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Rassegna stampa:
info@salernoeconomy.it

Salerno Economy IX.27 – 10.07.2020

“La possibilità che un evento inedito e inatteso possa cambiare in un attimo la vita delle persone fa esplodere un senso acuto di vulnerabilità”.

Boom del risparmio, l’aumento di liquidità vale il Mes

Il Censis: “L’epidemia del Covid-19, oltre ad aver diffuso la paura, ha generato una grande incertezza economica ed esistenziale. Lo pensa il 49,7% degli italiani (il dato sale al 58,9% tra gli imprenditori)”.
Glocal-Risparmio
"Incertezze"
Mentre prende forma con sempre maggiore consistenza il quadro di una crisi molto complessa e difficile, si configurano giorno per giorno i dati che delineano lo scenario dentro il quale tutti siamo chiamati a muoverci, provando a mettere da parte l’elemento che appare fin qui determinante: la paura di rimanere avvolti in un contesto che lascia, in ogni caso, davvero poco spazio a scelte improvvisate e non sostenibili (con la forza dei numeri). “Il 67,8% degli italiani ha paura per la situazione economica familiare. Una paura radicata nei territori e trasversale ai diversi gruppi sociali. La percentuale sale al 72% tra i millennial e le donne, sfiora il 75% nel Sud, supera il 76% tra gli imprenditori e arriva all’82,6% tra le persone con i redditi più bassi. Nella fase post-emergenza, la biopaura da contagio e la minaccia alla salute si saldano ai timori per le incerte prospettive economiche”. Insomma, “la paura diventa il principio regolatore emotivo di questa nuova stagione”. A fornirci questa spiegazione – nel rapporto “Il valore della diversità nelle scelte d’investimento prima e dopo il Covid-19” – è il Censis in collaborazione con Assogestioni. Il quadro di riferimento è molto chiaro. “L’epidemia del Covid-19, oltre ad aver diffuso la paura - specifica il Censis - ha generato una grande incertezza economica ed esistenziale. Lo pensa il 49,7% degli italiani (il dato sale al 58,9% tra gli imprenditori). L’unica certezza è che «tutto può succedere»”.
(Fonte: censis.it/ 09.07.2020)
(continua)


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Il Censis registra l’emergere “di un nuovo rancore sociale e generazionale dei più giovani contro i più anziani”.

Bonus-nonni, oltre la logica dello Stato paternalista?

Prende forma l’incentivo all’esercizio di una affettività relazionale che, invece, prescinde, e deve prescindere, da ogni condizionalità meno che mai monetaria? Perché è questo il punto che desta perplessità economiche e di ordine etico. Due interrogativi che spingono dritto a cercare di capire che tipo di società post virus stiamo costruendo.
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Affettività relazionale
di Mariano Ragusa

Mance pubbliche in attesa di progetti - necessari e urgenti - che con ogni probabilità non avranno il tempo di vedere la luce. Mancia pubblica è il neonato bonus nonni, conversione, nel nuovo Decreto Rilancio, del bonus babysitter attivato dal precedente decreto Cura Italia. Cambiano cifra e beneficiari del provvedimento: da 600 euro si passa a 1.200, destinatari nonni e zii. Immutata la funzione che viene finanziata: assistenza ai minori fino a 12 anni di età, se figli di coppie che dovendo lavorare non possono provvedere alla cura dei ragazzi.
Cosa è questo bonus per i nonni? Un “regalino” dello Stato paternalista? Una via “sentimentale” per far affluire una tantum risorse nelle tasche degli italiani gettati nell’insicurezza economica del dopo pandemia? Una stampella a redditi familiari in bilico? Oppure – e su questo varrà la pena soffermare la riflessione – un incentivo all’esercizio di una affettività relazionale che invece prescinde, e deve prescindere, da ogni condizionalità meno che mai monetaria? Perché tra i tanti è questo il punto che desta perplessità dell’intera manovra legata al bonus. Perplessità economiche. E perplessità di ordine etico. Due interrogativi che spingono dritto a cercare di capire che tipo di società post virus stiamo costruendo.
(continua)
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Il racconto del doppio incontro (a Milano e Salerno) avvenuto oltre dieci anni fa con il presidente Piero Bassetti.

Il movimento dei moderati “a civiltà plurale”

Quante poche esperienze in termini di piani strutturali di Unioni di Comuni, quanto poco strategica la governance interistituzionale. Il tema del rapporto con le aree meridionali è un problema di altra scala e non sarà stato il Sud a dare scarsa efficacia ai processi (complessi) di risoluzione delle emergenze delle città.
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Pasquale Persico
di Pasquale Persico

Un doppio incontro a Milano e Salerno avvenuto oltre dieci anni fa con il presidente Piero Bassetti è oggi ancora percepibile come prospettiva di dialogo tra “moderati situazionisti”, che auspicavano la nascita di un movimento - tra Milano e il Meridione - capace di andare oltre le contrapposizioni stupide, create ad arte ma senza alcun fondamento. Il movimento dei moderati creato da Piero Bassetti per la Milano di Pisapia invitava - i moderati “a civiltà plurale” - ad aggiungere il bastevole per soppiantare il linguaggio dell’odio e delle contrapposizioni. Quel movimento, forse, dovrebbe/potrebbe “agganciare” nuovi spazi comunicativi (che oggi non appaiono evidenti) nel linguaggio dei media alla ricerca delle grida scomposte, da una parte e dall’altra. Ho ritrovato una lettera scritta al presidente Bassetti, una lettera da inviare a altri aspiranti alla guida di questo necessario movimento. “La Padania” in quegli anni chiedeva autonomia e liberazione dal Mezzogiorno, oggi dall’Europa, e il Mezzogiorno - con il suo Mezzogiornismo - chiedeva altrettanto, come accade perfino oggi.
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Il processo già avviato ha subito un'accelerazione improvvisa a causa della pandemia.

Smart working, troppe speculazioni

Dopo l'emergenza sanitaria è il tempo di scegliere - tra le tante cose - anche la corretta “declinazione” del rapporto di lavoro . Il pendolarismo impatta sulla mobilità urbana e sul sistema metropolitano di sviluppo, sulle funzioni residenziali e quelle degli uffici, sulle infrastrutture di connessione e sulla digitalizzazione.
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Innovazione
di Virgilio Gay*

Quando Tomasi di Lampedusa fa dire a Tancredi: "Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi" non esprime soltanto il senso italico della classe dirigente che si apre alle innovazioni per conservare proprie guarentigie, ma afferma il senso strumentale di governare processi di distruzione creativa (alla Schumpeter) per trarne vantaggi, soprattutto politici. L'attuale dibattito sullo smart working vede contrapposti coloro che ne sostengono il prosieguo, nella speranza di guadagnarsi le simpatie di dipendenti pubblici e privati (Movimento 5 Stelle), e coloro che spingono per un ritorno in sede, al fine di consentire la ripresa dei consumi e dei pasti fuori casa. In effetti, tutte posizioni strumentali che non tengono conto del vero problema: i risultati quantitativi e qualitativi del lavoro svolto a casa. L'unica voce in tal senso è quella del presidente dell'Ance, che denuncia ritardi nel rilascio di certificazioni necessarie per la partecipazione ai bandi e l'impossibilità di avere un contatto diretto con i responsabili dei procedimenti. Cerchiamo, quindi, di fare chiarezza. Si parla di smart working, ma si tratta di lavoro svolto a casa.

*Esperto di marketing territoriale
(continua)
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Non si contano gli usi terapeutici che riguardano la loro funzione astringente, antidiarroica, antinfiammatoria per fegato ed apparato circolatorio.

Corbezzoli… e andiamo su di giri

Quei piccoli grappoli di fiori bianchi e rossi con foglie ovali, margini seghettati e bacche rosse e asprigne, risultano un valido contributo contro nostalgia o depressione.
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Risorse
di Maristella Di Martino

Ma chi l’ha detto che per essere un po’ più pimpanti l’unico “diktat” è il long drink alcolico? Madre natura, nella sua infinita generosità, ci dona una pianta che, oltre a farci stare meglio, ci concede di essere su di giri. E non ha nulla a che vedere con la vite. E’ il corbezzolo, tipica del Mediterraneo dai caratteristici frutti tondi e sgargianti. Quei piccoli grappoli di fiori bianchi e rossi con foglie ovali, margini seghettati e bacche rosse e asprigne, sono quindi un valido contributo contro nostalgia o depressione. Le proprietà del corbezzolo sono custodite in massima parte nelle foglie, ma anche i frutti non ne sono privi. Non si contano gli usi terapeutici che riguardano la loro funzione astringente, antidiarroica, antinfiammatoria per fegato ed apparato circolatorio; ancora antispasmodica per apparato digerente e vie biliari ed infine diuretica, antisettica ed antinfiammatoria per il sistema urinario.
(continua)
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