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Salerno Economy VII.12 – 23.03.2018

L’interazione disintermediata è alla base della nuova geografia del comparto.

Turisti glocali e mercato digitale

Tra le nuove regole del gioco spicca quella che determina il profilo più importante dei singoli operatori e di ogni singolo tassello dell’offerta dei singoli territori: la web reputation o il passaparola digitale.
Immagine Glocal Turismo
"Passaparola digitale"
Il testo di seguito riportato è la sintesi dell’intervento alla giornata inaugurale di “Hospitality Sud” mercoledì 21 marzo 2018.

di Paolo Coccorese e Ernesto Pappalardo

Hanno da qualche anno preso forma nuove tipologie di costruzione della vacanza che elidono passaggi tradizionali attraverso un’opera sistematica di disintermediazione. La digitalizzazione crescente dell’economia turistica ha reso possibile a ciascun potenziale viaggiatore/visitatore creare il proprio unico ed originale pacchetto-vacanza. Comodamente seduto a casa, il turista glocale sceglie sullo scaffale digitale delle offerte quelle che lo attraggono di più. Ma non si ferma qui: inizia a mixare queste offerte; individua gli ingredienti che gli interessano (ambiente, cultura, mare, divertimento, enogastronomia, ecc.); confeziona su misura la sua vacanza ideale. Perché è un turista glocale? Perché nella sua postazione locale (la sua casa, il territorio dove vive e lavora) interagisce con uno scenario globale. Ed è in base a questa interazione disintermediata che si sviluppa la nuova geografia dei mercati turistici mondiali.
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Le parole della nostra epoca / 1

Nudge, per “arricchirci” con le scelte imperfette

Ogni giorno prendiamo decisioni piccole e grandi, che spesso si dimostrano irrazionali e perciò dispendiose. Thaler ha vinto il Nobel nel 2017 per gli studi sull’economia comportamentale: una materia nuova ma non troppo, come dev’essere ogni “invenzione” di successo.
Richard Thaler
Il premio Nobel Richard Thaler
di Alfonso Schiavino

“Nudge” è una parola inglese che significa “colpo di gomito” o “spinta leggera”. Insomma, è l’impulso poco vistoso che una persona trasmette a qualcun altro per incoraggiarlo in una certa direzione. Il termine è diventato famoso nel 2008, quando ha dato il titolo al libro del giurista Cass Sunstein e dell’economista Richard Thaler. Gli autori rilevano che ogni giorno prendiamo decisioni più o meno grandi – dalla gestione dei risparmi ai pasti quotidiani – e spesso scegliamo in modo illogico, se è vero che usiamo troppo la macchina e siamo delusi dal gestore telefonico. Ciò accade perché siamo fuorviati da fattori interni (gusti, desideri, percezioni) ed esterni (informazioni ambigue, ritmi quotidiani, narrazioni varie). Un quadro siffatto di scelte “effettive” anziché “razionali” porterebbe semplicemente a concludere che l’homo oeconomicus non esiste. Invece Thaler ci ha costruito una teoria positiva – il “paternalismo libertario” – premiata con il Nobel per l’economia.

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Il Rapporto Agrosserva di Ismea evidenzia il bilancio positivo relativo agli scorsi dodici mesi.

Agroalimentare, record nel 2017 per consumi ed export

Per il comparto agricolo, invece, si è chiusa un’annata difficile a causa delle condizioni climatiche. Ma le imprese under 35 superano quota 55mila (con un aumento del 5,6%).
Cibo Made in Italy-Lo speciale 1 AgrOsserva
Il Made in Italy vola all'estero
Il 2017 è stato un anno con il segno più per l’agroalimentare Made in Italy “sebbene il settore si sia dovuto misurare con le difficili condizioni meteo”. Lo scenario emerge con chiarezza dal Rapporto “AgrOsserva” di Ismea che fa riferimento all'ultimo trimestre dell'anno scorso. “A trainare l'agroalimentare - si legge in una nota di sintesi - è stato soprattutto il segmento industriale che, beneficiando in maniera diretta del buon andamento della domanda nazionale ed estera, ha segnato un incremento rispetto al 2016 del valore aggiunto (+1,8%), della produzione industriale (+3%) e degli occupati (+1%)”. “Molto bene - scrive sempre Ismea - per l'export di alimenti e bevande che chiude l'anno al livello record di 41 miliardi di euro, con una crescita molto più sostenuta di quella, già significativa, messa a segno nel 2016 (+6,8% nel 2017 a fronte del 4,2% dell'anno precedente)".
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Le elaborazioni dell'Ismea sui dati Istat riferiti a tutto il 2017.

Vino, l’export sfiora i 6 miliardi

Le performance migliori fuori dai confini comunitari (+8%) con introiti in crescita del 9%, mentre all'interno della Ue si è registrato +1% in volume e +4% in valore.
Vino Lo Speciale 2
Grande appeal all'estero
Il vino Made in Italy si conferma in buona salute e molto apprezzato all’estero, sebbene nei confini europei la concorrenza di Francia e Spagna sia sempre molto agguerrita. “Da gennaio a dicembre 2017 - si legge in una nota di sintesi di Ismea - sono stati esportati 21,4 milioni di ettolitri di vini e mosti, con un aumento del 4% sullo stesso periodo dell'anno precedente, consolidando un trend in atto già dalla fine del 2016. Il valore dell'export italiano, intanto, ha sfiorato i 6 miliardi di euro con un incremento più che proporzionale (+6,4%%) rispetto ai volumi, a dimostrazione che anche il valore medio dei prodotti italiani consegnati oltre frontiera si è mosso su un terreno positivo”.
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L’analisi dei dati Ismea-Nielsen riferiti al 2017 conferma la crescita degli alimenti naturali.

Nel carrello più attenzione alla salute

Il packaging assume sempre più un ruolo fondamentale per veicolare i nuovi claim: senza zuccheri aggiunti, senza latte e uova, senza olio di palma, senza glutammato aggiunto, senza glutine.
Foto Green Style Consumi
Alimentazione "green"
Gli acquisti nel carrello alimentare sono sempre più influenzati da un atteggiamento molto attento alla qualità dei prodotti e alle conseguenze sulla salute. Si consilida, quindi, il trend positivo dei segmenti “naturale” e “benessere” che - spiega l’Ismea - "la fanno da padroni, rappresentando in molti casi una crescita a due cifre (pasta di semola integrale: +16%, riso integrale: + 20%, ma anche frutta secca: +7,9% nel 2017 da sommarsi al +7,7% del 2016)”. “La composizione del carrello della spesa - evidenzia sempre l’Ismea - vede sempre aumentare la quota dei prodotti venduti con confezionamento del produttore (provvisti di codice EAN) arrivati a pesare oramai il 98% per le bevande e oltre il 63% per i generi alimentari. In ciascuna filiera sono i prodotti confezionati quelli ad essere maggiormente favoriti, a sostegno della tesi che il consumatore chiede oggi che ogni prodotto venga raccontato. Il packaging assume infatti sempre più un ruolo fondamentale come mezzo per veicolare i nuovi claim: senza zuccheri aggiunti, senza latte e uova, senza olio di palma, senza glutammato aggiunto, senza glutine, nonché la presenza di nutrienti fondamentali quali omega3, ferro, vitamine”.
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