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Salerno Economy X.24 – 18.06.2021

Una valutazione più approfondita del flusso continuo di notizie non controllate e verificate.

Tra “micro” e “macro” storia, il racconto si ripete

La “lettura” degli avvenimenti - che si susseguono ciclicamente - ci consente di comprendere non solo che cosa realmente accade, ma, soprattutto, quali errori prendono forma con la solita “programmazione”.
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Sequenze di eventi
La ricostruzione della “storia” - ma, nel nostro caso, è sempre meglio dire delle “micro” storie - prende spunto (quasi sempre) dal ritrovamento, molto spesso casuale, apparentemente non connesso ad alcun altro, significativo evento, di una traccia o di un labile “indizio”, che, poi, ci accompagna all’interno di uno scenario più vasto, fino ad orientarci proprio su quel punto fondamentale che, improvvisamente, “illumina” un episodio, una circostanza non secondaria. In questo modo - con la metodologia più appropriata per ridefinire fatti e situazioni ricadenti all’interno di diversi periodi storici - si determinano percorsi di ricerca che, nel corso del tempo, hanno, ormai, contribuito a ridisegnare quella che non è sbagliato definire la “geografia” della storia. Non ha più tanto senso, alla luce delle esperienze acquisite, orientarsi sulla natura dei fatti che si prendono in considerazione per tentare di attribuire una definizione allo studio che si prova a intraprendere - storia degli avvenimenti, storia delle idee, storia del libro o dei documenti, storia delle guerre eccetera eccetera - perché, in realtà, il fattore più rilevante è, nel frattempo, diventato un altro. Ha assunto caratteristiche predominanti il metodo che si è imposto stringendo una perfetta alleanza con la tipologia di ricerca che si vuole portare avanti.
(continua)
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La “malattia” populista ha trovato una risposta, quantomeno temporanea, nella “cura” dei tecnici.

Ma la democrazia (italiana) appare resistente a tentazioni autocratiche

Draghi va avanti e i partiti lo seguono stretti tra narcosi, repentini risvegli e crisi di astinenza. E’ la scena che al momento si vede.
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Le "politiche"
di Mariano Ragusa

Il populismo è in agonia? Con la Lega, organicamente nel governo e su poltrone ministeriali pesanti, e i Cinque Stelle che senza esserci riusciti con il Parlamento adesso stanno aprendo se stessi come una scatoletta di tonno disarmando l’apparato ideologico che li aveva spinti al successo elettorale, esiste ancora nel sistema politico italiano un variabile importante riferibile al populismo?
Permangono i sintomi ma il fenomeno con ogni probabilità sta mutando fisionomia per tradursi in qualcosa di ancora poco definibile. Tanto per dire: che c’è in termini di sostanza politica, programmatica e valoriale nella svolta del M5S, oltre l’enunciata generica attenzione all’area moderata come affermato dall’ex premier Giuseppe Conte annunciando la mutazione del Movimento di cui ha assunto la guida?
Discorso non dissimile riguarda la Lega: il partito personale salviniano e la sua squadra di governativi sono volti della stessa medaglia o anche da quelle parti si va profilando una linea di faglia dagli esisti imprevedibili?
(continua)

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Negli ultimi trent’anni abbiamo fatto davvero poco per rispondere ai temi del cambiamento.

Dal G20 al G40, ma noi economisti dove siamo stati?

La visione di Camus di una civiltà plurale in cammino è, storicamente, fragile. Le strategie vere e proprie che considerano i continenti (e non solo le nazioni) sono, forse, solo abbozzate.
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Pasquale Persico
di Pasquale Persico

Il rimprovero vale anche per me. Per rendere esplicito questo richiamo ripubblico, parzialmente, la mia introduzione, scritta nel 2001, al bel libro di Gian Carlo Marchesini, “Verso un mondo globale” (Plectica, 2001). Questo libro uscì contemporaneamente con quello di un famoso editorialista del New York Times, Thomas L. Freadman, “L’America non è più l’America, si sta mondializzando”. In quegli anni si trattava di un’affermazione in senso positivo: globalizzarsi o perire. Il francese Josè Bovè, dall’altra parte dell’Atlantico, diventava leader contadino della contestazione globale con lo slogan: non globalizzarsi per non morire. Arriva, quindi, il libro di Giancarlo Marchesini, che decide di fare un viaggio e rivela nostalgie, paure, entusiasmi, preoccupazioni, ma, soprattutto, moltiplica le domande. Domande profonde sulle difficoltà di percepire il cambiamento. Egli coglie nel segno, mettendo a nudo la nostra incapacità di appropriarci del concetto di velocità necessaria a decodificare ogni giorno le strategie individuali e collettive per entrare ed uscire dai processi di trasformazione globale. Appaiono con chiarezza tutti gli aspetti della globalizzazione, la crisi dei valori accumulati, le nuove credenze degli economisti dell’adesso, lo stress sulle organizzazioni del mercato, le ragioni dominanti della genetica e quelle in discussione sull’ambiente.
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Il Super-Index Aibe, realizzato con la collaborazione del Censis, ha preso in considerazione le aree dei Paesi del G20.

Attrattività, Italia al nono posto (dopo il Giappone)

Nel 2021 criticità in materia di fisco, “fare business” e investimenti diretti esteri. Dal punto di vista ambientale si registra “il migliore risultato ottenuto rispetto a tutti gli indicatori selezionati”.
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Competizione
“Posizione di metà classifica (che non significa sufficienza) per l’Italia dal punto di vista dell’attrattività degli investimenti, con un punteggio di 54,5 su una scala da 0 a 100”. E’ questo il risultato di sintesi del Super-Index Aibe - realizzato con la collaborazione del Censis - tra i Paesi del G20 di cui l’Italia quest’anno ha assunto la presidenza. Il Super-Index Aibe, presentato per la prima volta, configura “una sintesi ponderata dei principali indicatori e delle valutazioni più accreditate (World Bank, Ocse, World Economic Forum, ecc.) che tendono a rappresentare l’Italia nel confronto con gli altri Paesi e nella sua capacità di porsi o meno come economia stabile, competitiva, affidabile nel panorama globale”.
“I risultati delle elaborazioni attribuiscono il 1° posto alla Germania con il punteggio di 100, seguita dal Canada (94,8) e dall’Australia (92,1). Vicina alla performance australiana si colloca la Corea del Sud (86,6), mentre il Regno Unito e gli Stati Uniti occupano il 5° e il 6° posto, ma con ben 16 punti di distacco dalla prima in graduatoria, nel primo caso, e 24 nel secondo caso. Nella parte bassa della graduatoria si trovano l’Argentina, il Brasile e l’India. Il valore mediano per i 18 Paesi è pari a 49,2. L’Italia si posiziona al 9° posto con un punteggio di 54,5, subito sotto il Giappone, che raggiunge un punteggio di 61,8".
(Fonte: censis.it/ 09.06.2021)
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Per i carboidrati scegliete un paio di fette biscottate integrali con un velo di marmellata o miele.

Colazione estiva, cosa mangiare appena svegli

Fate scorpacciate di frutta fresca di stagione anche sotto forma di centrifugati, spremute o frullati (senza zucchero ovviamente).
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Elemento fondamentale
di Maristella Di Martino 

Ce lo chiediamo sempre e soprattutto d’estate. Col caldo spesso siamo portati a saltare i pasti e in particolare il primo. Che deve essere light ma ricco di nutrienti. Per assicurarci la giusta carica di energia necessaria ad affrontare la giornata. Anche nella stagione del solleone, dunque, la colazione di primo mattino resta, dei cinque pasti da fare ogni giorno, quello più importante. La giusta colazione deve contemplare la presenza di fibre, frutta e bevande che favoriscano il risveglio del metabolismo. E, se siete nel novero di quelli che a colazione bevono solo un caffè prima di uscire di casa, sappiate che state sbagliando tutto.
Ma perché è fondamentale non saltare la colazione? Oltre che per ricaricarsi di alimenti sani e ricchi di vitamine e sali minerali, anche per riattivare il metabolismo e reidratare il corpo. Bando alla pigrizia, dobbiamo essere consapevoli che la colazione al bar non può essere la regola, ma l’eccezione. Il nostro consiglio è di guadagnare un quarto d’ora prima dell’orario abituale in cui vi alzate per fare colazione con calma. All’inizio sarà un tantino complicato, poi un piacere a cui difficilmente riuscirete a rinunciare. Se invece siete sportivi ed amate il fitness, approfittate delle prime luci dell’alba per allenarvi in casa o uscire a fare una corsetta.
(continua)
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