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Salerno Economy X.02 – 15.01.2021

Come si costruiscono e si “governano”, più di prima (molto più di prima), le forze che provano a raccogliere il consenso.

La politica? E’ una “questione” di leadership

Il processo degenerativo dei partiti è già in atto da diverso tempo e va avanti in tutte le sue articolazioni, ribadendo, più spesso di quanto sembra, il netto primato del “capo” rispetto alle innumerevoli questioni che scorrono da un tavolo all’altro.
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Forme di influenza
Alle volte si avverte la sensazione che i piani e le strategie che partiti e forze politiche disegnano, discutono, promozionano, pongono, in qualche modo, sul tavolo, si rivelino, in poco tempo, un modo come un altro per agitare uno scontro del tutto improduttivo sul piano pratico, ma sicuramente coerente per posizionare al meglio uomini e propri rappresentanti nelle postazioni che si ritengono importanti. Anzi, molto importanti. E’ quello che, per esempio, accade a Roma quasi sempre, quando si deve per forza di cose prendere qualche decisione anche di notevole rilevanza. E’ proprio in questo tipo di circostanze che viene fuori la vera “anima” dei partiti, che, molto spesso, prende forma intorno a quelle che possono essere definite leadership emergenti, in grado, poi, di radicarsi ed espandersi in maniera capillare, fino ad elidere tutte le altre principali variabili contrastanti o, comunque, non in piena sintonia. La fase che stiamo attraversando, così scarsamente popolata di leadership effettivamente capaci di convincere e guidare con chiarezza i processi politici che in queste ore attendono un preciso indirizzo, assume spesso la consistenza della vaghezza.
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Aziende e consumatori, coinvolti nell’ottica green, scelgono prodotti pronti per essere riciclati.

Economia circolare, la “rivoluzione” è vincente

L’incentivo può essere chiesto da tutte le aziende. I progetti - spiega il sito di Invitalia - devono essere realizzati in una o più unità locali sul territorio nazionale. Spese e costi previsti non inferiori ai 500mila euro e non superiori a 2 milioni (durata tra 12 e 36 mesi).
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Ottica green
di Diletta Turco

La definizione precisa arriva dalle direttive del Parlamento europeo che ne ha seguito da vicino la nascita e lo sviluppo. L’economia circolare è un «modello di produzione e consumo» che si basa su «condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile». La rivoluzione che porta con sé questo nuovo modello di economia non riguarda, quindi, solo le aziende che producono beni in un’ottica “green” (d’altronde l’ecosostenibilità non è di certo un concetto freschissimo) ma anche il consumatore finale del prodotto stesso che sceglie consapevolmente di non acquistare un bene destinato ad essere semplicemente buttato, ma sa benissimo che questo bene, al termine della sua vita di oggetto-da-usare diventerà di nuovo materia prima per altre cose. E’ proprio in quest’ottica che si inserisce il bando del Ministero dello Sviluppo Economico sugli incentivi per l’economia circolare operativo dallo scorso 10 dicembre. Gli aspetti organizzativi e pratici sono gestiti da Invitalia.
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Le raccomandazioni dell’Unesco finalizzate alla buona percezione dei beni culturali (convenzione di Faro).

Imparare a vivere insieme, “essere per essere”

Educare alla razionalità del noi, alla solidarietà necessaria, diventa il primo asse portante della scuola post-pandemia, che vuole contribuire a migliorare il sentiero di crescita, sostenibile e inclusivo.
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Pasquale Persico
di Pasquale Persico

L’affermazione di partenza del bel libro di Patrizio Bianchi (già rettore dell’Università di Ferrara) - scritto dopo l’esperienza di assessore della Regione Emilia Romagna e di coordinatore del Comitato degli esperti nominato dalla ministra dell’Istruzione Azzolina - ribadisce che la pandemia ci ha tolto la scuola, quella che conoscevamo e ritmava la vita delle famiglie e delle città. E’ emersa, però, la situazione drammatica nella quale la scuola era già precipitata, non avendo, percepito da tempo il grande tema della connessione tra istruzione e sviluppo. L’Europa ricorda questo fondamentale collegamento negli indirizzi programmatici del Recovery Fund, che si chiama anche programma di rigenerazione o ripartenza per le giovani generazioni. I più bassi tassi di istruzione riguardano molte aree dell’Italia (e non solo il Mezzogiorno), le periferie urbane e le aree interne parlano anche senza le statistiche: la dispersione scolastica accompagna la disoccupazione giovanile e la crescita della popolazione non attiva. I giovani che non si istruiscono e che non si avvicinano alla conoscenza nemmeno con il lavoro sono una caratteristica drammatica presente in tutte le città ed i tutti i territori marginali.
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Si conferma la mancanza delle non più rinviabili riforme strutturali necessarie al Paese.

Legge di bilancio, bonus e agevolazioni senza visione strategica

Un enorme contenitore delinea il profilo normativo caratterizzato da 136 “bonus”. Necessari oltre 150 decreti attuativi per rendere pienamente operativo il complesso provvedimento.
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Novità?
di Antonio Viviano*

Pubblicata sulla G.U. 322/2020 la Legge n. 178/2020 “Legge di Bilancio 2021”, in vigore dal 1 gennaio 2021. Quali le novità in materia di lavoro? Di novità vere e proprie non ne possiamo citare in quanto le misure contenute sono delle proroghe di strumenti già disponibili nel 2020 e negli anni precedenti. Possiamo sintetizzare le principali misure raggruppandole in sotto ambiti. Dalla lettura delle norme contenute la riflessione che nasce è relativa alla mancanza, a parere di chi scrive, di una visione strutturale delle riforme necessarie al Paese per ripartire dopo la grande crisi generata dalla pandemia. La L. 178/2020 sembra essere un enorme contenitore di Bonus e Agevolazioni, spezzettati e privi di visione strategica.
In conclusione la Legge contiene 136 “Bonus” ed occorrono oltre 150 Decreti Attuativi per renderli pienamente operativi.

*Consulente del lavoro
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L’Osservatorio individua gli strumenti utili alla ripartenza dell'articolato comparto.

Turismo, nel 2020 persi 53 miliardi di euro

Le Camere di Commercio: “Per il rilancio occorrono nuovi modelli di governance a livello territoriale, analisi predittive basate su big data e capacità di intercettare le nuove tendenze”.
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Crisi difficile
“Il turismo è il comparto più colpito dalla crisi pandemica che ha investito il mondo”. Il 2020 si è chiuso “con 53 miliardi di euro in meno rispetto al 2019 e per i primi tre mesi del 2021 si stima una perdita di ricavi di 7,9 miliardi”. Il quadro della situazione descritto da Isnart-Unioncamere fornisce una serie di indicazioni che confermano la gravità dello scenario che è venuto a delinearsi. “In un contesto così complesso - evidenzia Roberto Di Vincenzo, Presidente di Isnart, l’Istituto di Ricerche Turistiche di Unioncamere - è fondamentale ripensare il modello organizzativo del settore, per sviluppare forme di turismo orientate alla produzione di valore, migliorando la qualità dell’offerta e aumentando i servizi forniti dai singoli operatori e dai territori: una scelta che presuppone anche nuovi modelli di analisi”. Con questo obiettivo è nato il nuovo Osservatorio sull’Economia del Turismo delle Camere di Commercio, realizzato con il contributo tecnico scientifico di Isnart, e presentato durante il webinar sul tema: “Turismo prossimo venturo: il rilancio riparte dai territori”.
(Fonte: unioncamere.gov.it/ 16.12.2020)
(continua)
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