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Salerno Economy IX.16 – 24.04.2020

La vera “eredità” della crisi in termini di relazionalità sociale e di comportamenti tra le persone.

Tutti pronti a ripartire, a ritornare a come eravamo “prima”

In realtà, nessuno è fermamente convinto del cambiamento che, pure, predica e, in qualche modo attende. E se proviamo a pensarci anche noi, ci accorgiamo che, in realtà, in questa situazione non siamo più fermamente convinti di niente.
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Rimpianti
Ma che cosa ne verrà fuori - in termini di cambiamento effettivo dei meccanismi relazionali socio/economici - da questa terribile “avventura” del virus? Sono in tanti a interrogarsi e a proporre le loro riflessioni, provando, in larga maggioranza, a dichiararsi in buona sostanza favorevoli ad una interpretazione “larga”, in qualche modo contemplativa, “avvolgente” rispetto a quanto accaduto. Insomma, la “lezione” sarà utile e fondante rispetto alla valutazione categoriale delle nostre relazioni, dei nostri principi di prossimità alle tante (forse anche troppe) “sorprese” del cammino esistenziale che ci attende e accompagna. Ma, in realtà, nessuno è fermamente convinto del cambiamento che, pure, predica e, in qualche modo attende. E se per un attimo ci pensiamo anche noi, ci accorgiamo che, in realtà, in questa situazione non siamo più “fermamente” convinti di niente. Perché? Perché ogni cosa tende vorticosamente a riconquistare gli spazi – e, purtroppo, le modalità – di prima.
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Sanità pubblica, d’accordo. Ma all’interno di quale "contesto" istituzionale del settore?

Coronavirus, la “pesantezza” della fase due

Il “come lavoreremo” e “come faremo vita sociale” dovranno essere compatibili con la priorità di tutelare la salute. Siamo pronti ad un nuovo assetto dei modelli di produzione e di relazioni? Mai dire mai. La sfida però è ardua.
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Equilibri (difficili)
di Mariano Ragusa

Diciamolo senza tentennamenti: non ce la facciamo più. Le case che ci hanno “salvato” (in molti, ma non tutti) dall’aggressione del virus, adesso sono spazi che avvertiamo come claustrofobici. L’umanità – ce lo ripetiamo ossessivamente, ma vai poi a vedere se è vero – che abbiamo riscoperto in questi lunghi giorni di clausura, è diventata una percezione di mancanza, una limitazione innaturale. La soglia della necessità lentamente si sgretola. Oltre la casa-rifugio abbiamo lasciato tante, troppe cose. Abbiamo lasciato gran parte di noi stessi. Relazioni sociali. E soprattutto il lavoro, il nostro essere soggetti produttivi (e creativi), che scolpisce la nostra identità. Riprenderci, in questa integralità, sarà terribilmente complesso. Passi misurati. Che visti dall’orizzonte della velocità in cui abbiamo vissuto crescita e sviluppo, ci sembreranno piccoli, piccolissimi. Sarà questo il nostro cammino tra il progressivo allentarsi della presa del lockdown e il traguardo del vaccino (non meno di un anno per averlo) che metterà in sicurezza i nostri corpi. In mezzo si apre il mare delle incertezze. La regola dei piccoli passi non potrà oscurare lo sguardo sulla prospettiva. L’una influirà inevitabilmente sul disegno dell’altra. La cosiddetta “fase due” segnerà la strada a quella che la seguirà ed alle altre ancora. Provare ad allungare lo sguardo può essere utile. Anche per considerare cio’ che il pre-virus affida al suo dopo.
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I pensieri degli scienziati si incontrano spesso nel tempo passato per fondersi, poi, in tempi e luoghi specifici.

La vita? “Un esperimento infinito”

Il “paesaggio degli ingredienti”, connesso alle potenzialità della biodiversità diffusa, è quasi scomparso, il nostro microbiota ha perso batteri e virus protettivi e il cervello ha finito per indebolirsi.
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Pasquale Persico
di Pasquale Persico

La morte di Sepùlveda, connessa al corona virus, ha moltiplicato sulle reti di comunicazione la citazione letteraria più poetica dello scrittore: “Senti la pioggia. Apri le ali, miagolò Zorba, ora volerai.” Questa citazione - e l’età dello scrittore - mi hanno riportato indietro, ad una scienziata, mia sorella Graziella, scomparsa 14 anni fa, che nel prossimo mese avrebbe compiuto anche lei, come Sepùlveda, 70 anni. Nel mio libro “Ferrara, le città come gli scienziati, i poeti e gli artisti non possono morire” - scritto durante la breve ma terribile malattia di mia sorella - spiego con semplicità che i pensieri ed i comportamenti degli uomini, delle donne, artisti o uomini comuni, non possono essere “sotterrati”, essi continuano a volare ed a connettersi nel tempo e nello spazio. “La vita, un esperimento infinito” è invece il titolo del libro di Salvatore Luria, premio Nobel, allievo insieme agli scienziati Levi Montalcini e Dulbecco, anch’essi premi Nobel, del virologo romano Geo Rita. I pensieri di tutti questi scienziati si sono incontrati spesso nel tempo passato, per fondersi poi in tempi e luoghi specifici, per mostrare la loro ritrovata attualità sebbene non sempre in sintonia con il senso comune dominante. Questa lunga introduzione è necessaria per raccontare di una sera trascorsa ad Ariano Irpino, presso il centro Biogem, avamposto di ricerca avanzato nel cuore delle aree interne della Campania.
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“Abbiamo guardato per lungo tempo ai piani nobili della nostra esistenza piuttosto che ai sotterranei della materia e dei suoi automatismi”.

“Certosa Esplosa”, il cambio di paradigma in un tempo sospeso

Pasquale Persico racconta l’incontro a Maratea con Remo Bodei che scrisse l’introduzione al libro di Ugo Marano. Di seguito una sintesi della prefazione del volume pubblicato dalla Fondazione Plart.
Foto Remo Bodei
Remo Bodei
(Pasquale Persico) - Ho incontrato Remo Bodei a Maratea alla scuola di paesaggio di Biagio Cillo ed è nata una profonda empatia. Per il suo libro “Paesaggi Sublimi” ho scritto una presentazione in cui accennavo alla necessità di guardare ancora nel vuoto proprio dei nostri paesaggi per leggere il potenziale che le pieghe della storia avevano lasciato come luoghi di ripartenza. Fu così agevole  per lui scrivere un’introduzione al libro - tesi di dottorato ad honorem in Scienze della  Comunicazione - assegnato ad Ugo Marano per aver raccontato il viaggio triennale fatto nel Cilento accanto ad un economista in cerca del cambio di paradigma, cambio necessario per immaginare una nuova urbanità. La scomparsa di Remo Bodei dopo quella di Ugo Marano, e la crisi che ci avvolge, hanno convinto la Fondazione Plart a promuovere una nuova edizione  del volume “Certosa Esplosa”.

Salerno Economy ospita una sintesi dell’introduzione al volume mentre la versione digitale può essere scaricata al seguente link, fino al 28 aprile 2020 in formato pdf:
https://www.dropbox.com/t/82B10dtfw1OIy3mz.

di Remo Bodei

Siamo ospiti della vita. Nasciamo senza volerlo in un determinato tempo e luogo e, senza volerlo, il nostro corpo svolge i suoi mirabili e spontanei processi: il sangue circola, le ghiandole secernono ormoni, i capelli e le unghie crescono e, nel combattere le infezioni, milioni di globuli bianchi si sacrificano per noi. Tutto questo avviene in maniera indipendente dalla nostra volontà e dalla nostra coscienza, così come involontaria è stata la nascita di ciascuno di noi.
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Si abbina volentieri con cicoria, radicchio, ravanelli, tarassaco, crescione e soncino, è benvenuta anche nelle insalate estive e primaverili.

Miss rucola, mille e uno segreti

Consumiamola fresca, con foglie dal colore vivo e con bordi ben definiti, prima che si ingiallisca in modo da non rinunciare a ciò che di buono contiene. E se vogliamo quella selvatica, di gran lunga più buona, facciamo attenzione: cogliamola solo se la conoscete bene perché rischiamo di mangiare chissà quale verdura.
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Freschezza
di Maristella Di Martino

Gustosa e naturalmente chic. Ma deve piacere. Perché ha un sapore aromatico e pungente. La rucola è antitumorale, antidiabetica e antianemica. Il tutto confermato dalla ricerca scientifica. Se la gradite, siete fortunati. Sì perché col suo gusto piccantino non piace a tutti ma, per quelli come me che l’adorano, ho buone notizie. La rucola è un ingrediente indispensabile in una cucina, sana e saporita. Cruda o cotta, contribuisce alla preparazione di molte tisane e, tra le sue tante proprietà, risulta un ottimo disintossicante e tonificante. Forse non tutti sanno che la rucola è un’erba dai grandi benefici nutrizionali e terapeutici. Chiamata anche rughetta o semplicemente ruca, contiene la vitamina “C” che stimola il sistema immunitario ed è un buon ricostituente e discrete quantità di betacarotene, utile a vista e pelle nonché sali minerali come ferro (antianemico), calcio e magnesio, toccasana per la salute delle ossa, ma anche potassio e fibre che regolarizzano il transito intestinale. Per chi è a dieta, ottime notizie: questa bontà fornisce 30 calorie per 100 grammi. Digestiva e depurativa, stimola l’appetito ed è adatta per combattere il diabete, rappresenta un grande alleato dello stomaco in caso di iperacidità ed ulcera.
(continua)
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