Chi, che cosa, quando, dove e perché, elementi fondanti che, spesso, si perdono a spasso tra i fatti.
Le “narrazioni”, i veri ingredienti della notizia
Il “racconto” meno dissonante è da quanto stiamo aspettando, più riesce a “catturare” l’attenzione permanente che costruisce la “fedeltà”, più che alla testata, allo scrivente (che, pure, è, o dovrebbe essere un giornalista).

Tempismo interiore
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L’emergenza pandemica ha generato il blocco sostanziale di fronte a patologie anche gravi rispetto alla priorità imposta dal virus.
La lezione del Covid: il diritto alla salute non è per tutti
La realtà è stata maestra. La politica saprà applicarne diligentemente la lezione? Sarà in grado il Paese di difendere e rilanciare il valore universale di accesso alle cure del nostro Sistema sanitario pubblico?

Problemi irrisolti
La lotta contro il Covid ha indebolito la nostra salute. Estremo paradosso per indicare come la inevitabile polarizzazione dell’attività del sistema sanitario sull’emergenza pandemica ha lasciato scoperti fronti importanti della salute e della qualità della vita. Basti solo considerare il blocco sostanziale scattato su diagnostica e cura di altre patologie anche gravi di fronte alla priorità imposta dal virus.
Adesso, due anni dopo e mentre lampeggia una luce di uscita in fondo al tunnel, i nodi vengono al pettine. E vanno sciolti. All’orizzonte un’azione complessa. La Pandemia non è stato un incidente di percorso riassorbibile ed archiviabile nella normalità della casistica delle patologie. La mutazione radicale che ha introdotto si proietterà sul futuro. Scienziati attendibili come l’epidemiologo Anthony Fauci e l’italiana Ilaria Capua ci hanno avvertiti: altri virus sono all’orizzonte. Il punto è allora come, facendo tesoro del passato, l’apparato scientifico, operativo e di assistenza e cura emerso dal Covid rimodellerà nella loro totalità i sistemi sanitari.
Il dopo Covid è quindi un ridisegno funzionale e moderno del pianeta salute. Il che significa: più figure professionali, più mezzi e risorse. Non basta consolarsi con le promesse del Pnrr. Occorre mettere mano a coerenti programmi di azione e di governo della realtà.
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Necessario aprire le porte a tutti coloro che vogliono coltivare lo spazio della cultura plurale e chiedere perdono di un passato ad identità chiusa.
Il Pnrr? Pronto per chiamarsi Pnae (Piano Nazionale Armi ed Energia)?
Occorre, invece, investire nelle organizzazioni internazionali, inseguendo il modello relazionale “a civiltà democratica”. E’ questa la strada maestra per l’Europa di Ventotene e di Camus.

Pasquale Persico
Carlo Bastasin spiega molto bene, su “la Repubblica”, perché la soluzione del riarmo dell’Europa unita non sarà bastevole per capire se, finalmente, ha imboccato la strada giusta della politica e della politica economica continentale. L’aggettivo “continentale” non è banale perché la guerra in Ucraina nasconde il pericolo di poter nuovamente dividere il mondo in due schieramenti, rischiando di non utilizzare al meglio il tema del multilateralismo connesso anche ai benefici teorici ma possibili della globalizzazione.
Questi benefici andrebbero ben inquadrati e sostenuti dalle organizzazioni internazionali riformate ed in reciprocità. Certo, i lati oscuri della globalizzazione sono ancora ben nascosti ma l’ipotesi del riarmo dell’Europa, come scorciatoia necessaria, potrebbe moltiplicare il numero delle difficoltà politiche della costruzione della nuova Europa. Con la pandemia, il tema che nessuno si salverà da solo è diventato in poco tempo uno slogan poco praticato. Per molti il pericolo della guerra ha rilanciato nuovamente il tema delle identità nazionali da difendere, cercando gli alleati giusti. L’analisi di Bastasin riparte dalla considerazione che l’Europa delle nazioni in comunità dialoganti potrà continuare a sognare la crescita di una civiltà plurale con accesso ai diritti universali previsti in Costituzione europea. Per raggiungere questa prospettiva si dovrà continuare a beneficiare della possibilità di moltiplicare un’oculata dipendenza da un sistema pacifico di relazioni economiche e culturali.
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L’idea di un “fronte comune” con Pollica e Casalvelino. Il programma sarà, poi, presentato nell’ambito del Pnrr.
“Un piano per dismettere il depuratore di Pioppi”
Il presidente di Consac Maione: “Ora l’incontro con i sindaci per definire insieme il progetto esecutivo”.

(Fonte: Ufficio Stampa Consac/Vallo della Lucania 01.03.2022)
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Ritardare lo svuotamento gastrico per garantire la sensazione di una maggiore sazietà più a lungo.
Scatta l’ora “x” per costruire il fisico “mozzafiato”
Diventa necessario seguire un’alimentazione equilibrata e povera di calorie, ma anche conoscere i cibi sazianti, che diventano il nostro baluardo nella battaglia con la voglia di mangiucchiare tra i pasti.

L'arte di dimagrire
I tira e molla sono stati infiniti, le scuse altrettanto. I ritardi non si contano più. Poi finalmente ci arrendiamo. E scatta l’ora “x”. Quella della dieta. Ma ecco spuntare subito un grande nemico. Consapevoli che non sarà l’unico né l’ultimo, ci terrorizza la “sensazione di”. Ed è un attentato al faticoso obiettivo di voler sfoggiare un fisico mozzafiato con l’arrivo della bella stagione. Seguire un’alimentazione equilibrata e povera di calorie è utilissimo, ma sapere quali cibi sazianti che diventano il nostro baluardo nella battaglia con la voglia di mangiucchiare tra i pasti è indispensabile. Saranno i nostri migliori alleati per ridurre la fame e sbarazzarci così degli orribili chili di troppo, anche perché contengono pochissime calorie.
A causa della loro composizione nutrizionale, ci sono alimenti che ritardano lo svuotamento gastrico e ciò garantisce la sensazione di una maggiore sazietà più a lungo. Non si tratta di quelli grassi o ricchi di zucchero bensì di proteine, fibre ed acqua: tali sostanze nutritive sono essenziali per calmare la fame ma vanno preparati e consumati in modo adeguato.
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