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Salerno Economy IX.49 – 23.12.2020

Difficile tentare di avere un quadro preciso dei programmi e delle iniziative che prenderanno effettivamente forma.

E’ il tempo della politica vera, ma non appare all’orizzonte

Il 2021 plasmerà le prospettive nelle quali vivremo nel tempo che verrà. Ma mancano all’appello le forze più autentiche dei partiti rimaste indietro a governare percorsi che, fino a questo momento, hanno generato grande confusione.
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Tracce sparse
Siamo giunti alle giornate finali del 2020 con mille problemi che propagano sul nuovo periodo che ci attende l’atmosfera di un anno per molti versi decisivo, capace, cioè, di delineare il percorso del prossimo decennio. Mentre siamo ancora avvolti nel clima d’incertezza che la pandemia ha propagato, generando reazioni, naturalmente, contrastanti, assistiamo allo spettacolo di una politica che pare prepararsi a mettere in discussione l’assetto attuale, soprattutto dal punto di vista - sembra di dedurre - dei nomi in campo. Resta, in ogni caso, del tutto evidente che manca un’esatta configurazione di metodo di governo. Emerge, puntualmente, un modo di fare che, alla fine, rallenta e rinvia non solo le decisioni, ma anche la partenza di piani e programmi che, pure sono stati annunciati tempo addietro. E così, mentre si arriva alla scadenza prevista per i singoli interventi da mettere in campo; mentre si scrivono e, forse, riscrivono, i passaggi decisivi delle cose da fare, si ha la sensazione che tutto, in realtà, è, in qualche modo, “appeso” alla ricerca di estenuanti equilibri tra le forze che si contendono il governo delle cose.
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I salernitani non rinunciano a fare acquisti. E questi mesi di chiusura forzata hanno fatto affinare il cervello.

La “rivoluzione” del regalo sotto l’albero

Nella top three resta ben saldo il “pacco alimentare”. Nelle sue varianti ovviamente, che vanno dalle tipicità territoriali al classico dei dolci tradizionali “ma gourmet”.
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Scelte natalizie
di Diletta Turco

Nonostante le strade di Salerno e del resto d’Italia si stiano pian piano riempiendo di persone in cerca dell’affare, queste feste natalizie 2020 hanno visto anche un’altra “rivoluzione”, ossia quella del regalo. Caratterizzato, in un momento storico unico nella sua complessità, da tre aggettivi imprescindibili: utile, economico e, possibilmente, digitale. Via i fronzoli. Il vero must di quest’anno è l’essenzialità. E’ finita – almeno momentaneamente – l’era del dono costoso, dello status symbol. Sia perché il 58% delle famiglie italiane causa Covid ha difficoltà ad arrivare a fine mese (il dato è stato segnalato dallo studio “Emergenza Covid 19: gli italiani tra fragilità e resilienza finanziaria”, commissionato dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, Comitato Edufin, alla società di ricerche e analisi di mercato Doxa). Sia perché il momento così particolare porta indirettamente ad orientarsi su scelte basiche ma funzionali.
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La lettera inviata, a suo tempo, a diversi esponenti delle strutture tecniche che avevano contribuito all’approvazione.

Gestione dei fondi Ue? “Non togliere le ali agli angeli”

Venti anni fa, dopo l’arrivo dei finanziamenti, il “mosaico” per giungere alla realizzazione dei progetti non fu mai composto e si rintracciano ancora residui di risorse non spesi. Il tema, purtroppo, rimane sempre lo stesso: come fare per non rimanere indietro.
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Pasquale Persico
di Pasquale Persico

Il governo ed il parlamento sembrano sospesi rispetto al grande tema della gestione dei fondi che la Ue mette a disposizione per la rinascita del modello Europa, affidando alle diverse nazioni il compito di contribuire ad eliminare i divari leggibili come ostacoli allo sviluppo della produttività totale. La storia si ripete in una scala più ampia. Nel Por 2000-2007, per la prima ed unica volta, in Campania, oltre mille miliardi furono messi a disposizione dei parchi nazionali e regionali, risorse aggiuntive, sotto la sigla Progetti Integrati Territoriali. Per il Cilento fu elaborato un progetto strategico denominato “Città del Parco”, che ottenne la possibilità di spendere quelle risorse assegnate. La storia di come poi quelle risorse catturate furono spese è un’altra storia. Oggi riproduco la lettera inviata ai diversi “angeli amici” che nelle strutture tecniche avevano contribuito al risultato di approvazione; amici, che poi nel processo di gestione divennero “diavoli” che contribuirono a disperdere il patrimonio di competenze accumulate. Come dice Totò in un film famoso, la stessa lettera è ancora utile 20 anni dopo, per scrivere agli “amici angeli” che lavorano a supporto delle decisioni politiche. Ecco la lettera.
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Il segretario nazionale del Psi traccia il percorso che vedrà impegnato il partito nel 2021.

“Aperti e solidali, la vera sfida di noi socialisti”

“Nei prossimi mesi prende forma la prospettiva da percorrere insieme con tutti quelli che hanno nella loro agenda scritto il tema del lavoro, da proteggere e sostenere, della scuola e della formazione permanente, dell’ambiente e dello snellimento operativo della macchina statale troppo impelagata in ritardi e inadempienze”.
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Enzo Maraio
di Enzo Maraio*

Siamo di fronte, in questi giorni, a una situazione estremamente complessa da vari punto di vista. Prima di tutto si profila un passaggio-chiave rispetto all’emergenza pandemica che ci siamo trovati ad affrontare. Senza entrare nel merito delle numerose e gravi difficoltà che il sistema sanitario pubblico ha dovuto fronteggiare, va detto che è stata messa in campo una prova che ha evidenziato grandi meriti umani e professionali (da parte di tutto il personale medico e paramedico), ma, nello stesso tempo, eccessive problematiche dovute a non pochi e gravi problemi. L’attuale assetto gestionale della sanità pubblica si configura come il frutto della degenerazione dell’impostazione del servizio erogato ai cittadini che ha origine nella riforma del 1992, quando le Usl furono trasformate in Asl e iniziò una commistione di responsabilità tra Stato e Regioni con un’unica preoccupazione: fare quadrare i conti piuttosto che puntare all’erogazione delle più efficaci prestazioni verso i cittadini.

* Segretario nazionale del Partito Socialista Italiano
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Gli Enti locali dovranno dotarsi di una visione strategica chiara in merito alle attività di rilancio e di trasformazione urbana.

Recovery Fund, la vera sfida per lo sviluppo

"L’Anci ha elaborato un documento (Città Italia) contenente diverse proposte, chiedendo correttamente di avere un ruolo diretto non tanto nella gestione delle risorse quanto nell’individuazione delle linee operative da seguire".
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Roberto De Luca
di Roberto De Luca

Da diverse settimane, ormai, stiamo assistendo a una ininterrotta polemica all’interno della maggioranza di governo relativa al cosiddetto Recovery Fund. Le liti sono nate, in primis, in relazione alla governance dei fondi in questione, che sembra godere di maggiore attenzione anche rispetto al loro stesso utilizzo. Al momento attuale, il piano del Governo sembra limitarsi all’individuazione di alcune priorità certamente degne di considerazione, quali la transizione verde e digitale, l’inclusione sociale, la parità di genere e così via. La capacità di attuazione concreta di tali dichiarazioni di intenti rappresenta un pezzo importante del futuro del nostro Paese e delle prossime generazioni (non è un caso che il fondo in questione sia definito “next generation”), su cui si misurerà l’attitudine degli attuali governanti di essere davvero classe dirigente. Se durante il primo lockdown una delle frasi più diffuse era “saremo migliori”, probabilmente questo è il momento di dimostrarlo, raccogliendo al meglio la sfida del Recovery Fund e provando che sono stati compresi gli errori del passato, che ci hanno portato a un livello di indebitamento elevatissimo senza che il Paese ottenesse reali benefici in termini di competitività, innovazione tecnologica, inclusione sociale, occupazione, coesione territoriale e così via.
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Non mancano la frutta secca, come le verdure di stagione, preparate nei modi più variegati.

Ricette natalizie, la grande festa nel Sud d’Italia

Regnano sovrani, nei pranzi del 25 dicembre, lasagna, cannelloni, ragù e pasta imbottita al forno, in qualche caso il brodo di gallina e, soprattutto, i dolci tipici.
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A tavola con gusto
di Maristella Di Martino

Natale, al Sud è ancora più festa. A cominciare dalla vigilia del 24 dicembre per finire al giorno dell’Epifania. E la magia del Natale qui più che altrove si avverte ad ogni angolo, sia nelle case che per strada mescolandosi al clima gioioso che da sempre contraddistingue la voglia di condivisione, più forte adesso che in altri periodi dell’anno. Il Natale è la festa della famiglia e dei nonni che dispensano generosi soldi e pensieri pensati durante tutto l’anno. Come si festeggia il Natale in Campania? Con un pranzo lento e gustoso che profuma di terra, la tombola con i fagioli o le bucce di mandarino per coprire i numeri. Regnano sovrani nei pranzi di Natale lasagna, cannelloni, ragù e pasta imbottita al forno, in qualche caso il brodo di gallina e, soprattutto, i dolci tipici. Per secondo la carne che abbiamo cotto nel ragù o maiale con patate. Quasi ovunque non manca la frutta secca, come le verdure di stagione, preparate nei modi più variegati. Dalla minestra maritata alla pizza di scarola, dall’insalata di rinforzo ai broccoli (sia con le papaccelle che nella versione scoppettiata).
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