo, ha delineato la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, insieme con il gruppo di esponenti del Pd (non molti per la verità) che la sostiene. La manifestazione di sabato 11 novembre a Roma - con cinquantamila partecipanti, ma anche 40 o 30 mila - ci ha chiarito che, a vedere bene, appunto - quella massa consistente di popolazione che non è d’accordo con la destra, che dissente, che si oppone, che prova a interpretare altro, non si è disciolta ancora, non è scomparsa, non si è convertita: insomma, c’è ancora, continua a esistere.
Troppo difficile e complicato? Non proprio, anche se non mancano problemi e precisazioni di vario tipo, è vero. Ma, intanto, la manifestazione di presenza è più semplice della descrizione di un segnale di dissidenza, contrarietà, opposizione: va ribadito che, nonostante la rappresentazione non sempre conseguente, il partito di riferimento c’è, e questo è un fatto che assume più consistenza .
E ora si attendono passi in avanti, in grado di tenere conto che la sinistra, addirittura nel suo insieme, alla manifestazione del Pd c’era eccome, con le solite distinzioni dei 5 Stelle. Perché appare chiarissimo che ad opporsi nelle urne alla destra (e questo Forza Italia lo ha somatizzato molto bene) saranno proprio queste forze qui. Lo hanno capito e si apprestano, così pare davvero, ad organizzarsi (più o meno) per mettere insieme tutto quello che sembra utile a questa causa, peraltro difficile da sostenere per vincere.
(continua)
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Quasi il 40% del terziario, nel corso del 2023, ha ottenuto meno di quanto richiesto.

La stretta creditizia “soffoca” le imprese

Indagine Confcommercio con Format Research sull’evoluzione della domanda e dell’offerta. Una parte consistente del sistema del commercio pronta rinunciare, in tutto o in parte, agli investimenti programmati per la crescita, la sicurezza e l’innovazione, e a nuove assunzioni nel corso del 2024.
immagine soldi Glocal
Banche in pressing "difensivo"
Stretta creditizia per le imprese del commercio, del turismo e dei servizi: è su questo tema che la Confcommercio ha realizzato il focus con il supporto di Format Research. “Quasi il 40% delle imprese del terziario, nel corso del 2023, ha ottenuto meno credito di quanto richiesto e 8 imprese su 10 hanno registrato un aumento del costo del credito a causa dell’inasprimento dei tassi di interesse; un peggioramento che ha costretto oltre il 40% delle imprese a rinunciare, in tutto o in parte, agli investimenti programmati, in particolare per la crescita, la sicurezza e l’innovazione, e a nuove assunzioni nel corso del 2024. Secondo l'indagine inoltre, la stretta del credito comporterà per il 45% delle imprese un peggioramento della situazione della propria liquidità, con il rischio di un impatto negativo sulla domanda dei consumatori a causa di una minore capacità delle imprese di fare sviluppo commerciale presso i propri clienti e con una conseguente diminuzione dei ricavi e una minore capacità di fronteggiare l’aumento dei costi praticati dai propri fornitori”.
Scenario difficile anche sotto il profilo dell’ampliamento delle linee di credito.
“Nel corso del 2023 il 40,1% delle imprese ha chiesto un fido/finanziamento, o ha chiesto di rinegoziare un fido/finanziamento esistente. Di queste, quasi la metà (47,8%) si è vista accogliere la domanda con ammontare pari o superiore a quello richiesto, il 36,6% ha visto accogliere la propria domanda di credito, ma con un ammontare inferiore alla richiesta ed il 3,7% ha visto rifiutare la propria domanda di credito. Il 60,0% delle imprese ha fatto richiesta di credito per esigenze di liquidità e cassa, il 25,4% per effettuare investimenti e il 14,6% per «ristrutturazione del debito»”.
Le condizioni del credito.
“Quasi otto imprese ogni dieci tra quelle che hanno finanziamenti in essere rilevano un peggioramento dei tassi, ovvero il credito costa molto di più rispetto al passato. La situazione appare meno critica con riferimento alle garanzie chieste alle imprese a copertura dei finanziamenti concessi (la situazione è rimasta invariata per il 60% delle imprese) e la severità dei criteri di selezione (situazione invariata per il 64,2%)”.
(Fonte: confcommercio.it/13.11.2023)
(continua)
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Maltempo. Nel 2023 si è verificato il crollo fino a 244,1 milioni di ettolitri, segnando il record negativo.

Produzione mondiale di vino ai minimi da 60 anni

Coldiretti: “A livello globale un calo del 7% rispetto alla precedente vendemmia”. In controtendenza gli Stati Uniti (aumento del 12% rispetto al 2022).
Numeri Economia-Vino biologico
Fase di decrescita
“La produzione mondiale di vino è crollata nel 2023 a 244,1 milioni di ettolitri segnando il record negativo degli ultimi 60 anni per effetto dall’andamento climatico avverso che ha tagliato i raccolti nei diversi continenti”. E’ questo il quadro segnalato da Coldiretti in base ai dati dell’Organizzazione mondiale della vite e del vino (Oiv) che evidenzia “a livello globale un calo del 7% rispetto alla precedente vendemmia”. Tra i Paesi “che hanno registrato i risultati peggiori ci sono - sottolinea Coldiretti - Australia, Argentina, Cile, Sud Africa e Brasile con crolli tra il 10 e il 30%. In controtendenza gli Stati Uniti, il quarto produttore mondiale, dove si prevedono per quest’anno a 25,2 milioni di ettolitri, con un aumento del 12% rispetto al 2022”.
Il maltempo “ha colpito anche l’Europa dove la produzione è calata del 6% per un totale di poco più di 150 milioni di ettolitri secondo l’analisi della Coldiretti su previsioni aggiornate del Copa Cogeca. A fare le spese degli effetti del cambiamento climatico quest’anno nel vecchio continente è soprattutto l’Italia”.
Il risultato è che “per la prima volta dopo sette anni, l’Italia ha perso la leadership come produttore di vino in Europa e nel mondo con una produzione stimata di 43,9 milioni di ettolitri in calo del 12% rispetto all’anno scorso mentre la Francia è diventata il primo produttore con 45 milioni di ettolitri, in aumento dell’1,5% rispetto all’anno precedente. Il maltempo ha penalizzato anche la Spagna - specifica la Coldiretti - che resta il terzo produttore europeo ma accusa un calo del 14% rispetto all’anno scorso, mentre in Germania la produzione stimata è stata di 8,9 milioni di ettolitri con una perdita del 2%”.
Va detto che “a causa delle conseguenze del cambiamento climatico, con un inverno secco, grandinate, inondazioni e una stagione primaverile piovosa, un forte calo della produzione è stato osservato anche in altri Paesi produttori europei come Austria (-6%), Grecia (-23%), Croazia (-31%) e Slovacchia (-20%) rispetto al 2022. Bene solo il Portogallo, dove si è constatato un aumento del 9% con una produzione di raccolto di poco inferiore a 10 milioni di ettolitri”.
(Fonte: coldiretti.it/07.11.2023)
(continua)
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Colpiva sia di destro che di sinistro, preciso nel colpo di testa, veloce e attento fino a segnare improvvisamente sotto la porta.

“Spillo” Altobelli, con il gol furbo e intelligente

In nazionale partecipò a due mondiali: Spagna 1982 e Messico 1986, e anche a un Mundialito. Notevoli le prestazioni in azzurro: 61 presenze e 25 reti, una rete di qualità nella finale del 1982 contro la Germania Ovest.
Spillo_Altobelli_Inter (Wikipedia)
Alessandro "Spillo" Altobelli
(Er.Pa.) - Uno dei grandi protagonisti a cavallo degli ’80 è senza dubbio “Spillo” (Alessandro) Altobelli, attaccante con il fiuto del gol, solida presenza tra gli undici dell’Inter e della nazionale, campione del mondo (1982) in Spagna con la squadra di Bearzot. Dal 1977 al 1988 segnò con la maglia nerazzurra in 466 partite ben 209 reti (secondo dopo Giuseppe Meazza che di palle alle spalle del portiere ne ha messe 284). “Spillo” portò a casa uno scudetto nella stagione 1979-1980 e due Coppe Italia nel 1977-1978 e nel 1981-1982. Con la maglia azzurra esordì nel 1980 e prese parte a due campionati europei (Italia nel 1980 e Germania Ovest nel 1988). In nazionale partecipò a due mondiali: Spagna 1982 (Italia campione del mondo) e Messico 1986, e anche a un Mundialito. Notevoli le prestazioni personali: 61 presenze e 25 reti (un gol nella finale del mondiale ’82 contro la Germania Ovest). Ma è stato anche il giocatore con il più ampio numero di marcature con in Coppa Italia, 56 reti. Senza tralasciare i tornei Uefa con 34 gol. Va detto che, però, non ha vinto, pur con un numero considerevole di realizzazioni, la classifica dei goleador in serie A.
Fisico asciutto, asciuttissimo, quasi esile (soprattutto all’inizio della carriera), fu per questa motivazione soprannominato “Spillo”. Con colpi di rara bravura, e furbizia, aveva a disposizione una vasta gamma di risorse derivanti da una rarissima artigianalità tecnica. Colpiva sia di destro che di sinistro, sicuro e preciso nel colpo di testa, ma anche era veloce e attento fino a segnare improvvisamente sotto la porta.
L’Inter lo acquista nell’estate del 1977. Esordisce contro il Bologna, sconfitta interna dei nerazzurri (0-1) l’11 settembre. A fine stagione conquista la Coppa Italia, mettendo in rete il pallone nella finale contro il Napoli. Nel campionato 1979-1980 vince lo scudetto e mette nel sacco qualcosa come 15 gol (tripletta alla Juventus nel derby d’Italia dell’11 novembre del 1979). Rivince la Coppa Italia (1981-1982) con una rete nella finale contro il Torino.
(continua)
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