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Salerno Economy VII.49- 21.12.2018

E’ l’unica ricetta che in altre e ben più disastrate aree del Paese – fino a non tanto tempo fa – ha funzionato.

Bye bye 2018. E ora diventiamo più coesivi

Si chiude un anno difficile e polarizzante per imprese e redditi. Ritorna la sfida dei territori intelligenti che riescono ad inserirsi nelle catene “glocali”.
Immagine Glocal Glocalizzazione
Locale+globale
Il 2018 va in archivio con il consueto rito dell’indagine annuale del Sole 24 Ore che distribuisce scatti verso l’alto, scivolate verso il basso, ma, soprattutto, aiuta a riflettere su dove veramente ci troviamo nella mappa dell’Italia e dell’Europa. Le distanze ci sono. Anzi, non sono di poco conto. Redditi, occupazione e disoccupazione, qualità dei servizi pubblici, risparmi, costo del denaro. Insomma – come si sa – due Italie. Due mondi che costano caro in termini di pari opportunità e di diritto al futuro per noi cittadini meridionali che paghiamo le tasse (in molti casi anche in misura maggiore dei cittadini del Centro e del Nord) ed in cambio non riceviamo complessivamente granché.
Naturalmente, i numeri (vedi articolo all’interno della newsletter del 21.12.2018) spiegano molte altre cose. Ma almeno su un punto si può essere tutti d’accordo: se non si rimettono in moto gli investimenti pubblici, il 2019 sarà un altro anno difficile e complesso. Non che possa bastare fare ripartire gli investimenti, per la verità. Nella nostra provincia i problemi strutturali sono diversi e per nulla semplici da avviare a soluzione. Ma - va detto - non mancano segnali che inducono ad essere meno pessimisti. Vengono da alcuni comparti/chiave (agricoltura, alimentare, turismo, servizi innovativi) ed anche dal manifatturiero green ed export oriented. E non è poco.

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La classifica annuale del Sole 24 Ore ci confina strutturalmente nella parte più lontana dal resto d’Italia (e d’Europa).

L’economia dal basso e il respiro corto della politica

Non è più rinviabile la pianificazione di un modello di sviluppo in grado di tenere conto di quanto di dinamico e positivo è successo negli anni della crisi A cominciare dalle filiere innovative che mettono in connessione agricoltura-turismo-beni ambientali e culturali, oltre che giacimenti enogastronomici.
Immagine Numeri Economia sviluppo
Metamorfosi produttive
Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano Il Mattino (edizione Salerno) martedì 18 dicembre 2018.

di Ernesto Pappalardo

L’indagine annuale del Sole 24 Ore offre l’occasione non tanto per “giocare” ai primi e agli ultimi in classifica – esercizio strumentale che la politica pratica da decenni – ma, soprattutto, per provare ad allargare lo sguardo in termini di complessità delle dinamiche di crescita socio/economica. Nel caso della provincia di Salerno gli indicatori Bes (Benessere equo e sostenibile) diffusi dall’Istat già lo scorso mese di giugno, hanno evidenziato con chiarezza che il problema di fondo si configura nelle distanze con il resto d’Italia e d’Europa (come avviene per larghissima parte dei territori meridionali). Distanze, tanto per cominciare, in termini di reddito disponibile che si riflettono, ovviamente, sui consumi, e che derivano sostanzialmente dalla collocazione (o meno) sul mercato del lavoro.

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Rifiuti solidi urbani: le performance dei comuni salernitani nel nuovo dossier dell’Ispra.

Tortorella top, Pagani flop: i dati della differenziata 2017

Arretrano Salerno, Pollica e Giffoni. Crescite record a Serre e Cetara. Scattano Sarno e Positano. Bene Maiori, benino Eboli. Problemi a Siano, Pontecagnano, Angri, Scafati, San Marzano, Vietri e Pagani. Cali drastici a Caggiano e Sassano.
Immagine raccolta differenziata
Perfomance divergenti
di Alfonso Schiavino

La Campania aumenta ma retrocede. Nel 2017 la nostra regione ha portato la raccolta differenziata al 52,76%, migliorando un po’ il 51,57% del 2016. Tuttavia nella classifica nazionale (capeggiata dal Veneto con il 73,65%) cede la posizione 12 alla Toscana (53,88%). Più dietro troviamo Liguria, Lazio e il resto del Mezzogiorno (tranne la Sardegna). Queste informazioni sono contenute nella banca dati dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Fra le province spicca Treviso (87,79%), ma Benevento (70,31%) sfiora Verona e supera Bolzano. Salerno (61,72%) staziona nella prima metà della graduatoria. Seguono Bologna, Firenze, Avellino (56,14%), Torino, Caserta (53,83%), Pavia, Napoli, Roma e così via. Il nostro territorio potrebbe far meglio, ma il capoluogo arretra e, soprattutto, città come Pontecagnano, Angri, Scafati, San Marzano, Vietri e Pagani arrancano e peggiorano. Ecco le percentuali dei comuni salernitani. La tabella vede affiancati, nel bene o nel male, centri piccoli e grandi, poveri e ricchi: la differenziata è solo un fatto di organizzazione.

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I prodotti dell’enogastronomia risultano quelli meno riciclati nella girandola delle feste.

A Natale 1 su 4 regala cibo e vino

L’analisi Coldiretti/Ixe’ evidenzia che il 47% delle famiglie ha fissato un budget sotto i 100 euro; il 40% tra i 100 ed i 300; l’11% da 300 a 1.000 euro e il 2% oltre i 1.000.
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Food "natalizio"
Alla fine è sempre la passione per il cibo a determinare le priorità nel momento di comprare i doni per parenti ed amici. “Quasi un italiano su quattro (24%) ha scelto di regalare per le festività di fine anno vini, spumanti o prodotti alimentari tipici da mettere sotto l’albero e per imbandire le tavole delle feste dove sempre più spesso si parla del cibo servito e della sua storia”. E’ questo il quadro che emerge dall’analisi Coldiretti/Ixe’, che evidenzia anche le varie fasce di spesa: “la maggioranza del 47% delle famiglie ha fissato un budget sotto i 100 euro, il 40% tra i 100 ed i 300 euro, l’11% dai 300 ai 1.000 euro e un fortunato 2% supera i mille euro”.
“Si registra quest’anno – sottolinea la Coldiretti – una spinta verso regali utili che privilegia l’enogastronomia anche per l’affermarsi di uno stile di vita attento alla riscoperta della tradizione a tavola, che si esprime con la preparazione fai da te di ricette personali per serate speciali o con omaggi per gli amici che ricordano i sapori e i profumi della tradizione del territorio. Il regalo di prodotti dell’enogastronomia è quello meno riciclato”.
(Fonte: coldiretti.it/ 15.12.2018)
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E’ sempre più inaccettabile che non circolino ancora con chiarezza le informazioni in grado di descrivere il quadro delle reali responsabilità.

Agenda 2030, la vera sfida per l’Ue

In vista delle elezioni europee l’ASviS sottoscrive l’appello della rete europea di organizzazioni della societa civile per chiedere ai leader di impegnarsi sul cruciale versante delle politiche ambientali.
Foto D’Antonio Giuliano
Giuliano D'Antonio
di Giuliano D’Antonio*

Nel 2019 si voterà per il rinnovo del Parlamento Europeo. Una scadenza che – al di là della consueta strumentalizzazione dal punto di vista della politica interna – dovrebbe essere “letta” soprattutto in chiave di reale attuazione delle politiche di carattere sovranazionale, a cominciare da quelle che riguardano una questione cruciale come quella dello sviluppo sostenibile. E, invece, tutto passa in un generale silenzio, generando un’agenda partitica che di tutto finge d'interessarsi tranne che delle priorità che la nuova assemblea elettiva Ue è chiamata urgentemente ad affrontare. E’ in questo contesto che si inserisce la firma da parte dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) della lettera appello “sulla necessità per l’Ue di dare piena attuazione all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile”. L’ASviS - insieme con la rete Sdg Watch Europe - “sollecita la leadership europea a costruire e implementare una visione integrata delle politiche, seguendo la direzione indicata dall’Agenda 2030 dell’Onu e dai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs)”.

*Presidente Fonmed (Fondazione Sud per la Cooperazione e lo Sviluppo del Mediterraneo)


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