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Salerno Economy VII.46- 30.11.2018

Non si coglie alcun segno di ritrovato dialogo con il popolo di elettori in fuga dai partiti all’opposizione.

La nostalgia della politica dal basso

La crisi di tutte le formazioni che si richiamano (anche vagamente) alla “sinistra”. La strategia minimalista che punta esclusivamente sull’archiviazione della stagione Lega-5stelle senza elaborare il “lutto” della doppia sconfitta del 4 dicembre e del 4 marzo.
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Alla ricerca del consenso perduto
E’ molto difficile immaginare quale evoluzione possa assumere il quadro politico nazionale - ma anche locale - nei prossimi mesi. Sono tante le variabili da prendere in considerazione, ma appare abbastanza certo il tentativo da parte delle cosiddette opposizioni di cavalcare il quadro economico che si va delineando (senza dubbio negativo) come strumento di delegittimazione della maggioranza al governo del Paese. L’operazione, per la verità, non solo è del tutto scontata e mostra la grave crisi d’identità di quello che resta della “sinistra”, ma denota, soprattutto, la volontà di mettersi definitivamente alle spalle i disastri realizzati dai precedenti esecutivi. Insomma, l’idea sarebbe di propagandare questo tipo di discorso: avete visto che cosa accade ad affidarsi a degli incapaci? Avete visto che cosa accade a mettersi nelle mani di incompetenti? Avete visto che cosa accade a lasciare la strada vecchia? E giù, quindi, con l’auto-riconoscimento di una “superiorità”, per così dire, operativa e gestionale della macchina pubblica.
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Analisi previsionale Confesercenti-Swg. Il giro d’affari rallenta nel 2018 e si ferma a quota 1,3 miliardi (-13%).

Black Friday? Riemergono gli acquisti “offline”

Il 45% dei consumatori ha manifestato propensione a comprare in un punto vendita fisico. Spesa media di 110 euro a testa.
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Prove tecniche di shopping natalizio
Il “Black Friday” all’italiana, al di là dell’effettivo (e rilevante) giro di affari, segnala una tendenza molto positiva relativamente ai negozi reali/tradizionali - che vedono risalire il loro livello di appeal nei confronti dei clienti - in vista del rush finale degli acquisti natalizi. Passa dal 39 al 45% la quota di consumatori che ha previsto di fare un acquisto offline nei circa 180mila punti vendita fisici che hanno aderito al venerdì nero. È quanto emerso da uno studio realizzato da Confesercenti in collaborazione con Swg, “elaborando i dati di un doppio survey a consumatori e commercianti”. A conti fatti il “Black Friday” – tenendo conto delle proiezioni sugli acquisti – ha rallentato, ma per la giornata di sconti è stato previsto, in ogni caso, “un giro d’affari di 1,3 miliardi di euro, il 13% in meno del 2017”. Il calo del fatturato “è dovuto ad una minore attenzione del pubblico”.
(Fonte: confesercenti.it/ 20.11.2018)
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Da segnalare che i dati ufficiali illustrano una continua erosione della quota di differenziata.

Raccolta rifiuti, conto salato per i salernitani

Nel 2016 l’importo totale si è attestato (in diminuzione) a 291 euro pro capite ma superava sempre le medie a tutti i livelli: 185 euro in Campania, 171 nel Sud, 167 in Italia. I contribuenti del Nord e del Centro versavano rispettivamente 150 e 209 euro pro capite.
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Costi e benefici
di Alfonso Schiavino

Undici anni fa, nel 2007, il Comune di Salerno avviò la rivoluzione della raccolta differenziata spinta porta-a-porta. Il sistema venne testato nei quartieri orientali, poi avanzò sul territorio con una serie di passaggi graduali. Da circa dieci anni, insomma, la città intera è entrata nella “new age”. Va tutto bene? Le perplessità sono alimentate da 2 circostanze, che diventano 3 con l’aggiunta di un fatto poco conosciuto. I dati ufficiali illustrano una continua erosione della quota differenziata (intorno al 62% nel 2016), mentre le strade mostrano ancora sacchetti abbandonati qua e là. Di conseguenza è ormai lecito chiedersi: abbiamo il modello migliore, tecnico ed economico, per la gestione dei rifiuti? La domanda ha un suo valore aggiunto, perché oltretutto il servizio è molto costoso e la bolletta è ovviamente salata.

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Le priorità illustrate nel corso dell’assemblea pubblica che ha avuto luogo lunedì 26 novembre al Teatro Verdi.

Prete: “Governo ostile verso le imprese, si naviga a vista”

La relazione del presidente di Confindustria Salerno delinea il profilo di una situazione a rischio ed individua la via d’uscita nell’aumento della produttività, ma “nel contratto di governo non c’è alcuna traccia”.
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Il presidente degli industriali Andrea Prete
Si è svolta lunedì 26 novembre scorso l’assemblea pubblica di Confindustria Salerno sul tema: “L’impresa al centro. Le forze produttive contro la società del non lavoro”. Proponiamo di seguito una sintesi della relazione del presidente Andrea Prete.
“(…) Sembra che la politica pensi e decida senza tenere in conto alcuno le esigenze dell’impresa. Anzi. Si fa sempre più diffuso e pervicace un sentimento di ostilità verso i valori del mondo che rappresentiamo, verso i nostri interessi legittimi. I primi passi del governo, infatti, non sembrano mostrare alcun segnale di attenzione per la crescita vera, quella che – diciamolo senza mezze misure – è fatta dalle imprese. Siamo preoccupati. Il Paese è in bilico tra sviluppo e contrazione, con un Pil che si è fermato dopo tre anni e la disoccupazione tornata a salire negli ultimi mesi oltre il 10%. Aleggia poi lo spettro della recessione che, come sostiene il Fondo monetario internazionale, potrebbe derivare da livelli troppo alti di debito”.
“(…) Una via d’uscita però esiste ed è l’aumento della produttività. Ma, nel Contratto di governo, di misure per incrementare la produttività non c’è alcuna traccia. Fino a che siamo in tempo chiediamo di rimettere l’impresa al centro per la tenuta del Paese”.
(Fonte: Sintesi diffusa alla Stampa da Confindustria Salerno/ 26.11.2018)
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Le richieste e le proposte illustrate nel corso dell’audizione dinanzi alla Commisione Esteri della Camera dei Deputati.

Agenda 2030, le promesse da mantenere

L’ASviS sollecita il Governo e le forze politiche a rendere operativa la Commissione Nazionale per il coordinamento delle politiche per lo sviluppo sostenibile e ad avviare la trasformazione del Cipe.
Foto D’Antonio Giuliano
Giuliano D'Antonio
di Giuliano D’Antonio*

I temi dell’Agenda 2030 Onu continuano a rimanere sottotraccia nel dibattito politico ed istituzionale che appare, purtroppo, fagocitato da polemiche strumentali e orientate prioritariamente alla captazione di consenso immediato. Basta soffermarsi sulle dichiarazioni dinanzi alla Commissione Esteri della Camera dei Deputati di Enrico Giovannini - portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) che, con i suoi oltre 200 aderenti, è la più grande rete di organizzazioni della società civile in Italia - per rendersi conto della difficile situazione che viviamo nel nostro Paese. “Sono passati più di cinque mesi dall’insediamento del nuovo Governo - ha sottolineato Giovannini - e le proposte dell’ASviS, su cui la maggior parte delle forze politiche si era impegnata formalmente durante la campagna elettorale, sono state totalmente ignorate: un segnale di disinteresse e sottovalutazione del rischio a cui è esposto il nostro Paese. Inoltre, nella proposta della legge di Bilancio non vediamo un progetto integrato che vada nella direzione dello sviluppo sostenibile e dell’attuazione dell’Agenda 2030 che l’Italia ha sottoscritto nel 2015”.

* Presidente Fonmed (Fondazione Sud per la Cooperazione e lo Sviluppo del Mediterraneo)

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