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Salerno Economy XII.16 – 05.05.2023

Occorre ripartire, senza sbagliare. Non è semplice, anzi è molto difficile. Ma altre strade, a questo punto, non ce ne sono davvero più.

Il debito ci rende subalterni, troppe perplessità

Nella condizione effettiva del fratello povero, si consolida il timore che, alla prova dei fatti, i troppi impegni (economici) mai riusciranno a rimettere in campo la forza giusta e utile per consentirci di correre - non camminare - in quello che resta un vero e proprio caos politico rispetto alla programmazione/attuazione dei progetti Ue.
Glocal cartina Europa
Relazione difficile
Contenimento dei cicli negativi, strutturazione di percorsi di crescita sempre più complessi (ma realmente programmati), lenta e inesorabile rimozione di tutti quegli elementi negativi che, alla fine, determinano il rallentamento eccessivo del sistema-Paese. A ben vedere, il quadro di insieme delineato da tutti i partiti (tutti), alla fine, coincide sempre con il buon senso e, nello stesso tempo, con quello che l’Europa - ormai oracolo di riferimento - ha già previsto e intarsiato per ogni singolo Stato-piattaforma produttiva e, quindi, contributiva, rispetto alla traiettoria che si è deciso di intraprendere. Non è che ci possa essere un del tutto garantito motivo di diffidenza rispetto a quanto l’Europa ha già scritto e che riguarda, ovviamente, anche noi. Ma è giustificabile, va detto, un’ombra di dubbio preventivo, sempre più ampia. Che, intanto, si diffonde non solo da queste parti (rispetto a quanto, complessivamente, è intenta a propagare l’Ue).
E’ del tutto evidente che la condizione subalterna nella quale continuiamo a vagare (sempre dovuta all’espansione del debito pubblico), non ci consente di assumere atteggiamenti, per così dire, “arroganti” rispetto alle sintesi che, in termini di calcoli, riaffermano da anni il difficile stato delle cose nel quale la Penisola naviga ed appare pronta, conti alla mano, a naufragare. Il processo di indebitamento è talmente colossale che non consente - è questa la verità - di operare e progettare e provare a realizzare, senza scontare la diffidenza europea (mondiale, a dire il vero) che assume mille (sempre giustificati) travestimenti.
(continua)
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Nel primo trimestre il Pil è salito dello 0,5% rispetto ai tre mesi precedenti e dell’1,8% su base annua. La variazione acquisita per il 2023 è +0,8%.

“La crescita supera le previsioni, servono riforme”

Confcommercio: “Le notizie positive non devono distogliere l’attenzione sull’importanza di una rapida messa a terra dei progetti del Pnrr, gli unici in grado di imprimere un cambiamento strutturale al sistema Paese”.
Immagine Focus Numeri Economia
Sfida sempre aperta
“Ancora una volta il sistema Italia supera le più favorevoli previsioni. La stima del primo quarto del 2023 derubrica a incidente di percorso il lieve arretramento dell’ultimo trimestre dello scorso anno e archivia definitivamente il rischio recessione. Lo slancio alla ripresa è impresso dai servizi di mercato e dalla manifattura. L’Italia si conferma, anche nel primo quarto dell’anno, come uno dei Paesi più dinamici nel contesto europeo: tra i dodici membri per i quali sono pubbliche le stime, siamo al secondo posto dopo il Portogallo in termini di variazione congiunturale. Prosegue, pertanto, il processo di recupero nei confronti delle principali economie continentali, una strada intrapresa già all’inizio del 2021”. E’ questa l’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio dei dati Istat in rapporto al Pil. Per Confcommercio “le notizie positive non devono distogliere l’attenzione sull’importanza di una rapida messa a terra dei progetti del Pnrr, gli unici in grado di imprimere un cambiamento strutturale al sistema Paese. Nel frattempo, però, con una proiezione di crescita 2023 che supera abbondantemente l’1%, si aprono spazi per ulteriori sostegni a famiglie e imprese contro la perdita di potere d’acquisto indotta dall’inflazione, decrescente ma ancora piuttosto elevata”.
I numeri, la situazione generale.
“Inizio d’anno sostanzialmente positivo per l’Azienda Italia, con il Pil che nel primo trimestre del 2023 è aumentato dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e dell’1,8% su base annua”. La stima flash diffusa dall’Istat, individua in 0,8% la crescita per il 2023.
(Fonte: confcommercio.it/28.04.2023)
(continua)
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Già al termine della prima giornata di trattative (12 aprile di quest’anno) era stata depositata l’offerta per i singoli 46 lotti in vendita.

Vino made in Italy, venduto a prezzo record

All’asta di Sotheby’s assegnati 46 lotti, 132 bottiglie di 7 annate diverse. Una singola “Nabucodonosor” (2010) venduta a 56.250 euro.
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Tesori
La notizia riguarda la prima asta di annate storiche di Masseto (provenienti dal “caveau” della tenuta di Bolgheri del gruppo Frescobaldi) battuta da Sotheby’s. La cifra raggiunta è stata pari a 376.625 euro. La quotazione record è stata raggiunta da una specifica bottiglia. Assegnati 46 lotti: totale di 132 bottiglie di 7 annate e 3 decenni diversi (1996-2016). Va detto che tra i lotti rientravano 35 casse di vino con le annate 2006, 2010 e 2011, “oltre a magnum, doppia magnum, Imperiali e una singola Nabucodonosor del 2010, che è stata venduta a 56.250 euro, cifra che ha triplicato la stima iniziale e che ha stabilito un nuovo record per Masseto, tra i vini più costosi in Italia , per quanto riguarda le aste”, ( https://initalia.virgilio.it/).
Già alla diffusione della notizia della vendita (mese di marzo 2023), si era subito diffusa grande attenzione tra i collezionisti di vino. Al termine del primo giorno di asta - 12 aprile 2023 - si era verificato il deposito di un’offerta per ciascuno dei 46 lotti in vendita. Le ultime offerte hanno fatto salire la cifra dell’asta oltre la stima massima (prima dell’asta), di circa 200mila euro. In competizione collezionisti di Europa, America e Asia: serie di rilanci per le 132 bottiglie in vendita. Il Masseto è uno dei vini italiani più ricercati sul web in tutto il mondo.
(https://initalia.virgilio.it/masseto-vino-italiano-prezzo-record-asta-71840)
(continua)
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“La cucina rappresenta anche una straordinaria leva di promozione del Made in Italy alimentare nel mondo”, (nel 2022 valore record di quasi 61 miliardi di euro).

Coldiretti, a tavola un terzo della spesa dei turisti

Il Pil risulta spinto sulla strada della crescita anche grazie alla “ripresa di ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi che hanno fatto registrare un boom di presenze”.
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Patrimonio inestimabile
“A spingere la crescita del Pil è stato anche la ripresa di ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi che hanno fatto registrare un boom di presenze con i turisti che in Italia destinano 1/3 della spesa proprio alla tavola nei circa 360mila servizi di ristorazione presenti in Italia”. E’ questo il quadro delineato dalla Coldiretti nell’analizzare i dati Istat sul Pil in Italia nel primo trimestre del 2023. “Si tratta - sottolinea la Coldiretti - di un impatto economico valutato per la sola spesa alimentare in oltre 30 miliardi di euro nel 2023, divisi tra turisti italiani e stranieri che sempre più spesso scelgono il Belpaese come meta delle ferie per i primati a tavola. Un risultato che dimostra l’immenso valore storico e culturale del patrimonio enogastronomico nazionale che è diffuso su tutto il territorio e dalla cui valorizzazione dipendono molte delle opportunità di sviluppo economico ed occupazionale”.
Va aggiunto che “la cucina rappresenta anche una straordinaria leva di promozione del Made in Italy alimentare nel mondo dove nel 2022 raggiunge il valore record di quasi 61 miliardi di euro, (stime Coldiretti)”. Bisogna dire che “la cucina italiana è diventata leader mondiale potendo contare sull’agricoltura più green d’Europa: 5.450 specialità sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni censite dalle Regioni, 320 specialità Dop/Igp riconosciute a livello comunitario e 415 vini Doc/Docg, leadership nel bio con circa 86mila aziende agricole biologiche, 25mila agriturismi che conservano da generazioni i segreti della cucina contadina, 10mila agricoltori in vendita diretta con Campagna Amica e numerose iniziative di valorizzazione, dalle sagre alle strade del vino”.
(Fonte: coldiretti.it/28.04.2023)
(continua)
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