La strada maestra resta il partenariato pubblico/privato attraverso la consultazione permanente.
Turismo, identità e dialogo tra territori
Nelle sub-aree della provincia di Salerno si riscontrano target molto diversi per reddito e per format di vacanza richiesta, ma accomunati dalla “condivisione” delle stesse problematiche strutturali che penalizzano i comprensori a Nord ed a Sud del capoluogo.

Tra ritardi e opportunità
di Paolo Coccorese e Ernesto Pappalardo
Se si dovesse tracciare il profilo dell’identità turistica della nostra provincia - in base alle elaborazioni dei dati di fonte Ept/Salerno - emergerebbe una “personalità” complessa, per molti versi ai limiti della bi-polarità patologica. Perché? Perché nelle varie sub-aree territoriali si riscontrano target molto diversi per reddito e per format di vacanza richiesta, ma accomunati dalla “condivisione” delle stesse problematiche strutturali che penalizzano le aree a Nord ed a Sud del capoluogo (oltre che il capoluogo stesso). Una criticità su tutte: la scarsa efficienza del sistema di mobilità e di trasporto di cose e di persone dipendente da una rete infrastrutturale locale a dir poco inadeguata e, soprattutto, non integrata con le macro-reti nazionali (ed internazionali).
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I dati dell’Ente Provinciale per il Turismo elaborati dal Mattino (edizione Salerno).
Le famiglie? Stregate dal Cilento
Nel 2017 la permanenza media ha superato le 7 giornate. 7,7 per gli italiani e 7,9 per quelli stranieri. Nel periodo 2016-2017 gli arrivi sono cresciuti del 5,6% e le presenze del 5,8%.

Il mare trasparente del Cilento
di Paolo Coccorese e Ernesto Pappalardo
La vacanza formato famiglia? E’ il Cilento costiero la destinazione che è in grado di sfoggiare il maggiore appeal in base al quale costruire ulteriori dinamiche di sviluppo turistico puntando a questa tipologia di target in provincia di Salerno. Un dato su tutti: nel 2017 la permanenza media ha superato le 7 giornate. Per la precisione: 7,7 per i villeggianti italiani e, addirittura, 7,9 per quelli stranieri. In altre parole: la classica settimana di relax esiste ancora nell’area a Sud di Salerno e alimenta una filiera turistica che per molti versi ricorda quella tipica degli anni ’70-‘80 (e cioè ancora non articolata in un preciso disegno di marketing territoriale). Un’eredità rilevante sopravvissuta al ciclo recessivo. Periodo di crisi che, ormai, il territorio cilentano sembra avere archiviato.
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Al top del sottoinquadramento i liceali che non sono andati all'Università.
I giovani? Demansionati
Il Censis: “Quasi 4 diplomati e laureati di 15-34 anni su 10 svolgono un lavoro inadeguato rispetto al proprio titolo di studio: si tratta complessivamente di 1,5 milioni di giovani”.

Giovani sotto-inquadrati
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Le elaborazioni di SalernoEconomy sui numeri storici dei campionati.
Lo squilibrio della Serie A, l’armonia della B
Il torneo calcistico principale si fermerà di fatto a Napoli. I cadetti saranno distribuiti più equamente sul territorio nazionale. Le (sorprendenti) tendenze statistiche fanno immaginare già una possibile promossa.

Serie A/Serie B, le due facce del pallone
La prossima Serie A sarà la più squilibrata della storia recente. Se l’organico verrà confermato – l’incertezza è legata soprattutto agli strascichi della finale playoff Frosinone-Palermo che ha portato i ciociari nell’empireo – la metà delle squadre sarà polarizzata in 3 regioni. Il capolinea meridionale sarà di fatto Napoli, anche se, sulla carta geografica, Cagliari è un po’ più a sud. Il campionato a 20 squadre non aveva mai proposto un quadro peggiore (almeno a guardarlo dalle nostre latitudini). Le tinte restano grigie se consideriamo unitariamente il Centro-Sud, che conta su 7 paladini: sono lontani i tempi in cui erano 12, la Toscana schierava 4 squadre, il campionato finiva in Sicilia e il Mezzogiorno aveva 5 porta-bandiera. La Serie B sarà invece bilanciata, con 9 club meridionali su 22. E alcune tendenze statistiche lasciano intravedere una possibile promozione della prossima primavera.
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Mensilità in più in arrivo per quasi 7,5 milioni di persone (dipendenti e pensionati).
Quattordicesime, cresce il risparmio
Confesercenti: “Ai consumi meno della metà (47%). Pesano debiti e rottamazione cartelle”.

Pesa l'incertezza del futuro
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