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Salerno Economy XI.04 – 04.02.2022

Aumenta la fascia aperta di esclusi e auto-esclusi che si sono “ritirati” da ogni tipo di frequentazione non strettamente necessaria.

La dimensione “sociale”? Si è persa, viaggia insieme alla pandemia

Le relazioni sono diventate meno “larghe”, più “asciutte”, più indirizzate all’interesse primario o prevalente. E per la maggior parte delle persone - quasi tutte - non “fa niente”, “è andata così”.

Glocal- foto social-media
A proposito di "socialità"
Uno degli effetti prodotti dall’aggressione pandemica è il lento, ma netto e chiaro, approccio “difensivo” verso il “nuovo” che appare e si manifesta come se, invece, nulla fosse mai accaduto. In molti casi questo “nuovo” dilaga e si impone - nelle campagne pubblicitarie, nella calendarizzazione degli eventi, nell’attivazione delle famose agende di appuntamenti “pubblici” a prescindere dal contesto sanitario eccetera eccetera - lasciando indietro tutto il resto. Fino a determinare il permanere, con una “visibilità” più o meno percepibile all’esterno, di quelle dinamiche fondate sulla predominanza degli interessi - a partire, ovviamente, economici - che ha “cancellato”, o più insistentemente relegato nelle "retrovie", per così dire, molto altri aspetti che avevano, sebbene in maniera minima, anche una rilevanza sociale. In buona sostanza, mentre continua la “produzione” di “buone relazioni” con un unico antico obiettivo - fare business o, comunque, raggiungere uno scopo di tipo economico, come anche mantenere in piedi il lavoro - si allarga, invece, per tanti motivi, la macchia sociale che non ha più interesse (ma anche capacità e volontà) a perseguire questi scopi: preferisce, nel migliore dei casi, coltivare la propria solitudine, pur lavorando e mantenendo i basilari e necessari contatti, oppure ha già iniziato a “rarefarsi” e si avvia in quella dimensione che presto si trasforma, fino a diventare (auto) esclusione, in molti casi permanente.
(continua)
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L’analisi. I cittadini hanno assistito ad un evidente deficit di capacità di governo.

Dall’astensionismo al Mattarella bis, la debacle dei partiti

Senza una formale riforma, la politica italiana si muoverà nella prassi del “semi-presidenzialismo di fatto”, che, come accaduto sino ad oggi, potrà continuare a garantire quella stabilità necessaria in relazione a questioni rilevanti per la ripresa del Paese come il Pnrr.
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Il presidente Sergio Mattarella
di Mariano Ragusa

Piuttosto che attardarsi sulla conta dei vincitori e dei vinti, sarebbe opportuno ed urgente concentrare l’attenzione del dibattito pubblico sulla crisi del sistema dei partiti emersa nella vicenda del Quirinale che ha portato al bis di Sergio Mattarella. L’evidenza di questa crisi è nelle contorsioni, negli strappi, del tutti contro tutti e nelle tentate spallate prodotte da vari attori politici nel quadro segnato – a livello parlamentare – dalla assenza di coalizioni autosufficienti. Ma anche incapaci di produrre sfondamenti (l’una nell’altra) non con i tatticismi bensì con la capacità di disegnare strategie e visioni all’altezza dell’interesse generale del Paese.
L’onore dei peones.
L’elezione di Mattarella (che in questa fase a quell’interesse generale risponde) si è prodotta per mano di parlamentari che via via si sono allontanati dalle indicazioni o, per meglio dire, non-indicazioni o ancora labili ed incerte indicazioni, prodotte dai leader politici. Un rigurgito della democrazia parlamentare contro i giochi di potere delle dirigenze di partito? Non si può escludere che di questo, ma solo in parte, si sia trattato. A questa lettura è stata però affiancata – da parte di diversi osservatori della politica – un’altra meno nobile e più tarata su valutazioni di convenienza. Ovvero: un Mattarella bis avrebbe certamente introdotto quell’elemento di stabilità in grado di sventare il rischio di elezioni anticipate, eventualità assai temuta da deputati e senatori in dirittura d’arrivo per la pensione e molti privi di certezze circa eventuali ricandidature. Le due letture, in fondo, non si smentiscono a vicenda.
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La necessità di perdere il desiderio di concentrare potere per, poi, condurre le battaglie necessarie.

Tutti a lezione di cultura plurale, democrazia e benessere

Come camminare insieme verso una nuova società realmente euro-mediterranea? La nascita, ineludibile, di una nuova politica economica per la città e l’altra città.
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Pasquale Persico
di Pasquale Persico

Con la rielezione del presidente Mattarella il tema dei nuovi ideali che devono ispirare la rinascita dei partiti si incrocia con le dinamiche della metamorfosi dello Stato e la visione della politica economica più integrata nella politica europea. Più specificamente, la visione della destra storica appare - al momento - già fuori dalla storia e la Meloni, probabilmente, finge di non sapere, per massimizzare le rendite di posizioni lucrate dal secolo scorso; ma anche a sinistra il tema della riforma della Costituzione è una scorciatoia per sopravvivere. Ho ritenuto riproporre un mio contributo, tratto dal libro con altri autori - Il sogno di una civiltà plurale - disponibile via Google, perché - scritto prima della nascita del governo Draghi - conserva ancora una validità propositiva per inquadrare il prossimo periodo, che non può non ripartire dalla visione dello Stato, chiamato ad accompagnarci per navigare nel nuovo secolo visto che i temi ed i comportamenti politici sono diventati obsoleti. Che fare?

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La grande crisi che ci avvolge come oceano in burrasca non deve farci dimenticare che per appartenere alla storia ed entrare nel nuovo mondo desiderabile dobbiamo avere la consapevolezza di dover indagare sul nostro tempo e scoprire a quale momento storico apparteniamo nel nostro contesto dell’abitare.
(continua)
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Il Pil è aumentato del 6,5% rispetto all’anno scorso. La variazione acquisita per il 2022 è pari a +2,4%.

Costo dell’energia e inflazione frenano la ripresa

Confcommercio: “I livelli pre-crisi non sono ancora riconquistati, e, soprattutto, ciò che conta è tornare a crescere a tassi ben superiori a quelli che hanno caratterizzato i vent’anni precedenti”.
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Ancora distanti dal ciclo vincente
“Nel 2021 l'economia italiana è cresciuta a un ritmo da record: il Pil è infatti aumentato del 6,5% rispetto al 2020 secondo la stima preliminare diffusa dall’Istat. Dal 1995, anno d'inizio delle serie storiche, mai si era registrato un incremento così alto. Il dato porta a +2,4% la variazione acquisita per il 2022, vale a dire la crescita annuale che si otterrebbe in caso di variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell'anno. Nel solo quarto trimestre del 2021 il prodotto interno lordo è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e del 6,4% in confronto con gli ultimi tre mesi del 2020”. Questo il quadro della situazione descritto e analizzato dal’Istat che approfondisce e specifica che “l’economia italiana registra per il quarto trimestre consecutivo una espansione, seppure a ritmi più moderati rispetto ai periodi precedenti”. Come pure “dal lato tendenziale, la crescita è risultata molto sostenuta, superiore ai 6 punti percentuali”, per concludere che “la stima preliminare riflette dal lato dell’offerta uno sviluppo ulteriore del settore dell'industria e dei servizi, e un calo in quello dell'agricoltura”.
(Fonte: confcommercio.it/31.01.2022)
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Dispersi o distrutti 201 volumi, oltre i rogiti stipulati tra l’amministrazione cittadina ed i Lettori dello Studio che erano conservati presso l’Archivio del Comune di Salerno.

Scuola Medica di Salerno, tra Storia e storie

E’ ancora necessario ritrovare i documenti più antichi, quelli antecedenti al XVI secolo, considerato che già nel 1812 l’archivio del Collegio aveva grosse lacune.
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Ricerche nel tempo
di Giuseppe Ferrantino

Conoscere la storia della Scuola Medica di Salerno, nei suoi vari aspetti, è importante per comprendere appieno l’apporto che essa ha dato alla cultura dell’Europa medioevale. Esistevano due distinte istituzioni, la Schola presso la quale si tenevano le Letture, come si diceva allora, di Filosofia e di Medicina ed il Collegium deputato a conferire le lauree. Purtroppo, dei documenti relativi alla loro origine, organizzazione ed attività, ne sono attualmente conosciuti pochissimi della Scuola e pochi del Collegio medico. Le lacune, dovute alla scarsezza di documenti, spesso sono state colmate con ipotesi e supposizioni, talvolta suggestive, che sono assurte a storia. Con il “Decreto organico per l'istruzione pubblica” del 29 novembre 1811 venne preclusa la possibilità al Collegio medico di Salerno di conferire lauree. A seguito della disposizione del Ministro dell’Interno, il 3 febbraio 1812 furono spediti a Napoli i 251 volumi e gli altri documenti sciolti, che costituivano l’archivio del Collegio medico e, sempre con disposizione del Ministro dell’Interno, furono consegnati all’Università degli Studi. Qui rimasero fino a quando il Rettore Luigi Settembrini ne dispose il trasferimento all’Archivio di Stato di Napoli. L’11 febbraio 1943 si provvide al loro trasferimento all’Archivio di Stato di Salerno, ma dell’archivio del Collegio medico giunsero a Salerno solo 50 volumi, dal momento che degli altri se ne erano perse le tracce.
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Chi non ne assaggia almeno un boccone durante la cena dell’ultimo dell’anno come cibo di buon auspicio?

Che buone le lenticchie, “la carne dei poveri”

Altamente nutritive e proteiche, contengono carboidrati e oli vegetali. Ricche di fosforo, ferro, sali minerali, fibre e vitamine del gruppo B, hanno una buona quantità di zuccheri e una scarsa di grassi.
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Nutritive e proteiche
di Maristella Di Martino

Sono da sempre considerate la carne dei poveri. Ricche infatti di fibre, sali minerali e vitamine, sono il legume più antico. Già nel 7000 a.C. venivano coltivate in Asia ed in particolare in Siria. Da qui si sono poi diffuse in tutto il Mediterraneo e Romani e Greci ne erano ghiotti. Non sono mai mancate sulle tavole soprattutto delle classi più umili, visto il loro potere nutritivo ed energetico, la facile reperibilità e il costo basso. Molto consumate poi nel Medioevo e nei periodi di forti carestie perché, quando il cibo scarseggiava, questo piatto sostituiva facilmente un pasto completo fornendo proteine e vitamine e migliorando la resistenza alle malattie. Portano, inoltre, fortuna da secoli. Sì, sono beneauguranti. Chi non ne assaggia almeno un boccone durante la cena dell’ultimo dell’anno come cibo di buon auspicio, specialmente dal punto di vista economico, per garantirsi un futuro prosperoso, rinverdendo così l’antica tradizione romana di regalare una piccola borsa di pelle per conservare i denari contenente lenticchie con l’augurio che i legumi potessero trasformarsi in monete.
Altamente nutritive e proteiche, contengono carboidrati e oli vegetali. Ricche di fosforo, ferro, sali minerali, fibre e vitamine del gruppo B, hanno una buona quantità di zuccheri e una scarsa di grassi. Indicate in modo particolare per prevenire l’arteriosclerosi, garantiscono un buon uso dell’intestino e tengono sotto controllo il colesterolo.
(continua)
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