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Salerno Economy XI.02 – 21.01.2022

I mercati finanziari detengono nel 2022 qualcosa come 1.988 mld di esposizione del nostro Paese.

I “paperoni” volano, gli altri viaggiano sulle ali del debito

In pratica: “I 40 miliardari italiani più ricchi posseggono oggi l’equivalente della ricchezza netta del 30% degli italiani più poveri, corrispondente a 18 milioni di persone adulte”.
immagine soldi Glocal
Ricchezze e povertà
Il problema che emerge con estrema chiarezza - ma con poca rilevanza mediatica in termini di richiesta di attenzione non solo da parte degli “addetti ai lavori”, ma anche dell’intera popolazione - è sempre lo stesso: la relazione tra debito pubblico e qualità complessiva delle azioni di governo non solo a livello nazionale. Siamo di fronte a una massa di debiti più che consistente: basti pensare che i mercati finanziari detengono nel 2022 qualcosa come 1.988 miliardi, una cifra, in ogni caso, inferiore ai 2.010 miliardi del 2019, prima della pandemia (Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, Repubblica del 3 gennaio scorso). Questo contesto finanziario va inquadrato nelle tendenze economiche di breve e medio termine. “La forte ripresa del 6,3% realizzata dall'Italia nel 2021, con l'uscita dalle principali restrizioni legate al coronavirus, diminuirà progressivamente nel 2022 e nel 2023, con una crescita rispettiva del 4,6% e del 2,6%”, (secondo le recenti Prospettive Economiche dell'Ocse). Se allarghiamo lo scenario a livello mondiale, va tenuto conto che il Pil “scenderà al 4,5% nel 2022 e al 3,2% nel 2023”. Come pure nella zona euro: “il Pil passerà dal 4,3% del 2022 al 2,5% del 2023”.
Se questo è il contesto generale - l’Italia è un Paese con 2.000 miliardi di debito - non ci può sorprendere affatto la notizia dei giorni scorsi: la pandemia ha allontanato ancora i più i ricchi dai poveri. Fonte Oxfam: la quota di ricchezza detenuta dall'1% più ricco della popolazione supera oggi di oltre 50 volte quella detenuta dal 20% più povero dei nostri connazionali.
(continua)
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“La frenata del turismo potrebbe portare a 3,1 miliardi di euro di minori introiti nel trimestre per la mancanza dei viaggiatori stranieri”.

Omicron e costi energia arretrano la ripresa di 6 mesi

Confesercenti: “A rischio 6,4 miliardi di euro di consumi. Servono interventi su credito, ammortizzatori Covid e bollette”.
E’ crisi
Scenari in rallentamento
“Omicron e corsa delle bollette portano indietro di sei mesi le lancette della ripresa. Il nuovo rallentamento innescato dalla quarta ondata e dall’aumento dei prezzi dei beni energetici potrebbe mettere a rischio, nel solo primo trimestre del 2022, circa 6,4 miliardi di euro di spesa: una stangata che riprecipiterebbe i consumi ai livelli del secondo trimestre dello scorso anno, cancellando di fatto tutta la ripresa maturata nella seconda parte del 2021 e spostando dalla fine del 2023 all’inizio del 2024 il recupero dei livelli pre-pandemici”. Questo lo scenario prefigurato da Confesercenti rispetto alla situazione che si è delineata dopo l’aumento dei costi dell’energia e della più recente evoluzione del Covid. “A mettere a rischio i consumi - spiega Confesercenti - è in primo luogo il combinato disposto dell’aumento dello smartworking e della frenata del turismo, che potrebbe portare a 3,1 miliardi di euro di minori introiti nel trimestre per la mancanza dei viaggiatori stranieri e per i mancati consumi dei lavoratori nei pubblici esercizi. Un colpo che potrebbe mettere a rischio nel turismo e nella somministrazione 35mila attività e 200mila lavoratori”.
Ma non mancano le conseguenze rispetto alla quarta ondata sul mercato domestico. “1,7 miliardi di euro di consumi in meno nel trimestre sarebbero causati - evidenzia la Confesercenti - dalle restrizioni amministrative e dall’aumento dello smartworking, ma anche direttamente dall’incremento dei malati, delle quarantene e delle persone in isolamento”.
(Fonte: confesercenti.it/15.01.2022)
(continua)
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Quando manca una vera consapevolezza sui temi del debito buono da tenere sempre al centro dell’attenzione.

Ma il dado è tratto? C’è (davvero) una élite politica credibile?

La lezione di David Sassoli, essere militante gentile può essere la strada da perseguire, senza rinunciare a gridare per la necessità storica di andare oltre la visione delle identità di comodo.
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Pasquale Persico
di Pasquale Persico

Sergio Fabbrini - sul Sole 24 Ore di domenica scorsa - avanza l’ipotesi che una élite politica esiste e, nelle occasioni storiche, sa trovare soluzioni idonee, ad esempio, per la prossima elezione del presidente della Repubblica. Per lui sono i rappresentanti e non i rappresentati che scelgono il presidente della Repubblica. Ed ancora: l’elezione del presidente è una responsabilità dell’élite politica (parlamentari e rappresentanti delle regioni). Egli intravede, nella nebbia dei comportamenti politici, l’esistenza e la persistenza di questa élite politica che sarà costretta, per le emergenze che ci avvolgono, ad interpretare i sentimenti del popolo italiano al massimo livello e a scegliere un presidente in continuità con il governo e con i rapporti con la Ue.
La prima ipotesi che viene avanzata dall’autore presuppone che il governo stia ben marciando verso l’uscita dalla pandemia e che tutte le élite di cui si parla siano in grado di condividere l’idea che il percorso da fare è ancora lungo, e, quindi, possano sposare la scelta giusta di non mettere in crisi il governo. La seconda ipotesi è connessa alla futura gestione dei fondi del Pnrr, è un’opportunità troppo grande e nessuno dei partiti vuole rinunciare a cercare di guadagnare gradi di libertà nella gestione dei fondi, perché questi gradi di libertà consentono di essere riconosciuti dal loro elettorato tradizionale.
(continua)
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Il quadro che emerge dall’analisi della Coldiretti resa nota in occasione della giornata dedicata “al simbolo della cucina italiana più conosciuta nel mondo”.

Pizzerie, il crack ammonta a 2,5 miliardi euro

Nel 2021, rispetto a prima della pandemia, la perdita si è materializzata in seguito alle chiusure (e alle restrizioni), oltre al calo delle presenze di turisti stranieri.
Immagine pizza
Una vera arte
“A causa del Covid le pizzerie italiane hanno subito, nel 2021, un crack da 2,5 miliardi di euro, rispetto a prima della pandemia, in seguito a chiusure e restrizioni, oltre alla presenza a singhiozzo dei turisti stranieri”. E’ questo il quadro che emerge dall’analisi della Coldiretti resa nota in occasione della giornata dedicata “al simbolo della cucina italiana più conosciuta nel mondo”, che si è celebrata lunedì 17 gennaio, “in piena ripresa dei contagi”. Quale quadro si delinea? “I consumi - spiega Coldiretti - sono stravolti da circa 10 milioni di italiani a casa perché positivi al Covid, con contatti a rischio e in quarantena o smart working, con il crollo delle vendite nei locali che ha un impatto pesante sui bilanci delle 63mila attività presenti sul territorio nazionale, dove sono impiegati circa 200mila addetti”. Coldiretti evidenzia che “il boom delle consegne a domicilio tuttavia non è sufficiente a coprire le perdite e sostenere i bilanci del settore con le difficoltà che si trasferiscono lungo tutta la filiera, considerato che a pieno regime nelle pizzerie ogni anno si stima vengano impiegati 400 milioni di chili di farina, 225 milioni di chili di mozzarella, 30 milioni di chili di olio di oliva e 260 milioni di chili di salsa di pomodoro”.
(www.coldiretti.it/16.01.2022)
(continua)
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E’ consigliabile assumere cibi facilmente digeribili: brodo, minestre, succhi di frutta, tisane ed integratori alimentari specifici.

Malanni d’inverno? Ecco i rimedi naturali

Molto efficaci per dare sollievo e contrastare la congestione nasale risultano essere i suffumigi a base di acqua bollente ed oli essenziali di basilico, eucalipto, menta e pino.
medicine naturali
"Ricette" che funzionano
di Maristella Di Martino

Temperature basse fanno rima con malattie stagionali. Il 90% è di origine virale e solo il 10% è batterica. Le vie respiratorie, di norma bloccano ed allontanano sostanze estranee, polveri e microbi attraverso uno specifico meccanismo. Naso, trachea e bronchi presentano un rivestimento costituito da cellule mucipare che secernono muco ed altre caratterizzate da una specie di ciglia, per questo definite ciliate. Il muco prodotto dalle prime ingloba le sostanze estranee mentre le seconde le sospingono verso l’esterno. Con le variazioni termiche, il funzionamento di tale meccanismo viene compromesso e riescono così a sopravvivere i germi patogeni. L’efficienza delle mucose si riduce, o per improvvisa esposizione al freddo o quando si asciugano in ambienti riscaldati a tal punto da rendere secca l’aria. I virus influenzali si trasmettono per lo più per via aerea, mediante le goccioline di saliva che il malato produce tossendo, starnutendo o semplicemente parlando. La trasmissione può avvenire anche per contatto diretto con le persone infette, attraverso le mani contaminate oppure mediante utensili ed oggetti.
(continua)
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