Stiamo vivendo il periodo più complicato, che ha bisogno della massima determinazione per essere attraversato e messo alle spalle.
Feste di Natale? Si “improvvisa”, aspettando il vaccino
E’ solo questo l’unico e autentico traguardo verso il quale tendere con la massima decisione possibile, lavorando fin da subito alla migliore pianificazione di ogni passaggio utile.

Tra polemiche e sforzo finale
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Il programma di digitalizzazione in favore di un progressivo abbandono dell’uso del contante.
Operazione “Cashback”, ufficialmente al via
Copertura prevista per tutte le spese effettuate nei negozi “fisici” oppure per i costi degli interventi di artigiani o di professionisti pagati on line. Non rientra, invece, l’“e shopping” (piattaforme di vendita in rete).

Operazione partita
I primi giorni sono stati difficili, per via dell’impossibilità di poter scaricare l’applicazione e inserire correttamente i propri dati, ma l’operazione Cashback è ufficialmente partita. Innanzitutto, cosa è: non è altro che un programma di digitalizzazione “spinta” dei pagamenti a favore di un progressivo abbandono dell’uso del contante nelle transazioni quotidiane. Ma cosa serve per essere un membro a tutti i diritti del progetto Cashless Italia? Tre cose: una identità digitale (che derivi dallo Spid o da una semplice carta di identità elettronica con annesso, però, lettore di codici), un conto corrente con almeno 2 centesimi sopra (è il costo simbolico dell’avvenuta registrazione al sistema dei metodi di pagamento) e, ovviamente, l’app “Io”. Che, al netto dell’operazione Cashback, ha una sezione che riguarda anche i documenti relativi alla titolarità delle autovetture intestate a proprio nome.
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C’è sempre qualcosa da costruire, per la città o altre città in “rete di empatia”?
La connettività ci salverà (se alziamo la testa)
Torna la figura di Enea che porta per mano i giovani e supporta il peso degli anziani e dei loro saperi, anche se continua a farci pensare che Ettore non voleva la guerra, ma è stato sconfitto.

Pasquale Persico
“La vita ora è metà orrore e per il resto pagliacciata/ ma c'è un filo che resiste/ c'è una gioia che segue il ciclo intero della disperazione/ c'è un senso di salvezza/ che ti aspetta nei dolori più grandi, più impietosi …/ La vita … impaurita è sempre un angolo infimo dentro ogni vita/ il resto sono occasioni enormi che non vediamo./ La morte non serve per morire, ma per insegnarci a stare in mezzo alle cose”.
Questo frammento di poesia di Franco Arminio - tratto dal suo libro “La cura dello sguardo” - e il tema della nuova esplosione della “Street Art” nel mondo globalizzato, possono aiutarci a stare in mezzo alle cose che ci stanno capitando con uno sguardo sul futuro. Il tentativo degli artisti di strada e lo sguardo del poeta “paesologo”, annunciano al mondo la speranza di poter contare nuovamente sulle periferie, forse, capaci, queste, di riempire, con nuove idee, i vuoti emersi nelle città svuotate culturalmente dalla pandemia. Achille Bonito Oliva annuncia che i “Graffiti” sono in lotta, sui muri, per riscattare la solitudine delle città che hanno ancora nostalgia del vecchio modello di consumo dei luoghi (vedi gli assembramenti). Vi è, in effetti, l’emersione della speranza di potersi appropriare di un nuovo spazio urbano, rinnovando i dispositivi di riferimento tradizionali o, addirittura, rivoluzionandoli.
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Iniziativa di Claai, Coldiretti e Comune di Salerno per sostenere il patrimonio enogastronomico locale.
Uva Sanginella e milza ripiena, tipicità salernitane
Avviato il percorso per il conferimento della De.Co. (Denominazione comunale) che attesta l’autenticità territoriale di un prodotto e lo preserva da eventuali mistificazioni.

Denominazione comunale
Esistono alimenti, profumi, pietanze, ma anche vini o liquori che sono radicati nei territori e portano in sé l’identità locale. E’ il caso, ad esempio, del liquore “Strega” che, inevitabilmente, viene associato immediatamente a Benevento o del “Panforte”, il cui profumo speziato fa balzare subito alla mente la città di Siena. Anche Salerno ha le sue tipicità, alimenti che sono legati al territorio e lo rappresentano, ne diventano quasi vessillo identificativo come, ad esempio, la milza ripiena. Nei giorni che precedono la festività del santo patrono, nei vicoli del centro storico, il cuore antico della città, ma anche per le strade dei quartieri più popolosi si diffonde il pungente odore di aceto che catapulta la mente al tipico piatto salernitano facendo salire la classica acquolina in bocca. Separare la milza e la città di Salerno è impossibile, così come lo sarebbe voler scindere il connubio tra questa città e l’uva “Sanginella”, altro importante prodotto di questa terra, conosciuta già all’epoca della Scuola medica e che cresce in vigneti coltivati sulle colline salernitane aiutata da un microclima favorevole. Prodotti identificativi di una realtà locale che portano con sé la tradizione, le cui ricette, proprio per queste motivazioni, non possono essere lasciate solo al tramando generazionale, a quel passaggio fondamentale in cui il segreto viene rivelato dalla mamma alla figlia.
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Potenti antiossidanti, combattono ed eliminano i radicali liberi responsabili dell’invecchiamento cellulare.
Noci, “superfood” piccoli ma eccezionali
Mangiandone quattro o cinque al giorno, il nostro corpo aumenta la produzione di alcuni importanti enzimi digestivi che hanno il merito di purificare il sangue e il sistema linfatico

Innumerevoli vantaggi
Eh sì. Le noci custodiscono innumerevoli vantaggi. E non tutti noti. Intanto gli antichi Romani le ritenevano afrodisiache. E ne basta mangiare un paio per godere delle loro virtù. Secondo alcuni studi, addirittura dopo quattro ore dall’assunzione di una manciata di noci, già notiamo i primi miglioramenti. Le noci agiscono sulla diminuzione del colesterolo e rendono più elastici i vasi sanguigni. Ma quante noci mangiare? Ne sono sufficienti poche da consumare quattro giorni in una settimana per abbassare il rischio di malattie cardiache. E allora la domanda è: cosa contengono le noci? Ecco i numeri: 15,5% di proteine, 64% tra grassi e carboidrati, 6,7% di fibre, 1,1% di zuccheri e 4,5% di acqua. E poi un gran numero di minerali quali magnesio, fosforo, ferro, calcio, sodio, selenio, manganese e potassio. Quanto a zinco e rame, invece, sono più ricche della carne. Ed è per questo che sono perfette per essere incluse nelle diete vegetariane o vegane.
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