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Da segnalare che i dati ufficiali illustrano una continua erosione della quota di differenziata.
Raccolta rifiuti, conto salato per i salernitani
Nel 2016 l’importo totale si è attestato (in diminuzione) a 291 euro pro capite ma superava sempre le medie a tutti i livelli: 185 euro in Campania, 171 nel Sud, 167 in Italia. I contribuenti del Nord e del Centro versavano rispettivamente 150 e 209 euro pro capite.

di Alfonso Schiavino

Undici anni fa, nel 2007, il Comune di Salerno avviò la rivoluzione della raccolta differenziata spinta porta-a-porta. Il sistema venne testato nei quartieri orientali, poi avanzò sul territorio con una serie di passaggi graduali. Da circa dieci anni, insomma, la città intera è entrata nella “new age”. Va tutto bene?

Le perplessità sono alimentate da 2 circostanze, che diventano 3 con l’aggiunta di un fatto poco conosciuto.

I dati ufficiali illustrano una continua erosione della quota differenziata (intorno al 62% nel 2016), mentre le strade mostrano ancora sacchetti abbandonati qua e là. Di conseguenza è ormai lecito chiedersi: abbiamo il modello migliore, tecnico ed economico, per la gestione dei rifiuti?

La domanda ha un suo valore aggiunto, perché oltretutto il servizio è molto costoso e la bolletta è ovviamente salata. Così incrociamo il terzo aspetto.

Nel 2015 ogni salernitano spendeva circa 305 euro per le operazioni connesse ai rifiuti: ritiro, smaltimento, spazzamento e costi amministrativi. Nel 2016 l’importo totale è diminuito a 291 euro pro capite ma superava sempre le medie a tutti i livelli: 185 euro in Campania, 171 nel Sud, 167 in Italia. I contribuenti del Nord e del Centro versavano rispettivamente 150 e 209 euro pro capite.

Questi numeri – che per comodità di lettura abbiamo arrotondato all’unità intera – vengono dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).

Ora vediamo i dettagli di alcune voci, tratti dalle tabelle dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale). Per migliorare la “visuale”, come ulteriore nostra elaborazione abbiamo selezionato i 15 capoluoghi che hanno una popolazione fra 110mila e 160mila abitanti, una “fascia” che comprende Salerno (circa 135mila). Le cifre sono arrotondate.

Rifiuti indifferenziati. Il ritiro e lo smaltimento del tal-quale è costato 99 euro a ogni salernitano nel 2016. La somma sfonda notevolmente la spesa media a tutti i livelli: Campania 68 euroSud 72 e Italia 57. Ovviamente spendono meno i connazionali del Nord (45 euro) e del Centro (67). Nel nostro “panel” svettano Terni (84 euro) e Sassari (82), ma Bergamo e Monza scendono a 31, Trento a 24.

Rifiuti differenziati. Un salernitano ha “pagato” 108 euro nel 2016 (114 nel 2015) per le frazioni riciclabili. Invece un residente spendeva mediamente 58 euro in Campania, 43 nel Sud, 49 in Italia. Molto meglio stavano anche i cittadini del Nord  (49) e del Centro (58). Solo Rimini si avvicinava a Salerno con 103 euro, ma è un picco solitario, forse collegabile alle presenze turistiche e alla peculiarità regionale, perché altre città care erano Ferrara e Forlì (87). In coda: Bergamo (26), Latina (32) e Foggia (14).

Spazzamento stradale. Se le due voci precedenti possono essere “interpretabili”, la pulizia delle strade è un fatto oggettivo. Nel 2016 spendevamo 37 euro ciascuno (2015: 48). Anche qui battiamo le medie: Campania 26, Sud 24, Italia 22, Centro 25, Nord 19. Fra i “nostri” 15 capoluoghi ci superano solo Sassari (51), Rimini e Cagliari (49) e Foggia (45). Bergamo è un po’ più economica di Salerno (36,5), Vicenza si avvicina (34). In compenso possiamo invidiare i cittadini di Latina (16), Forlì (14) e Trento (6).

immagine raccolta differenziata
Costi e benefici
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