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GLOCAL di Ernesto Pappalardo »

Mentre si delinea con chiarezza la dinamica di uno scontro aspro e forte in vista delle elezioni regionali.
Riecco la politica che riscopre “arti e mestieri”
E’ bastato che riprendesse con il consueto “vigore” la contrapposizione tra i partiti per rendersi conto di come il “meccanismo” nazionale (con tutto quello che ne consegue nelle Regioni e nei Comuni) proponga sempre dinamiche di contrasto improduttivo.

E’ davvero difficile provare a credere che la politica – tutta la politica – si prepari ad affrontare la nuova e complessa fase senza mettere in campo “arti e mestieri” più adeguati, probabilmente, ad un contesto scevro dagli scenari che abbiamo vissuto fino a poco tempo fa e che, in ogni caso, non appaiono in questo momento completamente superati. Si tratta di “arti e mestieri” ben noti e conosciuti che hanno, nel corso degli anni, provocato non pochi danni sia dal punto di vista economico che da quello più strettamente legato alla credibilità politica di un Paese alle prese con non poche difficoltà da affrontare il più presto possibile. In altre parole, pare di capire che  proprio nel momento nel quale inizia a profilarsi un percorso denso di opportunità di sostanziale (o, almeno, parziale ma con un forte impatto) “ridisegno” di tante e tante problematiche che hanno portato il Paese ad incamerare distanze e differenze non più “facilmente” sostenibili, si rafforzano contrasti e contrapposizioni in grado di “confinarci” in un circuito di subalternità destinato a durare, purtroppo, non poco. Insomma, pur avendo l’opportunità di scrollarci di dosso decenni di sostanziale immobilismo – da vari punti di vista – non si intravedono con chiarezza i passaggi chiave di un percorso in grado di assicurarci, almeno, una corretta “gestione” di tutto il debito prodotto (non solo quello provocato dalla pandemia, ovviamente).

E’ bastato che in pochi giorni prendesse forma uno scenario meno preoccupante – sebbene non convalidato dai medici e dalle istituzioni sanitarie – per fare riapparire l’antico scontro tra “poteri” non si sa bene se ancora “forti”, ma, in ogni caso, in grado di determinare una condizione di confusione e, soprattutto, di lento impoverimento dei meccanismi, in qualche modo, propulsivi o, comunque, orientati ad avviare a risoluzione le non poche problematiche che permangono a pieno titolo nella quotidianità di cittadini e imprese.

E’ bastato, cioè, che riprendesse con il consueto “vigore” la contrapposizione politica – impelagata in non poche ed incomprensibili discrepanze a sinistra, a centro e a destra, giusto per essere chiari – per rendersi conto di come il “meccanismo” nazionale (con tutto quello che ne consegue nelle Regioni e nei Comuni) proponga sempre – sempre – dinamiche di contrasto improduttivo da vari punti di vista. Ma, soprattutto, in materia di trasferimento effettivo ed operativo della spesa – anche quando è ampiamente e stabilmente programmata – e, purtroppo, di conflittualità politica che prende forma, inevitabilmente, in tutte le articolazioni immaginabili del circuito istituzionale.

Assistiamo così a procedure che si “velocizzano” incredibilmente (pur non producendo effetti pratici) e ai soliti annunci e ri-annunci che prendono forma quasi sempre proprio in periodo pre-elettorale fino a diventare una vera e propria “componente” operativa delle varie campagne dei singoli candidati.

E’ evidente che queste incomprensibili vicende non possono in nessun modo influire positivamente su un contesto che permane in condizioni di difficoltà e alimenta grande preoccupazione, oltre che limitare ogni prospettiva di collocarsi in un quadro economico e sociale meno complesso e difficile da gestire.

Non ci sono, purtroppo, al momento elementi che consentono di intravedere prospettive, radicate e agganciate alla realtà, migliori di quelle che si delineano in numerose e autorevoli analisi che si susseguono nel tempo.

Ma, forse, proprio dentro le urne di settembre riusciremo a trovare qualche spunto di rinnovato ottimismo? A volte proprio in queste circostanze si sono verificati eventi di non poco conto. Perché non sperare?

Ernesto Pappalardo

direttore@salernoeconomy.it

 

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