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Salerno Economy IX.15 – 17.04.2020

Lo scenario delle giornate di “attraversamento” di un percorso così drammatico e, nello stesso tempo, così complicato.

Le “prediche” laiche sul “nuovo inizio”

In queste difficili condizioni non manca l’effetto dominante che la politica è in grado di costruire, soprattutto quando si ampliano i confini delle competenze. Molte volte diventa veramente non facile riuscire a capire dove finisce l’agire di carattere “istituzionale”.
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Prospettive di futuro
Mentre una parte di noi continua a interrogarsi su come (già) siamo diventati, il mondo, è bene ricordarlo, va avanti. Anche quando pensiamo che, in realtà, sia tornato indietro o, più pragmaticamente, sia in fase di stallo, il mondo, cioè, si è incamminato su “nuove” (o, in realtà, “vecchie”) strade. Senza sapere neanche dove può arrivare, ma, intanto, si è messo in movimento. Ce ne sono tanti di “specialisti” in televisione o in radio (ma non mancano anche su internet ovviamente) che spiegano quello che sta accadendo e non dovrebbe accadere o quello che non sta accadendo (e dovrebbe accadere). Ma la sensazione che permane è una sola: ogni cosa ha bisogno di essere “riaccesa”. Ogni cosa, sebbene sia ancora in condizioni di vita, attende, cioè, di percorrere una nuova strada per ritrovare finalità da condividere con la domanda di utilità che proviene dal mondo. Se si tenesse conto di questi aspetti che si sovrappongono nelle giornate del “racconto” della pandemia e delle sue tante tragiche conseguenze, prenderemmo più velocemente cognizione di quello che ci attende in linea generale, in un contesto di “ripresa” delle condizioni di “normalità” - che forzatamente si prova a fare passare come, in effetti, esistente - anche quando appaiono davvero lontane e non da subito proponibili.
(continua)
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Netta, anche nella scelta del linguaggio, la bocciatura del documento da parte dei procuratori Greco e Melillo.

Decreto Credito. Nodi di giustizia

La discussione sul testo di legge si offre come spiraglio per misurare il rapporto del Paese con il tema della legalità in una stagione in cui si riacutizza la necessità di rinascita della comunità.
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La bilancia della Giustizia
di Mariano Ragusa

Il Decreto Credito, il cosiddetto bazooka del governo-Conte, che inietterà 400 miliardi di euro nel circuito delle imprese per sostenerne la ripartenza post Corona virus, ha suscitato in studiosi e settori delle istituzioni, preoccupazioni e timori. Significativa, per autorevolezza e peso specifico nel nostro sistema costituzionale, è la presa di posizione della magistratura che nei fatti sollecita una riscrittura del decreto per introdurre misure di sbarramento alle infiltrazioni di speculatori e criminalità organizzata. Misure che, nell’attuale configurazione del provvedimento dell’esecutivo (che dovrà passare alla conversione in parlamento), sarebbero assenti. L’argomentazione, affidata ad un analitico testo pubblicato qualche giorno fa da la Repubblica, è sostenuta dai capi delle Procure di Milano, Francesco Greco, e di Napoli, Giovanni Melillo; dai titolari, cioè, di due uffici requirenti radicati in aree territoriali per motivi diversi nevralgiche del sistema-Paese. E se il ministro della Giustizia Bonafede ha espresso pieno consenso alle proposte dei due Procuratori, dall’ambito stesso della magistratura, e con non minore autorevolezza, si sono levate voci non allineabili a quelle di Greco e Melillo.
In tal modo la discussione sul Decreto Credito, oltre a richiamare l’attenzione su pur non infondate questioni di merito, si offre come lo spiraglio per misurare il rapporto del Paese con il tema della legalità in una stagione in cui il dramma della epidemia acutizza le necessità di rinascita della comunità.
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Come fare crescere la consapevolezza dell’obsolescenza dei materiali di analisi e progettazione degli interventi indispensabili.

I prefetti “sostituiscono” governatori e sindaci

Quando accadrà di assistere a una riunione settimanale per discutere di nuova pianificazione territoriale? Non commettiamo l’errore di discutere in base a vecchi strumenti diventati inadeguati, ma ragioniamo sulle nuove aspettative relative a ambiente, salute, lavoro e benessere sociale. E’ il primo passo che non possiamo sbagliare.
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Pasquale Persico
di Pasquale Persico

Il contributo dell’Arch. Amalia Bevilacqua (in questa stessa newsletter di www.salernoeconomy.it, “Lo speciale 1”) richiama in campo un’intera classe dirigente ad una riflessione immediata su come ripartire, non per la fase due, che pure sarà drammatica, ma, soprattutto, visto il richiamo alla obsolescenza della strumentazione urbanistica, e su come elaborare una visione sistemica per ricomporre il potenziale del capitale naturale ed incrociarlo con quello tecnologico, umano e sociale. Invece di assistere ogni giorno alle conferenze stampa dei Governatori e dei Sindaci dei capoluoghi di provincia, che non aggiungono molto a quello che potrebbero dire i responsabili di Asl e Protezione Civile sulle fasi “1” e “2”, potremmo auspicare una riunione settimanale del nostro Governatore con i sindaci delle città per prospettare un’ipotesi di tavolo congiunto che vada incontro ad una ripresa con nuovi strumenti di pianificazione territoriale. Il Sindaco della città metropolitana ed il Governatore non hanno trovato un accordo sul grande tema degli strumenti di governance della città metropolitana, strumenti che, nella visione che proponiamo, prevedono un forte raccordo con le altre città delle altre province.
(continua)
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La riflessione. A proposito degli “obsoleti strumenti” a “disposizione” dell’economista.

L’architetto urbanista-resiliente

“La sfida è rinnovare la nostra capacità di osservazione, di ricerca e di proposta: attività che dovrebbero essere il sale di un progettista”.
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Strumenti
Riceviamo e volentieri pubblichiamo

di Amalia Bevilacqua*

Parafrasando l’articolo del professore Pasquale Persico “L'economista e i suoi obsoleti strumenti” - apparso sulla newsletter di salernoeconomy.it il 13 marzo scorso - mi sono proposta di affrontare la questione: l’architetto e i suoi “obsoleti” strumenti. Non voglio entrare nel merito di quali siano questi obsoleti strumenti in quanto essi diventano tali se non si sono attivate le necessarie revisioni e i rinnovamenti di processo e prodotto. Gli strumenti e la relativa attività da svolgere sono, infatti, attuali, e proiettati verso il futuro, se chi li usa è capace di riposizionarli/si di pari passo ai cambiamenti socio-culturali del paradigma economico di riferimento. Ad esempio non è obsoleto lo strumento della “città ideale”, tanto caro all'urbanista cinquecentesco, ma pensare di utilizzarlo oggi senza considerare quali siano i concetti del ben-essere della società attuale. Per non cadere nell'obsolescenza c’è sempre bisogno di analisi, ricerca e di quella capacità creativa del problem solving.
(continua)

* Architetto


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Per una dieta detox portiamo a tavola le barbabietole, ricche di vitamine e sali minerali

Aprile? Ipocalorico e dimagrante

Facciamo incetta di asparagi e cicorie. E poi di cavolfiori, cavoli, verze, cime di rapa, piselli, fave, rape, ravanelli, scalogno e sedano. Tra la frutta sono ammesse scorpacciate di fragole, kiwi, arance, limoni, nespole, mele e pere.
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Cambio di aria
di Maristella Di Martino

Con aprile è arrivata e la stagione del dormire che ci fa capolino dall’alto. Il cibo e le bevande possono essere un validissimo aiuto: il cielo è terso e la voglia di relax è diffusa, ma abbiamo tante cose da fare. Ecco come correre ai rimedi, naturali ovviamente, anche se ogni tanto un po’ di sano dolce far niente va benissimo. Alimentarci nel modo giusto diventa indispensabile per restare in forma e depurarci da tossine e scorie accumulate. Vediamo, cibo per cibo, cosa mangiare per disintossicarci ed essere belle in primavera. Madre natura ci dispensa, generosa, molti alimenti ipocalorici e dimagranti che se associati tra loro e ad un buon regime di bevande purificanti giocano una parte fondamentale nella nostra dieta giornaliera. Facciamo incetta di asparagi, barbabietole e cicorie. E poi di cavolfiori, cavoli, verze, cime di rapa, piselli, fave, rape, ravanelli, scalogno e sedano.
(continua)
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