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Salerno Economy VIII.17- 03.05.2019

Il punto vero è mettere in campo lo sforzo necessario alla “brandizzazione” unitaria del prodotto/Salerno.

Stagione turistica? Oltre le prove tecniche di primavera

Il ruolo del comparto è ancora sottodimensionato e, per molti versi, sottovalutato anche – soprattutto – dal punto di vista della pianificazione dello sviluppo territoriale
Glocal-Turismo-Positano
Divina Costa, punta di diamante
Questi articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (ed. Salerno) venerdì 26 aprile 2019.

di Ernesto Pappalardo

Il lungo ponte pasquale (e post-pasquale) ripropone sotto i nostri occhi il grande tema dell’ottimizzazione dell’enorme potenziale turistico del territorio salernitano. Va detto che negli anni della grande crisi e anche nell’attuale fase di rallentamento della dinamica economica, il turismo – e la lunga filiera ad esso collegata – ha rappresentato e rappresenta un riferimento fondamentale per evitare ulteriori ed ancora più gravi “complicazioni”. La variazione (in termini assoluti) tra il 2007 ed il 2016 all’interno del settore (servizi) che incorpora larghissima parte dell’offerta turistica può sfoggiare numeri estremamente rilevanti, incrementando il valore aggiunto da 3,09 a 4,4 miliardi (+1,3 mld). Il punto vero, però, è mettere in campo lo sforzo necessario alla “brandizzazione” unitaria del prodotto/Salerno, senza “disconnessioni” tra le varie sub-aree provinciali e, soprattutto, nell’ottica non di una concorrenza interna, ma, al contrario, nella prospettiva di creare “rimbalzi” di visitatori puntando ad allungare il tempo di permanenza (in modo da aumentare la spesa media giornaliera).


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I risultati che emergono dalle elaborazioni dei dati Mef-Dipartimento delle Finanze.

Redditi, in un anno i salernitani perdono 611 euro

L’importo medio dichiarato nel 2017 si attesta a 15.498 euro: il 25% in meno della media nazionale e il 6,2% in meno della media campana (e ben l’11,4% in meno della media della provincia di Napoli). Positano si conferma al primo posto fra tutti i comuni della provincia (24.700 euro).
Numeri Economia-immagine euro
Turbolenze
Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) lunedì 15 aprile 2019.

di Paolo Coccorese e Ernesto Pappalardo

Il reddito medio dichiarato dai salernitani in un anno – dal 2016 al 2017 – decresce di oltre 600 euro (611 per la precisione, -3,8%) e si attesta a 15.498 euro: il 25% in meno della media nazionale e il 6,2% in meno della media campana (e ben l’11,4% in meno della media della provincia di Napoli). Anche se va detto che rispetto ai livelli pre-crisi (2007) è aumentato di 1.185 euro (circa 170 euro in più rispetto alla media della Campania). In questo caso, però, il divario con il dato medio nazionale è notevole: in Italia il reddito pro-capite dichiarato nel 2017 è cresciuto di 2.035 euro rispetto al 2007. In sintesi: in 12 mesi (2016/2017) il reddito si contrae in maniera abbastanza sensibile, mentre in 10 anni aumenta, ma con un gap percentuale di oltre 2,5 punti (+8,3% contro +10,9%) rispetto al trend nazionale. Evidenti, quindi, le problematiche legate ai livelli occupazionali e al tasso di crescita del valore aggiunto.

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Effetto Prisma. I modelli di governance – nella composizione proprietaria ovvero manageriale – determinano il successo o l’insuccesso.

Il fiato corto delle piccole imprese meridionali

“La copertura del rischio risiede unicamente nella consistenza dei mezzi propri e solo in casi eccezionali e in presenza di business innovativi, e realmente validi, si dovrebbe derogare a tale principio”.
Lo speciale 1-governance imprese
"Ingranaggi" non efficienti
di Maria Teresa Cuomo*

Ad un buono scatto, benché ritardato rispetto allo start, è poi mancato il fiato. Questa la cronaca della rincorsa avviata dal Mezzogiorno, che, anziché consolidarsi, continua ad esprimere molteplici divaricazioni rispetto al resto del Paese, e ad altre aree comunitarie. Diverse, poi, le ragioni. Sicuramente pressioni e turbolenze globali, unitamente all’emersione di nuovi attori, hanno giocato un ruolo considerevole, deteriorando un sistema produttivo principalmente basato su un’industria tradizionale, già, come più volte rimarcato nelle pagine di questo blog, costretto a virare su comparti alternativi del terziario (turismo e servizi su tutti) per provare a ricomporre la forza competitiva smarrita. Sovrapponendosi a debolezze preesistenti, tali fattori amplificano gli interrogativi sulle capacità di recupero del sistema economico-sociale meridionale.

* Docente di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università degli Studi di Salerno e presso il Dipartimento di Scienze Economico-Aziendali e Diritto per l’Economia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca.


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Tra il 21, il 25 aprile ed il 1° maggio in viaggio quasi un italiano su tre.

“Ponti” e vacanze sulle tracce del buon cibo

Coldiretti/Ixe’: “L’80% a Pasqua cerca la tradizione a tavola”. Il successo degli agriturismi? “Perché c’è anche la possibilità di mangiare i piatti della cultura popolare locale cucinati dai cuochi contadini che utilizzano i prodotti da loro stessi coltivati in azienda”.
Immagine pasta fatta in casa
Giacimenti attrattivi
I lunghi ponti di Pasqua, 25 aprile e 1° maggio hanno evidenziato la forte propensione delle famiglie a cogliere tutte le opportunità e le finestre temporali per concedersi un periodo di vacanza. I numeri dell’analisi Coldiretti/Ixe’ segnalano la propensione a scegliere il mare (40% delle preferenze, con un netto stacco sulle altre opzioni: città d’arte 27%, a seguire parchi naturali, montagna e campagna). I numeri sono significativi: quasi 1 italiano su 3 (32%) ha scelto di mettersi in viaggio scaglionando “le partenze nell’arco delle due settimane con un primo gruppo di oltre 5 milioni in partenza con la Pasqua”. Le mete preferite – spiega in una nota di sintesi la Coldiretti – “restano quelle lungo la Penisola che consentono di ottimizzare il tempo a disposizione ma c’è anche un 14% che varca le frontiere”. Gli alloggi più “gettonati”? “Le case in proprietà o in affitto, alberghi, bed and breakfast e gli agriturismi” che - nel ponte di Pasqua e Pasquetta - attraggono tra italiani e stranieri, secondo le proiezioni, almeno un milione di presenze a tavola, “con una aumento record del 15% rispetto allo scorso anno spinto dalla voglia di stare all’aria aperta e alla ricerca del buon cibo”.
(Fonte: coldiretti.it/ 19.04.2019)
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La campagna di Legambiente “Civico 5.0” ed il racconto delle 22 esperienze attivate nella Penisola.

Condomini “aperti” e risparmio energetico

I modelli operativi più efficaci per adottare sistemi maggiormente sostenibili in considerazione dell’emergenza climatica con l’obiettivo di consumare meno risorse.
Immagine risparmio energetico
Buone pratiche
di Giuliano D’Antonio*

L’emergenza ambientale che sta determinando significativi cambiamenti climatici impone – come detto più volte in questo spazio – una vera e propria mobilitazione dal basso. E, quindi, tutte le iniziative che tendono a rendere operativi modelli comportamentali virtuosi sono senza dubbio importanti, soprattutto dal punto di vista della diffusione di quelle che possono essere considerate “buone pratiche” da replicare. E’ in questo contesto che assume grande valenza la campagna di Legambiente “Civico 5.0”, il cui scopo è “ fornire - si legge in una nota di sintesi - strumenti concreti di conoscenza del peso energetico delle abitazioni e soluzioni finalizzate al miglioramento della qualità della vita e alla riduzione di gas climalteranti e dannosi per l’ambiente e l’uomo”. Diversi gli ambiti di riferimento che si incrociano avviando un serio monitoraggio del ruolo effettivo dei condomini e delle azioni che si possono mettere in campo: raccolta differenziata; lavanderia condominiale; condivisione dell’automobile, di attrezzature e di competenze professionali, di librerie, bici, di spazi di lavoro; sale e cucine comuni; gruppi di acquisto; cura del verde condominiale.

*Presidente Fonmed (Fondazione Sud per la Cooperazione e lo Sviluppo del Mediterraneo)
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