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Salerno Economy VI/35 del 15/09/2017

Le strategie per affrontare i passaggi cruciali del nuovo ciclo economico sul territorio provinciale.

Non solo governance

Occorre elaborare un modello di gestione dell’area vasta intorno alla città utilizzando tutto il potenziale delle infrastrutture materiali ed immateriali.
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Questo articolo è stato pubblicato sul quotidiano “Il Mattino” (Edizione Salerno) domenica 10 settembre 2017.
di P. Persico
ed E. Pappalardo
Come si “progetta” un futuro diverso? Un futuro meno avaro di lavoro e di prospettiva di realizzazione professionale per le nuove generazioni? Come si fa a trattenere al Sud i “ragazzi con la valigia” e, nello stesso tempo, a recuperare un’idea condivisa di sviluppo sostenibile in grado di assicurare livelli occupazionali e di benessere in linea con il resto d’Italia e d’Europa? Il disegno del percorso necessariamente da intraprendere appare per molti versi inevitabile, ma anche destinato ad incontrare le “resistenze” di un tessuto politico ed amministrativo (e non solo) ancora lontano dalla condivisione del principio sostanziale della “cessione di sovranità” istituzionale di livello locale.
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Contrazione media pari a 1.500 euro rispetto al 2007, ultimo anno prima della crisi.

Spesa giù, in Campania – 1600 euro

Indagine Confesercenti sui consumi regionali (2007/2016). Crescono le disparità. In Trentino si arriva a 16.500 euro in più della Calabria, divario aumentato del 97%.
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Spesa in contrazione nella maggioranza delle regioni
La spesa delle famiglie - documenta un’indagine condotta da Confesercenti a partire da dati Istat ed Eures-Cer sull’impatto regionale della grande recessione dei consumi che ha colpito l’Italia negli anni scorsi - è tornata sopra i livelli del 2007 solamente in sei regioni d’Italia su venti. La Campania appartiene al gruppo di regioni che non sono ritornate ai livelli pre-crisi, accusando un -1.593 euro (-6%) nel 2016 rispetto al 2007. In pratica, mentre nel 2007 le famiglie spendevano 26.376 euro, nel 2016 ne hanno spesi 24.783. Indicatori superiori alla media nazionale -1.492 euro, -4,7%.
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Un’analisi demografica ed economica sul massimo campionato.

Calciatori, l’altro oro campano

Secondo nostre elaborazioni, i giocatori della Serie A nati in questa regione diminuiscono, ma valgono 126 milioni di euro: è il terzo “pacchetto” più prezioso in ambito nazionale. Solo 3 i “salernitani”.
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Notevole il valore di mercato dei calciatori campani
di Alfonso Schiavino
La Campania fornisce 26 calciatori alla Serie A attuale, solo un po’ meno della scorsa stagione, ma quanto basta per cedere la terza posizione a Toscana ed Emilia Romagna (27 giocatori). Fra queste tre regioni, tuttavia, il “nostro” contingente emerge per valore tecnico ed economico, almeno a voler considerare le quotazioni cumulate: rispettivamente 126 milioni, 109 e 58.
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Dopo molte ore di digiuno e di sonno e all’inizio di una fase attiva, c’è l’assoluta necessità di assumere le giuste calorie.

Prima colazione? Fondamentale

"Saltarla al mattino stimola, tra l’altro, la pessima abitudine che contribuisce alla grande incidenza dell’obesità infantile : l’uso di bevande e merendine ipercaloriche”.
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Gioacchino Majone
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
di Gioacchino Majone*
E’ ampiamente dimostrato che uno dei fattori che provoca la così alta percentuale di bambini obesi, è la mancata effettuazione di una calibrata e giusta prima colazione al mattino. Un’indagine proprio dell’Asl di Salerno di qualche anno fa ha dimostrato che meno del 50 % dei bambini in età della scuola dell’obbligo effettua una prima colazione prima di andare a scuola ed addirittura oltre il 30 % non ingerisce nulla!
*Medico e Amministratore Azienda Agricola Vallepiana
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I dati presentati in occasione del “Sana” di Bologna. Escalation di carni avicole e vino.

Ismea, consumi bio +10,3%

Nel primo semestre 2017 continua il trend positivo rispetto allo stesso periodo del 2016. La spesa “green” vale circa il 3% di tutto l’agroalimentare.
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Continua la crescita dei consumi nel settore biologico a conferma di uno scenario che ha posizionato al centro delle scelte per l’alimentazione la consapevolezza degli acquisti basati su criteri che tengono conto della salute fisica e della sicurezza delle intere filiere che arrivano dal produttore alle tavole delle famiglie. Si tratta di una tendenza che incrocia i nuovi stili di vita molto più attenti a varie tipologie di diete che hanno in comune l’obiettivo di fare acquisire a quanti le adottano maggiore benessere a tutte le età. Nel primo semestre 2017 l'incremento è stato del 10,3% rispetto al periodo gennaio-giugno 2016 (+13,4% nel 2016 rispetto al 2015).
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