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Salerno Economy IX.02 – 17.01.2020

Mentre si procede con i sondaggi, si avverte la sensazione di una fluida “inconsistenza” dell’elettorato.

La corsa confusa e rissosa verso le regionali

Una seria discussione su aspetti fondanti relativi al miglioramento della gestione economica della crisi e delle relazioni internazionali? Lo scenario che si intravede è francamente deludente e si fa fatica a dare un senso evolutivo ai ragionamenti che pure si "intuiscono".
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Al voto, al voto . . .
E’, ormai, abbastanza chiaro che ci avviamo verso un periodo di grande confusione politica. L’avvicinarsi delle scadenze per il rinnovo dei consigli regionali - e dei presidenti delle Regioni – si rivela, quindi, ben oltre ogni limite delle analisi e degli approfondimenti. In altre parole, mentre si procede con i sondaggi (difficili in tanti casi da leggere bene e interpretare), si avverte la sensazione di una fluida “inconsistenza” dell’elettorato sempre più spesso orientato dall’agenda del quotidiano piuttosto che da percorsi agganciati  (giustamente) a valori identificabili negli schieramenti. Di conseguenza la spinta verso un orientamento al voto in base alle “esigenze” emerse dalla cronaca dei fatti si palesa come “pratica” diffusa tra i partiti e tra i politici. Ma è solo uno degli aspetti della complessa “guerra” in corso con l’obiettivo di ridisegnare in maniera più strutturalmente sostenibile la “mappa” del governo in Italia.
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Il grado di fiducia e di soddisfazione risulta tra i più bassi d’Europa.

Cattiva burocrazia? Per le Pmi “pesa” 57 miliardi

La Cgia di Mestre: “Il costo annuo sostenuto dalle aziende per la gestione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione è pari a 3 punti di Pil. Un freno allo sviluppo, agli investimenti e all’occupazione”.
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Penalizzazioni
“Il suo cattivo funzionamento frena l’economia e i cittadini si sono ormai arresi: il grado di fiducia e di soddisfazione è tra i più bassi di tutta Europa”. Secondo l’Ufficio studi della Cgia di Mestre “la nostra Pubblica Amministrazione da risorsa sta diventando il vero problema del Paese”. Il costo annuo “sostenuto dalle aziende per la gestione dei rapporti con la PA - segnala il coordinatore dell’Ufficio Studi Paolo Zabeo - ammonta a 57 miliardi di euro. Pari a 3 punti di Pil, questa spesa costituisce un freno allo sviluppo, agli investimenti e all’occupazione, penalizzando soprattutto le Pmi”. La Pubblica Amministrazione “continua a registrare un debito commerciale nei confronti dei propri fornitori di 53 miliardi di euro. Una cifra che rimane tra le più elevate di tutta Europa”.
(Fonte: Ufficio Studi Cgia - www.cgiamestre.com -28.12.2019)
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Da Bankitalia dati negativi. A novembre peggiore calo di finanziamenti dal 2015.

Credit crunch infinito

Il vicepresidente nazionale di Confesercenti Nico Gronchi: “Servono interventi urgenti. Le imprese sotto i 20 dipendenti sono oltre il 90%, ma ricevono solo il 13% circa dei prestiti”.
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Troppi costi
“Per le imprese il credit crunch non è mai finito. E anche i dati di Banca d’Italia sui finanziamenti confermano la situazione di crisi che abbiamo più volte denunciato, rilevando a novembre del 2019 il peggior calo dei prestiti erogati dal 2015 ad oggi”. Nico Gronchi, vicepresidente di Confesercenti, commenta così le rilevazioni sul credito rese note da Banca d’Italia nella pubblicazione “Banche e moneta: serie nazionali”. “Come già abbiamo avuto modo di sottolineare - spiega - negli ultimi anni sul sistema del credito del nostro Paese si è abbattuta la tempesta perfetta. Un combinato disposto di due elementi: la crisi dell’economia reale, che ha creato difficoltà oggettive per il sistema bancario e finanziario, e l’aumento esponenziale di restrizioni, regole e direttive europee e di vigilanza, che hanno bloccato la filiera del credito”. Uno stop che si è scaricato soprattutto sulle piccole imprese: “quelle con meno di 20 dipendenti, pur costituendo oltre il 90% del tessuto imprenditoriale italiano - continua Gronchi - accedono solo al 13 per cento circa del totale dei prestiti. Uno squilibrio evidente”.
(Fonte: confesercenti.it/ 10.01.2020)
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Il capitolo «Comunicazione e media» del 53° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2019.

Dieci anni di smartphone, come siamo cambiati

La percentuale in Italia “da un timido 15% nel 2009 all’attuale 73,8%”. I giovani under 30 “pionieri del consumo, passati da un’utenza pari al 26,5% nel 2009 all’86,3% dell’ultimo anno”.
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Nuova potenza
“Vero driver dell’innovazione digitale nel nostro Paese e responsabile del superamento del digital divide da parte di un’ampia fetta della società, lo smartphone ha giocato un ruolo da protagonista nella rivoluzione compiuta dal sistema dei media nell’ultima decina d’anni. Oggi rappresenta un oggetto di culto: l’icona della disintermediazione digitale. La percentuale degli utenti in Italia è passata da un timido 15% nel 2009 all’attuale 73,8%. Sono stati i giovani under 30 i pionieri del consumo, passati da un’utenza pari al 26,5% nel 2009 all’86,3% dell’ultimo anno. A partire dal 2016 si registra una impennata anche tra i giovani adulti (30-44 anni), fino ad attestarsi oggi al 90,3%”. I dati sono contenuti nel capitolo “Comunicazione e media” del 53° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2019. La diffusione “su larga scala di una tecnologia personale così potente ha contribuito a una piccola mutazione antropologica che ha finito per plasmare i nostri desideri e le nostre abitudini. Il 25,8% dei possessori dichiara di non uscire di casa senza il caricabatteria al seguito. Oltre la metà (il 50,9%) controlla il telefono come primo gesto al mattino o l’ultima attività della sera prima di andare a dormire”.
(Fonte: censis.it/ 06.12.2019)
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Pezzatura media, nota per il suo colore verde scuro che matura tra fine marzo ed inizio aprile.

Mister carciofo, dimagrante e gustoso

Ideale nelle diete nelle quali fa guadagnare un fisico mozzafiato, è un cibo con pochissime calorie, custodisce una vera e propria miniera di principi attivi e particolari virtù terapeutiche.
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Contro il logorio . . .
di Maristella Di Martino

“Contro il logorio della vita moderna”. Siamo negli anni Sessanta: un vecchio slogan pubblicizzava il famoso Cynar, l’amaro a base di carciofo. Definizione, per la verità, quanto mai azzeccata… perché mister carciofo ha in sé una marea di benefici talmente salutari da fare invidia a moltissimi altri prodotti campani. E se poi ci abbiniamo il vezzeggiativo che indica la varietà capuana il gioco è fatto per davvero. Ideale nelle diete nelle quali fa guadagnare un fisico mozzafiato, è un cibo con pochissime calorie oltre a custodire una vera e propria miniera di principi attivi e particolari virtù terapeutiche.

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