Che cosa si chiede, oggi, a un comunicatore, informatore, info-comunicatore, realizzatore di eventi che non ha pensato lui?
Deleghe, (deleganti) e delegati, professionisti di “alto livello”
Ogni cosa si propone - anzi: si idea, si testa e, poi, forse si arriva a programmare - senza quasi mai provare a uscire dalla “tracciabilità” e dallo studio dei risultati.
A prescindere
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La tendenza è confermata dal Bollettino annuale (2022) del Sistema informativo Excelsior realizzato da Unioncamere e Anpal.
Lavoro, cresce la richiesta di laureati
Ma quasi uno su due è introvabile. I titoli di studio più ricercati? Economisti, indirizzo amministrativo per i diplomi e ristorazione tra le qualifiche.
Le porte aperte
Da tenere conto che “tra i titoli di studio i più difficili da reperire sono stati nel 2022 i laureati in indirizzo sanitario paramedico (con una difficoltà di reperimento del 65%), i laureati in ingegneria elettronica e dell’informazione (61%) e quelli in scienze matematiche, fisiche e informatiche (60%), i diplomati in elettronica ed elettrotecnica (60%) e quelli in meccanica, meccatronica ed energia (56%), i qualificati con indirizzo elettrico (57%)”.
(Fonte: unioncamere.gov.it/20.01.2023)
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Utopia? No, progetto di una politica che manca, o solo una modalità di giudizio (senza basarsi sulle apparenze).
Parola-chiave: “hub”, tra Val d’Agri, vecchi e nuovi governi
A proposito del connubio tra innovazione tecnologica e mondo del lavoro per formare nuove competenze e coinvolgere Centri di Ricerca, Enti Locali, Incubatori di start up, investitori, player industriali e Università anche straniere.
Pasquale Persico
La parola hub - perno - ha visto allargare il suo impiego a seconda del significato “ampliato”, dovuto all’uso composto. Durante il periodo del Covid, per esempio, l’hub vaccinale era diventato il riferimento del futuro per gli ospedali e la progettazione complementare prevalente. Nelle varie regioni si è assistito alla moltiplicazione degli sprechi nella visione temporanea della medicina di comunità. Il Pnrr ha, poi, moltiplicato i bandi per la transizione digitale parlando di digital innovation hub a proposito degli investimenti per il “trasferimento tecnologico”, favorendo la nascita di competenze eterogenee negli hub progettati. Job education hub, sarebbe dovuta essere l’invenzione capace di rigenerare l’efficacia della simmetria tra domanda ed offerta di lavoro, che ancora oggi è assolutamente fuori squadra.
La presenza della nostra Primo Ministro come portavoce speciale dell’accordo tra Eni e società libica corrispondente, ha visto riapparire la parola hub a proposito di stazione multipla di smistamento del gas libico verso l’Europa, accordo capace anche di stabilizzare i flussi regolari di emigranti dalle tribù libiche. La parola portavoce potrebbe sembrare non del tutto appropriata, ma è stata usata più volte nel passato per il governo Craxi, che godeva di un particolare ruolo di comunicazione nelle stanze dirigenziali del colosso dell’energia. Le sue foto erano in bella evidenza e raccontavano la vita parallela tra politica e giganti dell’economia. Lo stesso governo D’Alema si segnalò in Val D’Agri come governo rispettoso del programma Eni e delle altre società petrolifere presenti.
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“La dimensione estremamente comunitaria riduce anche la solitudine sociale tipica dei grandi agglomerati urbani”.
1,3 milioni di anziani custodi dei piccoli borghi
“Ci sono 5.529 comuni sotto i 5.000 abitanti. Si tratta di realtà che ospitano il 16,5% della popolazione nazionale ma rappresentano il 54% dell’intera superficie italiana”, (analisi Coldiretti su dati Istat).
Tradizioni
Il 92% delle produzioni tipiche nazionali, quindi, nasce “nei piccoli borghi italiani con meno di cinquemila abitanti, un patrimonio dell’enogastronomia sostenibile e a km zero conservato nel tempo dalle imprese agricole con un impegno quotidiano per assicurare la salvaguardia delle colture storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni popolari”.
(Fonte: coldiretti.it/25.01.2023)
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