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Dopo le recenti considerazioni del sindaco di Milano sui temi dell’emigrazione verso l’estero di talenti e persone qualificate del comprensorio lombardo.
“Quinta urbanità” e nuova ricerca, le città/infrastrutture complesse
Alla scoperta di perché il distretto degli asini sapienti - nell’area vasta di riferimento - pur disponendo di una serie di beni relazionali di grande qualità, ha problemi associabili alle ragioni dell’esodo dal circuito milanese.

di Pasquale Persico

Nel 2015, in occasione di Milano Expo, presentai la relazione sulla possibile risalita della città della Madonnina in tema di transizione ecologica, ponendo a confronto la funzionalità dell’intera area metropolitana – oggi oggetto di forestazione urbana per la risalita – e l’area del Parco Nazionale del Cilento, che, per la sua alta funzionalità ecologica e ricchezza di biodiversità naturale, è stata battezzata e riconosciuta dalla letteratura come città del quarto paesaggio. Nel 2020 il concetto di città bastevole – come critica costruttiva al dispositivo concettuale della teoria della decrescita – si arricchiva del contributo di Amedeo Trezza nel libro “Il Sogno di una civiltà plurale”, edizioni Fondazione Morra. In ambedue i contributi vi è la presunzione di poter far risalire l’urbanità delle due aree, quella milanese e quella del Parco Nazionale del Cilento, verso una nuova idea di urbanità, connessa alla transizione ecologica e digitale, che la letteratura di ricerca innovativa comincia a chiamare quinta urbanità. Ma torniamo alla parola bastevole a cui aggiungiamo reciprocità istituzionale. Da dove ripartire per dare valore a questo progetto culturale ed operativo?

Dal concetto di “uomo generico” di Marx rielaborato dal filosofo umanista radicale Deleuze: l’uomo, nel senso del genere umano, è capace di riattivare l’umanesimo contemporaneo, producendo standard immateriali e materiali di nuova urbanità. La città infrastruttura complessa, di cui si parla per il post pandemia, è, dunque, il laboratorio di ricerca applicata da rigenerare.

In questa visione teorica e politica, la quinta urbanità può essere pensata  come un salto di discontinuità significative, cioè un impegno ad abbracciare un nuovo paradigma capace di far riconoscere il territorio come un nuovo immaginario profondo, attrattivo  per le attività da sviluppare. Un nuovo territorio d’amore nella visione poetica di Franco Arminio, a proposito delle aree interne.

E’ – questo approccio – anche un progetto politico sulla visione del reale, che finisce per intrecciare il nuovo potenziale da decodificare, fino a chiamare bastevole la nuova esigenza di abbandonare il vecchio modello di consumo per sostituirlo con beni relazionali a nuova densità più coerente con le statistiche Bes Istat, che descrivono il benessere con 12 indicatori non più strettamente identificabili con il Pil tradizionale.

Il reddito prodotto in termini di beni misurabili in denaro viene ridimensionato ed  il territorio, riconosciuto come luogo di produzione di idee e comportamenti di reciprocità tra persone, tra istituzioni ed imprese, tra istituzioni e terzo settore, viene  vissuto  in termini di area vasta o macroregione dove  il concetto di bastevole è lo stesso di quello in musica, dove il contrappunto non è conflitto ma amore per i luoghi, armonia, reciprocità  e fertilità creativa da sviluppare.

Questo lungo preambolo sarà da me arricchito il giorno 7 dicembre in occasione di un Convegno Cai, organizzato per celebrare un grande studioso ed un’area di grande importanza scientifica, che la letteratura contemporanea ha reso celebre, per la citazione che in quell’area, un tempo denominata Malomonte, nacque il celebre personaggio immaginato da Maurizio de Giovanni e reso noto dalla magistrale interpretazione televisiva di Lino Guanciale: il commissario Ricciardi.

A Fortino – frazione di Casaletto Spartano (SA) – nel corso del convegno sui sentieri di G. De Lorenzo, geologo di chiara fama, vi sarà la presentazione della carta escursionistica del tratto lucano del Sentiero Cai  Italia,  tra Colle Gaudolino e Fortino a cura della Sezione Cai di Lagonegro (G. De Lorenzo).

L’area vasta non sarà più chiamata Malomonte, ma area laboratorio a densità scientifica enorme e a densità relazionale tutta da scoprire, ed in questa prospettiva è Bel Monte o altra specifica idea, sintesi dei nuovi beni disponibili.

La mia riflessione partirà dalle recenti considerazioni del sindaco di Milano, città metropolitana, circa i temi dell’emigrazione verso l’estero dei talenti e delle persone qualificate dall’area milanese, emigrazione  verso altre città ad urbanità più accogliente,  a partire dai temi della transizione ecologica  e con standard immateriali, di reciprocità istituzionale e civica, più densi in termini di beni relazionali contemporanei.

Ma la provocazione e stimolo culturale riguarderà la presenza a Fortino di due asini sapienti, della stessa razza o varietà di quelli  dipinti da Giotto, per documentare la fuga di Gesù in Egitto e l’ingresso a Gerusalemme, databili al 1303-1305 circa, e facenti parte del ciclo della Cappella degli Scrovegni a Padova.

I due asini sapienti saranno presenti a Fortino, se vorranno, risaliti da Celle di Bulgheria, dove assistono le persone in difficoltà e interpretano al meglio i temi della reciprocità e del bastevole come tema importante della città della quinta urbanità. Illustrerò, durante il pranzo con pietanze del Mediterraneo interiore, perché il distretto degli asini sapienti, nell’area vasta di riferimento, pur disponendo di una serie di beni relazionali di grande qualità, a partire dalle relazioni con la biodiversità  ed il buon vivere, ha problemi associabili alle ragioni dell’esodo dell’area milanese.

La riflessione abbraccia i temi della complessità istituzionale del riposizionare la politica economica delle nazioni dentro il quadro,  tutto in salita, della nuova politica economica europea. I temi sono appena accennati ed in ripartenza, nell’accordo del Quirinale, firmato il 25 novembre, dove la stretta di mano tra Mattarella e Macron,  e quella tra Mattarella e Draghi,  hanno  segnalato  solo l’inizio di un girotondo largo da proporre a tutte le nazioni europee; un girotondo ancora in formazione, con una moltiplicazione dei temi complementari a quelli evidenziati dal protocollo firmato, e  da estendere a breve non solo alla Germania.

(vedi il punto di Arpocrate di lunedì 29 novembre scorso)

 

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Pasquale Persico
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