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Salerno Economy X.47 – 10.12.2021

Davvero difficile pensare che il 2022 sia una bella passeggiata da affrontare con calma e rilassatezza.

La politica si sfida ancora? Ma è già tempo di bilanci . . .

E si insinua il dubbio, più che fondato, che mettere in campo gli interventi delineati dal Pnrr a sostegno della nuova vivibilità del Paese, non sia affatto semplice. Anzi, in molti casi, sarà quasi impossibile. Soprattutto nel nostro Sud.
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Prospettive
Come sempre accade quando l’anno volge alla fine, si tenta di fare bilanci - spesso bugiardi - di tirare le somme (stranamente in equilibrio), di provare, insomma, a mischiare le carte, per non ammettere che non è successo assolutamente ( o quasi) nulla di quello che si prospettava o ci si augurava. E, invece, dopo dodici mesi, ci troviamo di fronte uno scenario ricco di strade aperte, che inseguono una vera e propria svolta in senso positivo, nonostante problemi e ritardi ereditati dagli anni precedenti, che - è bene ricordarlo - conducevano a una sequenza di politiche inconsistenti e, soprattutto, orientate da partiti aggrappati al “nullismo” del fare per un solo motivo: sopravvivere, mentre tentavano di tenere in piedi il palcoscenico di una recita che, ormai, si apprestava a raggiungere il termine del baratro economico ( e anche sociale).
E adesso come siamo messi? E’ - davvero - cambiato qualcosa di significativo? Il punto centrale della discussione è ben chiaro: la partita si gioca intorno alle cifre del Pnrr, tra dubbi e perplessità sulla reale capacità di spesa di una macchina amministrativa che fino a questo momento ha solo lasciato immaginare una fondata lentezza nelle decisioni, ma che, soprattutto, proviene da decenni di risultati non conseguiti, non centrati. Ci troviamo ad osservare, quindi, la costruzione di un percorso che, pure, si basa su analisi preliminari condivisibili, ma che al momento dell’azione vera e propria lascia con il fiato sospeso.
(continua)
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Mentre la Pandemia e la crisi economica richiedono, se ne vogliamo davvero uscire con un cambiamento, visione strategica e trasparenza.

Il demiurgo Draghi e la litania dei soliti “cattivi” partiti

Il venticello del conformismo soffia in favore del premier. Il governo rallenta il passo? Si attribuisce la colpa alle diverse formazioni politiche che sul terreno della legge di bilancio avrebbero ridato forza a pratiche di allegra gestione delle risorse. Ma non è attraverso la loro funzione che si organizza la democrazia nel nostro Paese?
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Il presidente del Consiglio, Mario Draghi
di Mariano Ragusa

Spira un venticello di conformismo nel dibattito pubblico concentrato su un passaggio nodale delle scelte di governo: la legge di bilancio e la riforma del fisco. Quel venticello, animato da opinionisti, commentatori e performer da talk-show, soffia (e non è una novità) in favore del premier Mario Draghi. Si manifesta, questo venticello, con castigati rilievi critici ma tutti preoccupati di proteggere il premier dai marosi della politica dei partiti e finalizzata a riconsacrarne la figura nel pantheon delle “certezze indiscutibili”. Molto semplificando, il pensiero dominante è così sintetizzabile. Il governo Draghi rallenta il passo perché pressato ed ostacolato dai partiti che proprio sul terreno della legge di bilancio avrebbero ridato forza ai vecchi appetiti ed alle vecchie pratiche di allegra gestione delle risorse.
La partita su debito e Pnrr.
L’osservazione merita attenzione. Il terreno della dinamica politica è segnato dall’approvazione di una legge che guarda a due obiettivi intimamente connessi. Il primo pone al centro la necessità di iniziare a mettere in ordine i conti pubblici stressati da un aumento vertiginoso del debito e introdurre le non più rinviabili misure di sviluppo e di equità a vantaggio dei redditi medio-bassi. Come queste questioni saranno affrontate e quale sarà il percorso per realizzarle, spiegheranno l’indirizzo che il Paese intenderà darsi per il futuro. Da queste scelte – ed ecco il secondo obiettivo – deriverà la cornice entro la quale si muoverà il Pnrr con le tante salvifiche promesse che reca con sè per la crescita del Paese.
(continua)
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Una decodifica inattesa prende spazio e si presenta come potenziale di area vasta.

Buccino, ecco la città a tre eliche

Il vento dell’identità chiede di reinterpretare la “contemporaneità cosmica”, il territorio non vuole essere chiuso in un nuovo museo e vissuto come affresco del passato. Occorre scoprire le complementarietà dei progetti del buon vivere per esplorare meglio l’area vasta di riferimento.
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Pasquale Persico
di Pasquale Persico

Se un territorio antico, quello dei Volcei, che ha visto nella sua storia il passaggio di mille progetti di costruzione di comunità, oggi si interroga sulla prospettiva di diventare nuovamente città, la notizia merita attenzione. A Buccino città quadrupla, nella definizione di Ugo Marano, le case mostrano storie millenarie, l’archeologia si fa contemporanea ed entra nei progetti di sviluppo del territorio come memoria del futuro, un progetto di ecologia della fertilità illumina la mente dei nuovi abitanti. Da diversi anni, per merito di diverse competenze, il territorio dei Volcei viene riscoperto, e attraverso l’archeologia le valenze territoriali assumono diversi colori. Una decodifica inattesa prende spazio e si presenta come potenziale di area vasta. La casa dell’archeologia è finalmente la casa della cultura anche del contemporaneo. Gli strumenti della programmazione sono nuovamente in attesa di essere attivati, ma la politica avrebbe bisogno di una riflessione dal respiro lungo, prima di rincorrere finanziamenti inefficaci, e spiazzanti. Politici, amministrativi, economisti dell’industria ed economisti dell’agricoltura, archeologi in abbondanza, artigiani ed artisti, architetti, poeti, giuristi, agricoltori ed industriali, operai e operatori del turismo, giovani ed anziani, geologi, agronomi e naturalisti vogliono sapere della città possibile per riprodurre il lievito madre per nuovi standard materiali ed immateriali.
(continua)
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I fondi del Pnrr. Accolta l’ipotesi progettuale messa in campo nell’ambito del potenziamento delle infrastrutture idriche.

Consac, 14,5 milioni per 2 lotti della condotta Faraone

Il presidente Maione: “Risultato importante atteso da anni. Con le risorse già ottenute dalla Regione si arriva a quota 20 milioni”.
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Il presidente di Consac, Avv. Gennaro Maione
“La notizia della recente approvazione - da parte della Conferenza Stato/Regioni - del riparto dei fondi del Pnrr relativi al potenziamento delle infrastrutture idriche, e in particolare dello stanziamento di oltre 14,5 milioni per due lotti collegati alla condotta del Faraone, conferma, ancor più se si tiene conto che la cifra raggiunge circa 20 milioni di euro grazie ai finanziamenti già ottenuti dalla Regione, l’efficacia dell’impegno messo in campo da Consac. Erano decenni che si attendevano risposte così importanti per il territorio e fortunatamente il momento è arrivato”. Il presidente di Consac -Gestioni Idriche SpA, soggetto gestore del servizio idrico integrato per 55 Comuni compresi nell’area Cilento-Vallo di Diano) - Gennaro Maione, commenta così le decisioni assunte a inizio dicembre, in sede di Conferenza Unificata Stato-Regioni, che ha approvato il riparto dei fondi del Pnrr per un importo di circa 2 miliardi di euro.
Tra gli interventi finanziati - che hanno l’obiettivo di migliorare la sicurezza degli acquedotti e comprendono opere per ridurre gli sprechi e aumentare la resilienza ai cambiamenti climatici - rientrano i due lotti relativi alla condotta del Faraone, che serve l’intero Cilento, per un importo totale di oltre 14,5 milioni di euro.
(Fonte: Comunicato Ufficio Stampa Consac Spa/07.12.2021)
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Un pranzo lento e gustoso che profuma di terra, la tombola con i fagioli o le bucce di mandarino per coprire i numeri.

Ricette natalizie italiane, i tesori del Sud

Regnano, sovrani, lasagna, cannelloni, ragù e pasta imbottita al forno, in qualche caso il brodo di gallina e, soprattutto, i dolci tipici. Per secondo la carne che abbiamo cotto nel ragù o maiale con patate.
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Vera magia
di Maristella Di Martino

Natale, al Sud è ancora più festa. A cominciare dalla vigilia del 24 dicembre per finire al giorno dell’Epifania. E la magia del Natale, qui più che altrove, si avverte ad ogni angolo, sia nelle case che per strada mescolandosi al clima gioioso che da sempre contraddistingue la voglia di condivisione, più forte adesso che in altri periodi dell’anno. Il Natale è la festa della famiglia, dei cugini che non si vedono quasi mai e dei nonni che dispensano, generosi, soldi e pensieri pensati durante tutto l’anno. Ma come si festeggia il Natale in Campania? Con un pranzo lento e gustoso che profuma di terra, la tombola con i fagioli o le bucce di mandarino per coprire i numeri. Regnano sovrani nei pranzi di Natale lasagna, cannelloni, ragù e pasta imbottita al forno, in qualche caso il brodo di gallina e, soprattutto, i dolci tipici. Per secondo la carne che abbiamo cotto nel ragù o maiale con patate. Quasi ovunque non manca la frutta secca, come le verdure di stagione, preparate nei modi più variegati. Dalla minestra maritata alla pizza di scarola, dall’insalata di rinforzo ai broccoli (sia con le papaccelle che nella versione scoppettiata).
(continua)
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